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Credito Iva in compensazione: sanzione legittima

Una società utilizzava un credito Iva in compensazione senza aver presentato il preventivo modello TR. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1661/2024, ha stabilito che tale omissione non è una violazione meramente formale, bensì sostanziale. La mancata presentazione del modello è un presupposto necessario per la compensazione e la sua assenza giustifica l’applicazione delle sanzioni, in quanto causa un ritardato incasso per l’Erario. La Corte ha quindi accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, annullando la decisione di merito favorevole al contribuente.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Credito Iva in compensazione: quando l’omissione del Modello TR diventa sostanziale

L’utilizzo del credito Iva in compensazione è uno strumento fondamentale per la gestione della liquidità aziendale. Tuttavia, il suo impiego è subordinato al rispetto di precisi adempimenti formali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito con forza un principio cruciale: la mancata presentazione del modello TR non è una semplice formalità, ma una violazione sostanziale che legittima l’irrogazione di sanzioni, anche se il credito è effettivamente esistente.

I Fatti di Causa: un credito utilizzato senza la preventiva istanza

Il caso esaminato riguarda una società che aveva ricevuto un atto di irrogazione di sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. La contestazione verteva sull’utilizzo in compensazione di un credito Iva trimestrale senza aver preventivamente presentato l’apposita istanza, nota come “modello TR”.

Inizialmente, sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione al contribuente. Secondo i giudici di merito, l’omessa presentazione del modello TR costituiva una violazione “meramente formale”, in quanto il modello avrebbe un valore “meramente informativo” e la sua assenza non aveva causato alcun pregiudizio concreto all’attività di controllo dell’Amministrazione Finanziaria. Di conseguenza, le sanzioni erano state annullate.

L’impugnazione e la posizione della Cassazione sul credito Iva in compensazione

L’Agenzia delle Entrate, non condividendo la tesi della violazione formale, ha proposto ricorso per Cassazione. L’argomento centrale del Fisco era che la presentazione del modello TR rappresenta un presupposto indispensabile per l’esercizio del diritto alla compensazione. La sua omissione, quindi, non poteva essere declassata a semplice irregolarità.

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ribaltando completamente la prospettiva dei giudici di merito e allineandosi a un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato.

Da violazione formale a sostanziale: il cambio di prospettiva

La Corte ha chiarito che l’istanza prevista dalla normativa (D.P.R. n. 542/1999) non è una mera comunicazione informativa, ma un vero e proprio presupposto della compensazione. Pur non mettendo in discussione l’esistenza del credito Iva, l’omissione di questo adempimento rende illegittimo il suo utilizzo per compensare altri debiti tributari.

Le motivazioni

Il ragionamento della Corte si fonda su un principio di natura finanziaria e sostanziale. L’utilizzo del credito Iva in compensazione, in assenza della preventiva dichiarazione, si traduce in un mancato versamento di parte del tributo dovuto alle scadenze previste. Questo comportamento determina un ritardato incasso per l’Erario, con un conseguente “deficit di cassa”, seppur transitorio.

La violazione, pertanto, non è formale perché incide direttamente sul versamento e sulla disponibilità finanziaria dello Stato. La condotta è sanzionabile ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. n. 471/1997, proprio perché equivale a un omesso o tardivo versamento dell’imposta. La funzione della dichiarazione è, infatti, strumentale a consentire controlli di tipo sostanziale da parte dell’Amministrazione prima che la compensazione avvenga, garantendo così il corretto flusso delle entrate fiscali.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Commissione Tributaria Regionale per un nuovo esame, che dovrà attenersi al principio enunciato. L’ordinanza rappresenta un monito importante per tutti i contribuenti: gli adempimenti che precedono l’utilizzo dei crediti fiscali non sono semplici formalità. La presentazione del modello TR è un requisito essenziale per poter legittimamente utilizzare il credito Iva in compensazione. Ometterlo significa esporsi a sanzioni, poiché la violazione viene considerata sostanziale e direttamente lesiva degli interessi finanziari dello Stato.

È una violazione solo formale omettere la presentazione del modello TR prima di usare un credito IVA in compensazione?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la mancata presentazione del modello TR è una violazione di natura sostanziale, non meramente formale, perché costituisce un presupposto necessario per il corretto esercizio della compensazione.

Perché viene applicata una sanzione se il credito IVA è realmente esistente e spettante?
La sanzione è legittima perché l’utilizzo del credito senza la preventiva istanza si traduce in un mancato versamento del tributo alle scadenze previste. Questo causa un ritardato incasso per l’Erario e un conseguente, seppur transitorio, deficit di cassa, configurando una violazione sostanziale.

Qual è la principale funzione del modello TR secondo la sentenza?
Il modello TR non ha una funzione meramente informativa. È un presupposto della compensazione che integra i dati necessari per l’istanza di rimborso o compensazione, svolgendo una funzione strumentale a controlli di tipo sostanziale da parte dell’Amministrazione Finanziaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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