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Credito d’imposta TFR: quando chiedere il rimborso?

Una società edile in concordato preventivo ha chiesto il rimborso di un credito d’imposta TFR, non potendolo compensare. La Cassazione chiarisce che il termine per la richiesta decorre da quando l’INPS interviene per pagare i TFR, cassando la decisione di merito che aveva fissato un termine diverso.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Credito d’imposta TFR: quando scade il termine per il rimborso?

La gestione del credito d’imposta TFR rappresenta una questione complessa per le aziende, specialmente per quelle che affrontano una crisi finanziaria. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento cruciale su un aspetto fondamentale: il momento esatto in cui inizia a decorrere il termine per richiedere il rimborso di tale credito quando non è possibile utilizzarlo in compensazione. Questa decisione ha implicazioni significative per i datori di lavoro che si trovano in situazioni analoghe.

I Fatti del Caso: L’Azienda in Crisi e il Credito Maturato

Una società di costruzioni, entrata in amministrazione controllata e poi in concordato preventivo, aveva versato regolarmente gli acconti d’imposta sui Trattamenti di Fine Rapporto (TFR) maturati dai propri dipendenti, come previsto dalla Legge n. 662/1996. Questo versamento ha generato un credito d’imposta TFR a favore dell’azienda.

A causa della crisi, la società non era in grado di pagare direttamente i TFR ai dipendenti al momento della cessazione dei rapporti di lavoro. Di conseguenza, è intervenuto il Fondo di Garanzia dell’INPS, che ha saldato le indennità ai lavoratori, sostituendosi di fatto al datore di lavoro. L’INPS ha anche operato le relative ritenute fiscali e si è surrogato nei diritti dei lavoratori, insinuandosi nel passivo della procedura concorsuale.
In questa situazione, l’azienda si è trovata nell’impossibilità di recuperare il proprio credito tramite il meccanismo ordinario della compensazione. Ha quindi presentato un’istanza di rimborso all’Agenzia Fiscale per un importo considerevole. Di fronte al silenzio dell’amministrazione, la società ha avviato un contenzioso tributario.

La Decisione della Cassazione sul credito d'imposta TFR

Sia in primo che in secondo grado, i giudici tributari hanno dato ragione all’azienda, riconoscendo il suo diritto al rimborso. L’Agenzia Fiscale, tuttavia, ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, sollevando due questioni principali: la prima sulla rimborsabilità stessa del credito e la seconda sulla tempestività della richiesta di rimborso.

La Rimborsabilità del Credito: Un Diritto del Contribuente

La Corte ha respinto il primo motivo di ricorso dell’Agenzia. Ha ribadito un principio consolidato: il versamento dell’acconto sul TFR non è un beneficio fiscale, ma un ‘anticipo forzoso’ imposto dalla legge. Pertanto, negare al datore di lavoro la possibilità di recuperare tale somma, qualora la compensazione sia impossibile, costituirebbe un pregiudizio illegittimo per l’azienda e un indebito arricchimento per l’Erario. Il diritto al rimborso, in questi casi, è pienamente legittimo.

Il Dies a Quo: Il Momento Decisivo per la Richiesta

La Corte ha invece accolto il secondo motivo di ricorso, che si è rivelato decisivo. L’Agenzia sosteneva che la richiesta di rimborso fosse tardiva. Il punto cruciale era stabilire il dies a quo, ovvero il giorno da cui far partire il termine di decadenza per la presentazione dell’istanza.
La Cassazione ha stabilito un principio di diritto chiaro: il termine per chiedere il rimborso decorre dal momento in cui matura il diritto del datore di lavoro a utilizzare il credito d’imposta. In un caso come questo, tale momento coincide con l’intervento dell’INPS, cioè quando l’ente manifesta la volontà di surrogarsi e provvede al pagamento dei TFR ai dipendenti.
È in quell’istante che si concretizza l’impossibilità definitiva per l’azienda di usare la compensazione e, contestualmente, sorge il diritto alternativo al rimborso. La Corte ha ritenuto che i giudici di merito avessero errato nel calcolare questo termine, basandosi su presupposti di fatto non correttamente provati, come la presunta compensazione sistematica del credito fino all’ultimo dipendente.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sottolineando la natura dell’acconto versato. Non essendo una liberalità ma un obbligo, il suo recupero deve essere garantito. La legge prevede la compensazione come modalità principale, ma quando questa diventa impraticabile per cause oggettive (come l’intervento del Fondo di Garanzia), subentra il diritto al rimborso.
La motivazione centrale per l’accoglimento del secondo motivo risiede nella corretta individuazione del momento in cui il diritto al rimborso diventa azionabile. Questo non può essere lasciato alla discrezione del contribuente o legato alla cessazione dell’ultimo rapporto di lavoro, ma deve essere ancorato a un evento giuridico certo: la surroga dell’INPS. Questo evento cristallizza la situazione, rendendo il credito esigibile tramite rimborso e facendo scattare il relativo termine di decadenza.

Conclusioni

La sentenza viene cassata con rinvio alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado, che dovrà riesaminare il caso attenendosi a questo principio. Per le imprese, la lezione è chiara: in caso di crisi e intervento del Fondo di Garanzia INPS, il diritto al rimborso del credito d’imposta TFR è sacrosanto. Tuttavia, è fondamentale agire con tempestività. L’istanza di rimborso deve essere presentata entro il termine di decadenza, che inizia a decorrere non dalla data originaria del versamento, ma dal momento preciso in cui l’INPS interviene, rendendo manifesta l’impossibilità di utilizzare la compensazione.

Un’azienda può chiedere il rimborso diretto del credito d’imposta per gli acconti sul TFR se non può usarlo in compensazione?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che l’esclusione del rimborso causerebbe un illegittimo pregiudizio al datore di lavoro e un indebito arricchimento per l’erario, dato che il versamento dell’acconto è un ‘anticipo forzoso’ e non un beneficio fiscale.

Quando inizia a decorrere il termine per chiedere il rimborso del credito d’imposta sul TFR in caso di intervento del Fondo di Garanzia INPS?
Il termine (dies a quo) per la presentazione dell’istanza di rimborso decorre dal momento in cui matura il diritto del datore di lavoro a utilizzare il credito, che coincide con il momento in cui l’INPS manifesta la volontà di surrogarsi e provvede al pagamento dei TFR ai dipendenti.

L’intervento del Fondo di Garanzia INPS legittima la richiesta di rimborso da parte dell’azienda?
Sì. La surroga dell’INPS nei diritti dei lavoratori è l’evento giuridico che realizza il presupposto per il recupero del credito d’imposta da parte del datore di lavoro. Questo atto rende definitivo il diritto al recupero, che a quel punto può essere esercitato tramite richiesta di rimborso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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