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Costo diritto di superficie: come dedurlo fiscalmente

Una società siderurgica si è opposta a un accertamento dell’Agenzia delle Entrate riguardo la deducibilità del costo diritto di superficie. L’Agenzia lo considerava un bene immateriale da ammortizzare in 60 anni. La Cassazione ha dato ragione all’azienda, stabilendo che, in questo caso, il costo era accessorio ai fabbricati già esistenti e quindi ammortizzabile insieme a questi, con un piano di durata inferiore, in quanto necessario a garantirne la continuità operativa.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Costo Diritto di Superficie: Quando è Deducibile come Costo Accessorio al Fabbricato

Il trattamento contabile e fiscale del costo diritto di superficie rappresenta una questione di notevole importanza per le imprese che operano su terreni non di proprietà. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti decisivi, stabilendo che, in determinate circostanze, tale costo può essere considerato accessorio a un fabbricato preesistente e, di conseguenza, ammortizzato unitamente ad esso. Analizziamo la vicenda e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso: Una Complessa Vicenda Contabile

Una grande società industriale, operante nel settore siderurgico, aveva acquistato un diritto di superficie per sessant’anni su aree demaniali dove sorgevano già i suoi stabilimenti. In precedenza, l’utilizzo di tali aree era regolato da una concessione amministrativa. A seguito di un processo di sdemanializzazione, per garantire la continuità operativa, la società era stata costretta a stipulare un nuovo contratto per la costituzione del diritto di superficie.

La società aveva iscritto il corrispettivo pagato tra le “immobilizzazioni materiali”, considerandolo un costo accessorio ai fabbricati già esistenti. Di conseguenza, aveva avviato l’ammortamento del costo secondo il piano residuo dei fabbricati stessi, che era inferiore ai sessant’anni del diritto di superficie.

La Posizione dell’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate contestava questa impostazione. Secondo l’Ufficio, il costo per l’acquisto del diritto avrebbe dovuto essere iscritto tra le “immobilizzazioni immateriali”. Tale classificazione avrebbe comportato un ammortamento autonomo, deducibile fiscalmente in un numero di quote pari alla durata del diritto, ovvero sessanta anni, ai sensi dell’art. 103 del TUIR. Questa interpretazione avrebbe portato a quote di ammortamento annuali inferiori e, quindi, a un maggior reddito imponibile per la società.

Il Trattamento Fiscale del Costo Diritto di Superficie

La controversia verteva quindi sulla corretta qualificazione del costo diritto di superficie: costo autonomo e immateriale o costo accessorio a un bene materiale già esistente? La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso della società, ha chiarito che la soluzione non è univoca ma dipende dalla funzione economica e sostanziale dell’operazione.

Il principio contabile O.I.C. n. 16 stabilisce che nel costo di acquisto di un’immobilizzazione si computano anche i costi accessori, ovvero “tutti quegli eventuali altri oneri che l’impresa deve sostenere affinché l’immobilizzazione possa essere utilizzata”.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha ritenuto plausibile la scelta della contribuente di considerare il costo come “accessorio” a quello dei fabbricati già realizzati. La ragione risiede nella finalità dell’acquisto: il diritto di superficie non è stato acquisito per edificare nuove costruzioni, ma per conservare e continuare a utilizzare quelle già esistenti. Senza l’acquisizione di tale diritto, la società non avrebbe potuto mantenere l’operatività dei suoi impianti.

In una prospettiva economica e sostanziale, il costo sostenuto è stato funzionale a garantire l’utilizzo dei fabbricati, rientrando a pieno titolo nella definizione di onere che l’impresa deve sostenere “affinché l’immobilizzazione possa essere utilizzata”. Pertanto, la sua capitalizzazione unitamente al costo dei fabbricati e il conseguente ammortamento omogeneo a questi ultimi, ai sensi dell’art. 102 del TUIR, è stata ritenuta legittima.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche per le imprese. Si afferma un principio di prevalenza della sostanza sulla forma: la classificazione contabile e fiscale di un costo deve basarsi sulla sua effettiva funzione economica. Un costo, pur riferendosi a un diritto immateriale come quello di superficie, può essere patrimonializzato come costo accessorio a un bene materiale se è indispensabile per l’utilizzo di quest’ultimo.

Questo orientamento permette alle aziende una maggiore flessibilità nella gestione degli ammortamenti, allineando il trattamento fiscale alla realtà operativa e funzionale degli investimenti. La sentenza conferma che la corretta applicazione dei principi contabili è il presupposto fondamentale per la determinazione del reddito d’impresa e che la scelta di allocare un costo deve essere supportata da una solida analisi della sua natura e finalità economica.

Il costo per l’acquisto di un diritto di superficie a tempo determinato è sempre un’immobilizzazione immateriale?
No. Secondo la sentenza, sebbene il diritto di superficie sia un bene immateriale, il relativo costo può essere considerato un “costo accessorio” a un bene materiale (come un fabbricato) se è stato sostenuto per garantire la continuità di utilizzo del bene materiale stesso. In tal caso, può essere iscritto tra le immobilizzazioni materiali.

In quali condizioni il costo diritto di superficie può essere considerato un “costo accessorio” a un fabbricato esistente?
Può essere considerato tale quando l’acquisto del diritto non ha lo scopo di edificare nuove costruzioni, ma è funzionale a conservare e regolarizzare il regime di sfruttamento di fabbricati già edificati e strumentali all’attività d’impresa. In sostanza, quando senza tale costo, l’impresa non potrebbe continuare a utilizzare il fabbricato.

Qual è la conseguenza fiscale del classificare il costo del diritto di superficie come costo accessorio al fabbricato?
La conseguenza è che il costo del diritto di superficie viene patrimonializzato unitamente al costo del fabbricato e segue lo stesso piano di ammortamento. Se la vita utile residua del fabbricato è inferiore alla durata del diritto di superficie, l’impresa potrà dedurre il costo in un numero di anni inferiore, beneficiando di quote di ammortamento annuali più elevate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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