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Cumulo giuridico: quando si interrompe la continuazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 15799/2024, ha chiarito i limiti di applicabilità del cumulo giuridico per le sanzioni tributarie. In un caso di omessa dichiarazione dei redditi protratta per più anni, la Corte ha stabilito che la notifica del primo atto di accertamento costituisce un evento interruttivo della continuazione. Di conseguenza, il beneficio del cumulo giuridico si applica solo alle violazioni commesse prima di tale notifica, mentre quelle successive devono essere sanzionate separatamente, formando eventualmente un nuovo e autonomo gruppo di violazioni.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Cumulo giuridico nelle sanzioni tributarie: la Cassazione fissa il punto di arresto

L’istituto del cumulo giuridico rappresenta un importante meccanismo di favore per il contribuente, volto a mitigare l’impatto sanzionatorio in caso di violazioni fiscali ripetute. Tuttavia, la sua applicazione non è illimitata. Con la recente ordinanza n. 15799 del 6 giugno 2024, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale su quale sia l’evento che interrompe la ‘continuazione’ tra illeciti, ponendo un limite preciso al beneficio.

I fatti di causa: omissioni dichiarative reiterate

Il caso esaminato riguardava una società di persone e i suoi soci, i quali avevano omesso di presentare la dichiarazione dei redditi per un lungo periodo, dal 2005 al 2010. L’Agenzia delle Entrate aveva notificato diversi avvisi di accertamento, uno per ogni annualità omessa. I contribuenti, impugnando gli atti, avevano ottenuto in primo e secondo grado l’applicazione del cumulo giuridico a tutte le violazioni contestate, con una conseguente rideterminazione delle sanzioni in un’unica misura aumentata.

L’Amministrazione Finanziaria ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che l’applicazione del cumulo fosse errata. Il punto cruciale del ricorso era che la notifica degli atti impositivi relativi all’annualità 2005, avvenuta il 12 febbraio 2010, avrebbe dovuto interrompere la continuazione, escludendo dal beneficio le violazioni commesse negli anni successivi (2009 e 2010).

L’applicazione del cumulo giuridico e l’evento interruttivo

L’articolo 12 del D.Lgs. 472/1997 disciplina il concorso di violazioni e la continuazione. Nello specifico, prevede che quando si commettono violazioni della stessa indole in periodi d’imposta diversi, si applica la sanzione prevista per la violazione più grave, aumentata. Questo meccanismo, noto come cumulo giuridico, evita che la somma aritmetica delle sanzioni diventi eccessivamente onerosa.

Tuttavia, lo stesso articolo, al comma 6, stabilisce che ‘la continuazione sono interrotti dalla constatazione della violazione’. È proprio su questa disposizione che si è concentrata la Corte. La questione era stabilire se la notifica di un avviso di accertamento potesse essere considerata una ‘constatazione’ idonea a interrompere la catena di illeciti.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, affermando un principio di diritto molto chiaro. La ‘constatazione della violazione’, che interrompe la continuazione, coincide con il momento in cui l’Amministrazione Finanziaria contesta formalmente l’illecito al contribuente. La notifica di un atto impositivo è, a tutti gli effetti, tale constatazione.

Questo evento segna un punto di arresto. Tutte le violazioni commesse ‘a monte’ di tale atto, se della stessa indole, devono essere riunite ai fini della determinazione della sanzione tramite il cumulo giuridico. Le violazioni commesse ‘a valle’, invece, restano escluse da quel cumulo. Queste ultime potranno, a loro volta, formare un nuovo e autonomo raggruppamento se interverrà una successiva contestazione.

I giudici hanno sottolineato come questa disciplina sia propria dell’illecito tributario e si differenzi da quella penale. Mentre in ambito penale la continuazione è legata a un elemento soggettivo (il medesimo disegno criminoso), in ambito tributario essa è collegata a un dato oggettivo: il perpetrarsi dell’illecito. Per questo motivo, è necessario individuare un momento, altrettanto oggettivo e individuabile, che ponga fine alla continuazione: questo momento è proprio la constatazione dell’infrazione da parte dell’autorità fiscale.

Le conclusioni

La sentenza è stata cassata con rinvio alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado. Quest’ultima dovrà ricalcolare le sanzioni attenendosi al principio stabilito dalla Cassazione. In pratica, dovrà applicare il cumulo giuridico per le violazioni relative alle annualità dal 2005 al 2008. Per le annualità 2009 e 2010, successive alla notifica interruttiva, dovrà procedere con una determinazione separata delle sanzioni. Questa decisione ha un’importante implicazione pratica: una volta che il Fisco contesta una violazione, il contribuente è avvisato e non può più beneficiare della continuazione per gli illeciti identici che dovesse commettere in futuro.

Che cos’è il cumulo giuridico in materia tributaria?
È un istituto previsto dall’art. 12 del D.Lgs. 472/1997 che, in caso di più violazioni della stessa indole, anche in periodi d’imposta diversi, permette di applicare un’unica sanzione (quella per la violazione più grave) aumentata, anziché sommare aritmeticamente le singole sanzioni.

Quale evento interrompe la ‘continuazione’ e quindi l’applicabilità del cumulo giuridico?
Secondo la Corte di Cassazione, la continuazione è interrotta dalla ‘constatazione della violazione’ da parte dell’Amministrazione Finanziaria. Questo evento si concretizza con la notifica al contribuente di un atto impositivo, come un avviso di accertamento, che contesta formalmente l’illecito.

Cosa succede alle violazioni commesse dopo l’evento interruttivo?
Le violazioni commesse dopo la notifica dell’atto impositivo sono escluse dal cumulo giuridico applicato alle violazioni precedenti. Esse devono essere sanzionate separatamente o, se sono a loro volta plurime, possono dare vita a una nuova e autonoma applicazione del medesimo istituto di favore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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