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Costo ammortamento: escluso dall’incentivo fiscale

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 29765/2025, ha stabilito che il costo ammortamento di un bene non può essere incluso tra i costi operativi per il calcolo dell’agevolazione ambientale (c.d. “Tremonti ambiente”). Un’impresa aveva aumentato il suo beneficio fiscale aggiungendo le quote di ammortamento di un impianto fotovoltaico ai costi operativi. La Corte ha rigettato il ricorso, affermando che tale pratica costituisce un’illegittima duplicazione del beneficio (bis in idem), poiché l’ammortamento rappresenta già la ripartizione del costo originario dell’investimento, che è il presupposto dell’agevolazione stessa. Includerlo nuovamente comporterebbe un ingiusto arricchimento per l’impresa.

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Pubblicato il 23 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Costo Ammortamento e Incentivi Fiscali: La Cassazione Fa Chiarezza

L’interpretazione delle norme fiscali relative agli incentivi ambientali è spesso terreno di scontro tra contribuenti e Amministrazione Finanziaria. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale: la corretta determinazione del beneficio fiscale noto come ‘Tremonti ambiente’, con particolare riferimento al calcolo del costo ammortamento. La decisione chiarisce che includere l’ammortamento tra i costi operativi per aumentare l’importo dell’agevolazione costituisce una duplicazione vietata, consolidando un orientamento giurisprudenziale rigoroso.

I Fatti di Causa

Una società operante nel settore delle energie rinnovabili aveva beneficiato dell’agevolazione ambientale per un impianto fotovoltaico. Nel calcolare l’importo della variazione in diminuzione, l’impresa aveva sommato al sovraccosto dell’investimento anche le quote di ammortamento annuali dell’impianto, considerandole ‘costi operativi’.

L’Agenzia delle Entrate, tramite un avviso di accertamento, contestava tale metodologia, disconoscendo la maggiorazione del beneficio. Secondo l’Ufficio, l’inclusione del costo ammortamento generava una duplicazione dell’agevolazione, poiché l’ammortamento non è altro che la ripartizione contabile del costo originario dell’investimento, già di per sé oggetto del beneficio.

La controversia approdava prima davanti alla Commissione Tributaria Provinciale e poi a quella Regionale, che davano entrambe ragione all’Agenzia delle Entrate. La società decideva quindi di ricorrere in Cassazione.

La Posizione della Corte sul Costo Ammortamento

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, confermando la linea dei giudici di merito e consolidando un principio già espresso in precedenti pronunce. Il cuore della decisione si basa sulla natura stessa dell’ammortamento e sulla finalità dell’agevolazione fiscale.

Il legislatore, spiegano i giudici, definisce l’ammortamento come la quota del costo iniziale di un bene strumentale riferibile a ciascun esercizio commerciale. Si tratta, in sostanza, di un procedimento contabile per distribuire il costo di acquisto lungo la vita utile del bene. Pertanto, le quote di ammortamento sono già ‘ricomprese’ nel costo originario sostenuto per l’investimento ambientale.

Consentire di aggiungerle nuovamente come ‘costo operativo’ significherebbe dedurre la stessa spesa due volte: una prima volta come costo complessivo dell’investimento e una seconda volta, periodicamente, come quota di ammortamento. Questa operazione, secondo la Corte, configura un illegittimo bis in idem fiscale, che non incentiva legittimamente un’attività, ma si traduce in un ingiusto arricchimento del soggetto beneficiario.

I Costi Operativi Ammissibili e la Disciplina Comunitaria

La Corte chiarisce quali siano i costi operativi effettivamente idonei ad essere aggiunti al costo dell’investimento. Si tratta esclusivamente di quei costi legati all’effettivo utilizzo del bene eco-compatibile che l’impresa non avrebbe sostenuto se avesse utilizzato un bene analogo ma con maggiore impatto ambientale. In altre parole, solo i costi incrementali e aggiuntivi sono rilevanti, non la ripartizione del costo di acquisto.

La Questione dei Contributi GSE

Nel suo secondo motivo di ricorso, la società lamentava un errore della Corte territoriale nel considerare i contributi GSE (Gestore dei Servizi Energetici) come interamente incompatibili con l’agevolazione. La Cassazione ha dichiarato questo motivo inammissibile, rilevando che era stata la stessa società, come accertato in fatto dai giudici di merito, a includere tali contributi nei propri calcoli. L’affermazione sulla non cumulabilità dei benefici era quindi una conseguenza logica di una premessa fattuale non contestata.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si fondano su un’interpretazione logico-sistematica della normativa fiscale e dei principi contabili. L’obiettivo dell’agevolazione ‘Tremonti ambiente’ è quello di incentivare un sovraccosto di investimento per la tutela ambientale. Il beneficio è calcolato proprio su questo costo iniziale. L’ammortamento, essendo la mera ripartizione di tale costo nel tempo, non può essere considerato un onere aggiuntivo. Se lo fosse, si creerebbe una distorsione, premiando il contribuente oltre la finalità della norma. La decisione si allinea inoltre con la disciplina comunitaria sugli aiuti di Stato, che mira a compensare i costi aggiuntivi della sostenibilità, non a generare profitti indebiti.

Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un punto fermo per le imprese che investono in beni ambientali. Stabilisce chiaramente che il costo ammortamento non può essere utilizzato per gonfiare l’importo dell’agevolazione ‘Tremonti ambiente’. Le aziende devono quindi prestare massima attenzione nella compilazione dei calcoli, limitandosi a considerare come costi operativi solo le spese effettive e aggiuntive derivanti dall’utilizzo della tecnologia green. La decisione rafforza il principio che vieta la doppia deduzione dello stesso costo, garantendo che gli incentivi fiscali raggiungano il loro scopo senza creare ingiustificati vantaggi economici.

Il costo di ammortamento di un impianto fotovoltaico può essere considerato un costo operativo ai fini dell’agevolazione ‘Tremonti ambiente’?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che non può essere considerato un costo operativo aggiuntivo, in quanto è già ricompreso nel costo originario dell’investimento che dà diritto all’agevolazione.

Perché includere l’ammortamento nel calcolo del beneficio fiscale è considerato illegittimo?
Perché creerebbe una duplicazione del beneficio (un ‘bis in idem’), permettendo di dedurre due volte la stessa spesa: prima come costo complessivo dell’investimento e poi, periodicamente, come quota di ammortamento. Questo comporterebbe un ingiusto arricchimento per l’impresa.

Quali sono i costi operativi che possono essere aggiunti al costo dell’investimento per calcolare l’agevolazione?
Secondo la Corte, sono ammissibili solo quei costi aggiuntivi legati all’effettivo utilizzo del bene eco-compatibile che l’impresa non avrebbe sostenuto utilizzando un bene convenzionale con maggiore impatto ambientale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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