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Costi intercompany: la Cassazione sul distacco personale

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7513/2024, ha rigettato il ricorso di una società, confermando l’indeducibilità dei costi intercompany per un presunto distacco di personale. La Corte ha stabilito che, in assenza di prove concrete sull’effettiva prestazione dei servizi e di un contratto specifico, tali operazioni vengono considerate oggettivamente inesistenti. La decisione sottolinea la necessità per le aziende di documentare rigorosamente le operazioni infragruppo per legittimare la deduzione dei relativi costi.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Costi Intercompany: La Cassazione sul Distacco di Personale

L’ordinanza n. 7513 del 20 marzo 2024 della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti sulla gestione fiscale dei costi intercompany, in particolare quelli derivanti dal distacco di personale tra società dello stesso gruppo. La sentenza ribadisce un principio fondamentale: senza una prova rigorosa dell’effettività dell’operazione, i costi non sono deducibili e l’IVA non è detraibile, poiché l’operazione può essere considerata fiscalmente inesistente. Questa decisione serve da monito per tutte le aziende che utilizzano strutture di gruppo.

I Fatti di Causa

Una società operante nel settore della grande distribuzione si è vista notificare un avviso di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate. L’amministrazione finanziaria contestava la deduzione di costi e la detrazione dell’IVA relativa a una fattura emessa da un’altra società del gruppo (consolidata) per servizi di distacco temporaneo di personale. Secondo il Fisco, tali operazioni erano “oggettivamente inesistenti”.

La Commissione Tributaria Regionale (CTR) aveva accolto solo parzialmente l’appello della società. I giudici di secondo grado avevano riconosciuto la legittimità del distacco solo per tre dipendenti, le cui dichiarazioni confermavano l’effettività del rapporto. Per il resto, la CTR aveva confermato l’accertamento, motivando che la società non aveva provato l’esistenza di un’eccedenza di costi giustificata da prestazioni di servizi reali, data anche la mancanza di una convenzione contrattuale che ne specificasse la natura.

L’Analisi della Corte sui Costi Intercompany

La società ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su cinque motivi, tutti respinti dalla Suprema Corte. L’analisi della Corte si è concentrata sulla distinzione tra un mero rimborso spese per distacco di personale e una vera e propria prestazione di servizi infragruppo.

La Prova dell’Effettività delle Operazioni

Il punto centrale della decisione è l’onere della prova. La Cassazione ha sottolineato che, per dedurre i costi intercompany, il contribuente deve dimostrare in modo inequivocabile che le operazioni fatturate sono state effettivamente realizzate. Nel caso specifico, le dichiarazioni di soli tre lavoratori non erano sufficienti a giustificare l’intero importo fatturato, che includeva costi per un numero ben maggiore di presunti servizi.

Distacco di Personale vs. Prestazione di Servizi

La Corte ha implicitamente richiamato la disciplina del distacco di personale (art. 8, comma 35, L. 67/1988), secondo cui il semplice rimborso del costo del lavoratore distaccato è un’operazione fuori campo IVA. Se, tuttavia, la società distaccante addebita un importo superiore al mero costo, tale eccedenza si qualifica come prestazione di servizi, soggetta a IVA. La mancanza di un contratto che definisse la natura di questi servizi aggiuntivi è stata un elemento decisivo a sfavore della società.

L’Irrilevanza della Sentenza Penale di Assoluzione

Un altro motivo di ricorso riguardava la mancata considerazione, da parte della CTR, di una sentenza penale di assoluzione del legale rappresentante per i medesimi fatti. La Cassazione ha ribadito il principio consolidato dell’autonomia tra giudizio tributario e giudizio penale. A causa delle diverse regole probatorie (ad esempio, il divieto di testimonianza nel processo tributario), il giudice tributario non è vincolato dall’esito del processo penale e deve condurre una valutazione autonoma delle prove.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha rigettato tutti i motivi di ricorso, ritenendoli inammissibili o infondati. In sintesi, le motivazioni principali sono state:

1. Mancata Prova: La ricorrente non ha fornito prove sufficienti a dimostrare l’effettività delle prestazioni di servizio che giustificassero i costi eccedenti il semplice rimborso per i tre dipendenti. La motivazione della CTR, pur sintetica, è stata ritenuta sufficiente e non apparente.
2. Corretta Qualificazione Giuridica: La Corte ha ritenuto che la CTR non fosse andata oltre le domande delle parti (vizio di ultrapetizione) nel richiamare la normativa IVA sul distacco, poiché tale questione era già emersa negli atti della Guardia di Finanza.
3. Autonomia dei Procedimenti: È stata confermata la piena autonomia del giudice tributario nel valutare gli elementi probatori, indipendentemente dall’esito di un procedimento penale correlato.
4. Inammissibilità dei Motivi: Alcuni motivi sono stati giudicati inammissibili perché, anziché denunciare vizi di legittimità, miravano a ottenere un riesame del merito della controversia, precluso in sede di Cassazione.

Le Conclusioni

L’ordinanza n. 7513/2024 rafforza un messaggio chiaro per le imprese strutturate in gruppi societari: la gestione dei costi intercompany richiede massima trasparenza e una documentazione ineccepibile. Non è sufficiente emettere una fattura; è necessario poter dimostrare, con contratti dettagliati e prove concrete, la realtà economica delle operazioni sottostanti. In caso di distacco di personale, è cruciale distinguere chiaramente tra il mero rimborso del costo del lavoro, fiscalmente neutro ai fini IVA, e l’eventuale fornitura di servizi aggiuntivi, che deve essere formalizzata e correttamente assoggettata a imposta. La sentenza evidenzia come l’onere della prova gravi interamente sul contribuente e come l’assenza di tale prova porti inevitabilmente alla conferma degli accertamenti fiscali.

Quale prova è necessaria per dedurre i costi intercompany per il distacco di personale?
È necessario fornire la prova rigorosa che le operazioni fatturate siano effettivamente avvenute e non rappresentino un semplice rimborso spese. Occorre dimostrare, ad esempio tramite contratti specifici e altra documentazione, la natura delle prestazioni di servizio che giustificano i costi addebitati, soprattutto se eccedono il mero costo del personale distaccato.

Una sentenza penale di assoluzione per reati fiscali ha valore nel processo tributario?
No, non automaticamente. La Corte di Cassazione ribadisce il principio dell’autonomia tra il giudizio penale e quello tributario. A causa delle diverse regole probatorie, il giudice tributario deve condurre una valutazione indipendente delle prove e non è vincolato dall’esito del processo penale.

Quando il rimborso dei costi per il distacco di personale è esente da IVA?
Secondo l’art. 8, comma 35, della L. 67/1988, il distacco di personale è considerato un’operazione fuori dal campo di applicazione dell’IVA quando la società utilizzatrice rimborsa alla società distaccante un importo pari al solo costo del dipendente (retribuzione e oneri sociali). Qualsiasi somma addebitata in più viene qualificata come prestazione di servizi e, come tale, è soggetta a IVA.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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