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Costi sponsorizzazione ASD: deducibilità e prova

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, confermando la piena deducibilità dei costi di sponsorizzazione a favore di una ASD. L’ordinanza ribadisce che per i costi di sponsorizzazione ASD fino a 200.000 euro vige una presunzione legale assoluta di inerenza, rendendo irrilevanti le valutazioni sulla congruità della spesa. L’unico requisito fondamentale è la prova dell’effettiva esecuzione dell’attività promozionale da parte dell’associazione.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Costi Sponsorizzazione ASD: la Cassazione Conferma la Deducibilità Assoluta

L’ordinanza in commento offre un importante chiarimento sulla disciplina fiscale relativa ai costi sponsorizzazione ASD (Associazioni Sportive Dilettantistiche). La Corte di Cassazione ha stabilito che, entro determinati limiti, tali spese godono di una presunzione assoluta di deducibilità, ponendo un freno alle contestazioni dell’Amministrazione Finanziaria basate su criteri di antieconomicità. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi affermati.

I Fatti del Caso

La controversia nasce da un avviso di accertamento notificato a un agente di commercio per l’anno d’imposta 2007. L’Amministrazione Finanziaria aveva contestato la deducibilità dei costi sostenuti dal contribuente per la sponsorizzazione di un’associazione sportiva dilettantistica locale. Secondo il Fisco, tali spese erano sproporzionate e antieconomiche, sia rispetto al volume d’affari del contribuente, sia in confronto a quanto pagato da altri sponsor alla medesima associazione.

Mentre la Commissione Tributaria di primo grado aveva dato ragione all’ente impositore, la Commissione Tributaria Regionale aveva riformato la decisione, riconoscendo la legittimità della deduzione. L’Agenzia delle Entrate ha quindi proposto ricorso per Cassazione, lamentando un’errata valutazione delle prove e l’omesso esame di fatti decisivi.

La Disciplina dei Costi Sponsorizzazione ASD

Il fulcro della decisione ruota attorno all’interpretazione dell’art. 90, comma 8, della Legge n. 289/2002. Questa norma stabilisce che i corrispettivi in denaro o in natura erogati a favore di società e associazioni sportive dilettantistiche, fino a un importo annuo di 200.000 euro, costituiscono per il soggetto erogante spese di pubblicità.

La giurisprudenza di legittimità ha da tempo chiarito che questa disposizione introduce una presunzione legale assoluta di inerenza e congruità. Ciò significa che, al ricorrere di specifiche condizioni, la spesa è considerata pubblicitaria per definizione di legge, senza che l’Amministrazione Finanziaria possa contestarne la convenienza economica.

Le condizioni per l’applicazione di tale presunzione sono:
1. Il soggetto sponsorizzato deve essere una compagine sportiva dilettantistica.
2. L’importo della sponsorizzazione non deve superare i 200.000 euro annui.
3. La sponsorizzazione deve mirare a promuovere l’immagine o i prodotti dello sponsor.
4. L’associazione sponsorizzata deve aver effettivamente posto in essere una specifica attività promozionale.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i motivi di ricorso presentati dall’Agenzia, confermando la sentenza d’appello. I giudici hanno ribadito che, in presenza della presunzione assoluta prevista dalla legge, ogni valutazione circa la congruità del costo o l’effettività del vantaggio economico per lo sponsor è del tutto inconferente.

Il Fisco non può, quindi, disconoscere la deducibilità dei costi sponsorizzazione ASD sostenendo che siano eccessivi o che altri sponsor abbiano pagato meno per prestazioni simili. L’unica leva a disposizione dell’Amministrazione Finanziaria è contestare l’ultimo requisito, ossia l’effettiva esecuzione della prestazione pubblicitaria.

Nel caso di specie, la Corte ha rilevato che il giudice d’appello aveva correttamente adempiuto al proprio dovere, valutando in modo autonomo le prove prodotte dal contribuente (come estratti di periodici e fotografie) e ritenendole sufficienti a dimostrare che l’attività promozionale era stata realmente svolta. Pertanto, il tentativo dell’Agenzia di rimettere in discussione l’accertamento dei fatti è stato respinto, in quanto estraneo al giudizio di legittimità.

Conclusioni

L’ordinanza consolida un orientamento favorevole ai contribuenti che investono nelle associazioni sportive dilettantistiche. La presunzione assoluta di deducibilità per i costi sponsorizzazione ASD entro i 200.000 euro rappresenta una solida tutela contro accertamenti fiscali basati su valutazioni discrezionali di economicità. Per le imprese e i professionisti, l’insegnamento è chiaro: è fondamentale documentare con precisione non solo il pagamento, ma soprattutto l’effettiva esecuzione delle attività promozionali pattuite con l’ASD. Conservare fotografie, articoli di giornale, materiale pubblicitario e qualsiasi altra prova dell’avvenuta promozione è l’elemento chiave per difendersi da eventuali contestazioni.

I costi di sponsorizzazione a favore di una ASD sono sempre deducibili?
Secondo la Corte, i corrispettivi fino a 200.000 euro annui sono assistiti da una presunzione assoluta di inerenza e congruità e sono quindi considerati spese di pubblicità deducibili, a patto che l’ASD svolga effettivamente una specifica attività promozionale a favore dello sponsor.

L’Amministrazione Finanziaria può contestare la deducibilità di questi costi perché li ritiene sproporzionati o antieconomici?
No. L’ordinanza chiarisce che, in virtù della presunzione legale assoluta, ogni valutazione sull’effettività del vantaggio economico o sulla congruità del costo è inconferente. L’unico aspetto che può essere contestato è la reale esecuzione della prestazione pubblicitaria.

Chi deve provare che la prestazione pubblicitaria è stata effettivamente eseguita?
Anche se la legge offre una forte presunzione, spetta al contribuente dimostrare l’effettiva esecuzione della prestazione promozionale da parte dell’ASD. Nel caso di specie, il contribuente ha fornito prove come estratti di periodici e fotografie, che il giudice ha ritenuto sufficienti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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