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Cumulo incentivi fotovoltaico: no dalla Cassazione

La Corte di Cassazione ha stabilito il divieto di cumulo incentivi fotovoltaico tra la detassazione per investimenti ambientali, nota come ‘Tremonti Ambiente’, e le tariffe incentivanti del ‘Conto Energia’ (specificamente il III, IV e V). Annullando la decisione di una Commissione tributaria regionale che aveva ammesso la cumulabilità, la Corte ha affermato che la normativa successiva (D.L. 124/2019) ha chiarito in modo definitivo la non compatibilità dei due benefici. Le imprese che hanno erroneamente cumulato gli incentivi hanno avuto la possibilità di regolarizzare la propria posizione, scegliendo di mantenere il beneficio più vantaggioso a fronte della rinuncia all’altro.

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Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Cumulo Incentivi Fotovoltaico: La Cassazione Mette un Punto Fermo

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha definitivamente chiarito una questione cruciale per le imprese del settore energetico: il cumulo incentivi fotovoltaico tra la detassazione per investimenti ambientali (‘Tremonti Ambiente’) e le tariffe incentivanti del ‘Conto Energia’. La decisione ribadisce il principio della non cumulabilità, allineandosi a un orientamento normativo e giurisprudenziale ormai consolidato e ponendo fine a un periodo di incertezza interpretativa.

I Fatti del Caso: L’Origine della Controversia

Una società operante nel settore delle energie rinnovabili aveva beneficiato contemporaneamente di due importanti agevolazioni: da un lato, la detassazione prevista dalla cosiddetta ‘Tremonti Ambiente’ (Legge 388/2000) per gli investimenti a tutela dell’ambiente; dall’altro, le tariffe agevolate previste dal ‘IV Conto Energia’ per la produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici.

L’Amministrazione Finanziaria ha contestato questo doppio beneficio, emettendo un avviso di accertamento per recuperare le imposte non versate. Secondo il Fisco, i due incentivi non potevano essere sommati. La società ha impugnato l’atto, e sia la Commissione tributaria provinciale che quella regionale le hanno dato ragione, ritenendo legittimo il cumulo. L’Agenzia delle Entrate ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Questione del Cumulo Incentivi Fotovoltaico

Il cuore del problema risiedeva nella compatibilità tra due misure con finalità apparentemente diverse. La ‘Tremonti Ambiente’ era un’agevolazione fiscale volta a sterilizzare, ai fini del reddito imponibile, il valore degli investimenti ambientali. Le tariffe del ‘Conto Energia’, invece, rappresentavano un incentivo economico diretto, una remunerazione maggiorata per l’energia prodotta.

La frammentazione normativa e l’evoluzione dei vari ‘Conti Energia’ nel tempo avevano generato dubbi interpretativi. Mentre per i primi due ‘Conti Energia’ la cumulabilità era possibile, la situazione per il III, IV e V Conto era diventata oggetto di dibattito, fino all’intervento chiarificatore del legislatore.

Le Motivazioni della Decisione della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, cassando la sentenza regionale. La decisione si fonda su un punto chiave: l’intervento del legislatore con l’articolo 36 del Decreto Legge n. 124/2019. Questa norma ha sancito in modo definitivo il divieto di cumulo incentivi fotovoltaico per gli impianti rientranti nel III, IV e V Conto Energia.

Secondo la Corte, questa disposizione ha risolto ogni incertezza interpretativa, stabilendo una regola chiara di non cumulabilità. Il legislatore ha inoltre previsto un meccanismo per sanare le situazioni pregresse: le imprese che avevano usufruito di entrambi i benefici potevano scegliere di mantenere le tariffe incentivanti (generalmente più vantaggiose) a condizione di rinunciare retroattivamente alla detassazione, versando una somma pari all’imposta risparmiata. La sentenza impugnata è stata quindi annullata perché non si è conformata a questo principio ormai consolidato, ignorando l’evoluzione normativa che aveva risolto la questione.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

L’ordinanza della Cassazione rappresenta un punto di riferimento fondamentale per tutte le aziende del settore delle energie rinnovabili. Le conclusioni che se ne possono trarre sono le seguenti:

1. Principio Chiaro: È definitivamente affermato il divieto di cumulare la detassazione ‘Tremonti Ambiente’ con le tariffe incentivanti del III, IV e V Conto Energia.
2. Valore Retroattivo della Norma: La Corte conferma che la norma interpretativa del 2019 serve a chiarire la portata delle regole sin dalla loro origine, risolvendo i dubbi del passato.
3. Onere di Verifica: Le imprese devono prestare la massima attenzione alle clausole di cumulabilità previste per ogni forma di incentivo pubblico. Affidarsi a interpretazioni estensive o non consolidate può esporre a rischi di recupero fiscale.

In conclusione, questa pronuncia non solo risolve il caso specifico, ma rafforza un principio di rigore nell’applicazione delle agevolazioni fiscali, richiamando gli operatori a una scrupolosa analisi della normativa prima di procedere con gli investimenti.

È possibile cumulare la detassazione “Tremonti Ambiente” con le tariffe incentivanti del “IV Conto Energia”?
No. La Corte di Cassazione, sulla base della normativa vigente (in particolare l’art. 36 del D.L. n. 124/2019), ha stabilito che i due benefici non sono cumulabili per gli impianti fotovoltaici che rientrano nel III, IV e V Conto Energia.

Cosa prevedeva la legge per le imprese che avevano già usufruito di entrambi gli incentivi?
La legge ha offerto alle imprese la possibilità di scegliere quale beneficio mantenere. Potevano continuare a godere delle tariffe incentivanti, economicamente più vantaggiose, a condizione di rinunciare al beneficio fiscale della detassazione e pagare una somma corrispondente all’imposta non versata in precedenza.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione del giudice regionale?
La Corte ha annullato la sentenza perché il giudice regionale non si è conformato ai principi stabiliti dalla legge e dalla giurisprudenza consolidata. La decisione impugnata aveva erroneamente ritenuto cumulabili i due incentivi, ignorando l’intervento legislativo che aveva chiarito in modo definitivo il divieto di cumulo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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