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Costi sponsorizzazioni ASD: la presunzione assoluta

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 34816/2024, ha confermato la piena deducibilità dei costi sponsorizzazioni ASD fino a 200.000 euro. Viene stabilito che l’art. 90 della Legge 289/2002 introduce una presunzione legale assoluta, impedendo all’Agenzia delle Entrate di contestare la spesa sulla base di criteri di antieconomicità o sproporzione. La deducibilità è subordinata unicamente alla prova dell’effettiva esecuzione della prestazione promozionale da parte dell’associazione sportiva.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Costi Sponsorizzazioni ASD: la Cassazione Conferma la Presunzione Assoluta

La deducibilità dei costi sponsorizzazioni ASD è un tema di grande interesse per imprese e professionisti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 34816 del 2024, ha fornito chiarimenti decisivi, consolidando il principio della presunzione legale assoluta di deducibilità per tali spese, entro determinati limiti e a specifiche condizioni. Questa pronuncia rappresenta un punto fermo contro i tentativi dell’Amministrazione Finanziaria di contestare tali costi sulla base di valutazioni di congruità o economicità.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un avviso di accertamento notificato a un agente di commercio. L’Agenzia delle Entrate aveva contestato la deducibilità dei costi sostenuti per la sponsorizzazione di un’associazione sportiva dilettantistica locale, ritenendoli sproporzionati e antieconomici. In particolare, il Fisco sosteneva che le prestazioni pubblicitarie fossero state garantite ad altri sponsor a costi notevolmente inferiori e che la spesa fosse eccessiva rispetto al volume d’affari del professionista.

Mentre la Commissione Tributaria Provinciale aveva dato ragione all’Amministrazione, la Commissione Tributaria Regionale aveva riformato la decisione, riconoscendo la deducibilità dei costi. L’Agenzia delle Entrate ha quindi proposto ricorso per Cassazione, contestando la violazione dell’art. 90, comma 8, della Legge 289/2002.

La Presunzione Legale sui Costi Sponsorizzazioni ASD

Il fulcro della questione giuridica risiede nell’interpretazione dell’art. 90, comma 8, della Legge n. 289/2002. Questa norma stabilisce che i corrispettivi erogati a favore di società e associazioni sportive dilettantistiche, fino a un importo annuo di 200.000 euro, costituiscono per il soggetto erogante spese di pubblicità.

La Corte di Cassazione ha ribadito che tale disposizione introduce una presunzione legale assoluta (e non relativa) circa la natura pubblicitaria di tali spese. Ciò significa che, una volta rispettate le condizioni previste dalla legge, il costo è considerato pubblicitario e, di conseguenza, deducibile, senza che l’Amministrazione Finanziaria possa dimostrare il contrario.

Le Condizioni per la Deducibilità

La presunzione assoluta opera a patto che siano soddisfatte precise condizioni:
1. Il soggetto sponsorizzato deve essere una compagine sportiva dilettantistica.
2. Deve essere rispettato il limite quantitativo di spesa di 200.000 euro annui.
3. La sponsorizzazione deve mirare a promuovere l’immagine o i prodotti dello sponsor.
4. Il soggetto sponsorizzato deve aver effettivamente posto in essere una specifica attività promozionale.

Quest’ultimo punto è cruciale: la presunzione non copre l’inerzia. Il Fisco può contestare la deduzione solo se dimostra che la prestazione pubblicitaria non è mai stata eseguita o è stata eseguita in modo fittizio.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, motivando che le censure sollevate erano infondate. Secondo i giudici, una volta accertato che l’associazione sportiva ha realmente eseguito le prestazioni promozionali (nel caso di specie, provate tramite estratti di periodici e fotografie), qualsiasi valutazione sulla congruità economica del corrispettivo diventa irrilevante. La legge, infatti, non richiede un giudizio di congruità, ma solo la verifica dell’esistenza della controprestazione pubblicitaria.

La Cassazione ha chiarito che tentare di introdurre un requisito di congruità economica sarebbe contrario alla volontà del legislatore, che ha voluto incentivare le sponsorizzazioni nel mondo dello sport dilettantistico attraverso una norma di favore. Pertanto, confronti con i prezzi pagati da altri sponsor o valutazioni sull’effettivo ritorno d’immagine per il contribuente non possono essere utilizzati dal Fisco per negare la deducibilità dei costi sponsorizzazioni ASD.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale favorevole ai contribuenti. Le imprese e i professionisti che investono in sponsorizzazioni sportive dilettantistiche possono beneficiare di una presunzione assoluta di deducibilità, a condizione di poter documentare in modo puntuale l’effettiva esecuzione delle attività promozionali da parte dell’ASD. È quindi fondamentale conservare prove concrete come fotografie, rassegne stampa, materiale pubblicitario e qualsiasi altro elemento che attesti la visibilità data al proprio marchio. La decisione della Cassazione pone un freno alle contestazioni basate su mere valutazioni di convenienza economica, fornendo maggiore certezza giuridica agli operatori economici.

I costi di sponsorizzazione a favore di una ASD sono sempre deducibili?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, i costi fino a 200.000 euro annui sono assistiti da una presunzione legale assoluta di deducibilità come spese di pubblicità, a condizione che l’associazione sportiva svolga effettivamente un’attività promozionale per promuovere l’immagine o i prodotti dello sponsor.

L’Agenzia delle Entrate può contestare la deducibilità di una sponsorizzazione perché la ritiene troppo costosa o ‘antieconomica’?
No. La sentenza chiarisce che l’Amministrazione Finanziaria non può effettuare una valutazione sulla congruità o sull’economicità della spesa. La presunzione legale assoluta preclude questo tipo di indagine, una volta che sia stata provata l’effettiva esecuzione della prestazione pubblicitaria.

Cosa deve dimostrare un’impresa per difendere la deducibilità dei costi di sponsorizzazione verso una ASD?
L’impresa deve essere in grado di provare che la sponsorizzazione non è fittizia e che l’associazione sportiva ha concretamente realizzato le attività promozionali pattuite. È essenziale conservare documentazione come fotografie, pubblicazioni su periodici, materiale pubblicitario con il logo dello sponsor o altri elementi che attestino l’avvenuta promozione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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