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Curatore eredità giacente: obblighi e limiti fiscali

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 27081/2024, ha stabilito che il curatore dell’eredità giacente è tenuto al pagamento delle imposte di successione (bollo, ipotecaria, catastale e di registro). Tuttavia, questa responsabilità è limitata al valore dei beni ereditari in suo possesso e non si estende al suo patrimonio personale. La Corte ha chiarito che l’obbligo di presentare la dichiarazione di successione comporta anche quello del relativo pagamento, definendo il ruolo del curatore eredità giacente come responsabile d’imposta entro i confini dell’attivo ereditario.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Curatore eredità giacente: la Cassazione definisce responsabilità e limiti fiscali

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema di grande rilevanza pratica: la responsabilità fiscale del curatore eredità giacente. La decisione chiarisce se e in che misura questa figura sia tenuta al pagamento delle imposte legate alla successione, come quelle di registro, ipotecaria, catastale e di bollo. La pronuncia stabilisce un principio fondamentale: il curatore è un responsabile d’imposta, ma la sua obbligazione è circoscritta al valore dei beni presenti nell’asse ereditario.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una serie di avvisi di liquidazione e cartelle di pagamento emessi dall’Agenzia delle Entrate nei confronti del curatore di un’eredità giacente. L’amministrazione finanziaria riteneva il curatore coobbligato al pagamento di circa 967 euro per imposte varie (bollo, catastale, ipotecaria e di registro) relative alla procedura di successione.
Il curatore aveva impugnato tali atti, e la Commissione Tributaria Regionale della Toscana gli aveva dato ragione, escludendo una sua responsabilità per i tributi in questione. L’Agenzia delle Entrate, non condividendo la decisione, ha presentato ricorso per cassazione, portando la questione all’attenzione della Suprema Corte.

La Decisione della Corte e la responsabilità del curatore eredità giacente

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ribaltando la sentenza di secondo grado. I giudici hanno affermato che il curatore eredità giacente, in quanto soggetto obbligato per legge alla presentazione della dichiarazione di successione, è conseguentemente tenuto anche al pagamento delle relative imposte.
Tuttavia, la Corte ha posto un limite invalicabile a tale responsabilità: essa non può mai estendersi al patrimonio personale del curatore. L’obbligo di pagamento deve essere adempiuto utilizzando esclusivamente i fondi e i beni dell’eredità giacente e nei limiti del loro valore.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha fondato la propria decisione su una precisa analisi normativa. L’articolo 28 del D.Lgs. 346/1990 individua esplicitamente il curatore tra i soggetti obbligati a presentare la dichiarazione di successione. Secondo la Corte, questo obbligo dichiarativo è inscindibilmente legato all’obbligo di pagamento previsto dal successivo articolo 36 dello stesso decreto.

L’articolo 36, in particolare ai commi 3 e 4, stabilisce che, fino a quando l’eredità non è accettata, i soggetti obbligati alla dichiarazione rispondono solidalmente dell’imposta, ma solo “nel limite del valore dei beni ereditari rispettivamente posseduti”. Questa disposizione delinea chiaramente una forma di responsabilità patrimoniale limitata all’attivo ereditario.

I giudici hanno specificato che il curatore non risponde ultra vires, cioè con i propri beni personali. Egli agisce come un “responsabile di imposta”, un soggetto che, pur non essendo il debitore principale (che saranno i futuri eredi), è tenuto al pagamento del tributo per via della sua funzione. Tale onere è coerente con i poteri gestori che la legge gli attribuisce, tra cui quello, previsto dall’art. 530 del codice civile, di pagare i debiti ereditari previa autorizzazione del tribunale.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La pronuncia della Cassazione offre un importante chiarimento per chi ricopre l’incarico di curatore eredità giacente. Le implicazioni pratiche sono significative:

1. Obbligo di Pagamento: Il curatore deve farsi carico del pagamento delle imposte di successione e delle altre imposte correlate.
2. Responsabilità Limitata: Tale obbligo è strettamente confinato all’attivo ereditario. Il patrimonio personale del curatore è e rimane intangibile.
3. Gestione Attiva: Il curatore deve attivarsi per ottenere le necessarie autorizzazioni giudiziarie al fine di liquidare i debiti tributari dell’eredità, utilizzando i beni e le disponibilità finanziarie della stessa.

In sintesi, la Corte ha bilanciato l’esigenza dell’erario di riscuotere i tributi con la necessità di tutelare la figura del curatore, il quale svolge una funzione pubblica di amministrazione e conservazione di un patrimonio altrui.

Il curatore dell’eredità giacente è obbligato a pagare le imposte di successione?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che, essendo obbligato a presentare la dichiarazione di successione, il curatore è anche tenuto al pagamento delle imposte correlate (registro, ipotecaria, catastale, bollo).

La responsabilità del curatore per i debiti tributari dell’eredità è illimitata?
No, la responsabilità è strettamente limitata al valore dei beni che compongono l’eredità giacente. Il curatore non deve mai rispondere con il proprio patrimonio personale.

Su quale base giuridica si fonda l’obbligo di pagamento del curatore?
L’obbligo deriva dal combinato disposto degli articoli 28 e 36 del D.Lgs. 346/1990. L’obbligo di presentare la dichiarazione (art. 28) si lega all’individuazione dei soggetti tenuti al pagamento (art. 36), che include chi è obbligato alla dichiarazione, sebbene nei limiti dei beni posseduti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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