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Costituzione tardiva: non è inammissibile in appello

Una società contesta un accertamento fiscale. In appello, la sua costituzione tardiva viene dichiarata inammissibile. La Cassazione ribalta la decisione, affermando che la costituzione tardiva non comporta inammissibilità ma solo la decadenza da alcune facoltà processuali, garantendo il diritto di difesa. Il caso è rinviato per un nuovo esame.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Costituzione Tardiva in Appello: La Cassazione Tutela il Diritto di Difesa

Nel processo tributario, il rispetto dei termini è fondamentale. Tuttavia, non tutte le scadenze hanno le stesse conseguenze. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha chiarito un punto cruciale riguardante la costituzione tardiva della parte appellata, stabilendo che essa non comporta l’inammissibilità delle difese, ma solo alcune preclusioni. Questa decisione riafferma la centralità del diritto di difesa e del principio del contraddittorio.

I Fatti di Causa

Una società in liquidazione impugnava un avviso di accertamento relativo a IRES e IRAP per due annualità, con cui l’Agenzia delle Entrate contestava l’esistenza di alcune operazioni commerciali. In primo grado, la Commissione Tributaria Provinciale accoglieva integralmente i ricorsi della società.

L’Agenzia delle Entrate proponeva appello dinanzi alla Commissione Tributaria Regionale. La società contribuente si costituiva in questo secondo grado di giudizio per chiedere la conferma della prima sentenza, ma lo faceva oltre il termine di sessanta giorni previsto dalla legge.

La Decisione della Commissione Tributaria Regionale

La Commissione Tributaria Regionale, accogliendo il gravame dell’Ufficio, dichiarava inammissibile la costituzione in giudizio della società. Secondo i giudici d’appello, il ritardo nella costituzione impediva di prendere in considerazione le difese e le argomentazioni della contribuente. Di conseguenza, la sentenza di primo grado veniva riformata a favore dell’Amministrazione Finanziaria.

Il Ricorso in Cassazione sulla costituzione tardiva

Contro questa decisione, la società proponeva ricorso per cassazione, lamentando principalmente la violazione del principio del contraddittorio e del diritto di difesa. Sosteneva che l’aver effettuato una costituzione tardiva non avrebbe dovuto portare all’inammissibilità, sanzione non prevista dalla normativa, ma solo alla decadenza dalla facoltà di compiere determinate attività processuali, come proporre eccezioni non rilevabili d’ufficio.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il motivo di ricorso della società. I giudici hanno chiarito che, nel processo tributario, il termine di sessanta giorni per la costituzione della parte appellata (resistente) ha natura ordinatoria e non perentoria. La sua inosservanza non è sanzionata con l’inammissibilità.

La conseguenza della costituzione tardiva è unicamente la decadenza da alcune facoltà processuali, come la possibilità di proporre eccezioni di merito o processuali non rilevabili d’ufficio o di chiedere la chiamata in causa di terzi. La parte tardivamente costituita, in sostanza, deve accettare il processo nello stato in cui si trova.

Tuttavia, essa conserva pienamente il diritto di difendersi nel merito, ovvero:

* Contestare i fatti posti a fondamento della pretesa avversaria.
* Discutere l’applicabilità e l’interpretazione delle norme di diritto invocate.
* Produrre documenti e memorie nei termini successivi previsti dalla legge (ad esempio, fino a 20 giorni prima dell’udienza per i documenti e 10 giorni prima per le memorie).

La Corte ha sottolineato che una diversa interpretazione violerebbe l’art. 24 della Costituzione, che garantisce il diritto inviolabile alla difesa in ogni stato e grado del procedimento. Dichiarare inammissibile la costituzione per un mero ritardo significherebbe negare alla parte la possibilità di partecipare alla discussione e di confutare le ragioni dell’avversario.

Conclusioni: L’Impatto Pratico della Sentenza

L’ordinanza in esame consolida un principio di garanzia fondamentale per il contribuente. La decisione chiarisce che un errore procedurale come il ritardo nella costituzione in appello non può comportare la conseguenza estrema dell’esclusione dal dibattito processuale. La sanzione deve essere proporzionata alla violazione: la parte inadempiente perde alcune facoltà, ma non il diritto fondamentale di difendersi. La Commissione Tributaria Regionale, omettendo di valutare le controdeduzioni della società, ha commesso un error in iudicando che ha leso il contraddittorio. La causa è stata quindi rinviata al giudice d’appello, che dovrà riesaminare il merito della controversia tenendo conto delle difese della società.

Cosa succede se una parte si costituisce in ritardo nel giudizio di appello tributario?
La parte che si costituisce in ritardo non viene esclusa dal giudizio. La sua costituzione è valida, ma subisce la decadenza da alcune facoltà processuali, come quella di proporre eccezioni non rilevabili d’ufficio o di chiamare in causa terzi.

La costituzione tardiva viene sanzionata con l’inammissibilità degli atti difensivi?
No. La normativa sul processo tributario non prevede la sanzione dell’inammissibilità per la tardiva costituzione della parte resistente. Una tale sanzione sarebbe in contrasto con il diritto di difesa garantito dalla Costituzione.

Quali diritti conserva la parte che si è costituita tardivamente?
Conserva il diritto di difendersi nel merito, negando i fatti affermati dall’appellante, contestando l’applicazione delle norme di diritto e producendo documenti e memorie difensive, nel rispetto dei termini successivi previsti per tali attività.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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