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Costi indeducibili e spese legali: guida alla Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9910/2024, ha chiarito i confini dei costi indeducibili. Ha respinto il ricorso di una società fallita che contestava un accertamento per fatture inesistenti, confermando l’onere della prova a carico del contribuente. Inoltre, accogliendo il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ha stabilito l’indeducibilità delle spese legali per la difesa degli amministratori, in quanto non inerenti all’attività d’impresa.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Costi Indeducibili e Spese Legali: La Cassazione detta le Regole

Con la recente ordinanza n. 9910/2024, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale per le imprese: la gestione dei costi indeducibili. La decisione analizza due aspetti fondamentali: la deducibilità dei costi derivanti da fatture per operazioni inesistenti e quella delle spese legali sostenute per la difesa degli amministratori. Questa pronuncia fornisce chiarimenti essenziali sull’onere della prova che grava sul contribuente e sul rigoroso principio di inerenza.

Il Contesto del Caso: Fatture Fittizie e Spese Legali

Il caso ha origine da un avviso di accertamento notificato a una società, operante nel commercio di metalli, per l’anno d’imposta 2012. L’Agenzia delle Entrate contestava la deducibilità di costi per milioni di euro, ritenendoli fittizi poiché derivanti da fatture per operazioni soggettivamente inesistenti. Inoltre, l’amministrazione finanziaria contestava la deducibilità di spese legali relative all’assistenza penale degli amministratori della società.

Mentre la Commissione tributaria provinciale aveva respinto integralmente il ricorso della società, la Commissione regionale aveva parzialmente riformato la decisione, riconoscendo la deducibilità delle spese legali. Entrambe le parti hanno quindi proposto ricorso in Cassazione: la società (nel frattempo fallita) per veder riconosciuta la deducibilità dei costi operativi e l’Agenzia delle Entrate per contestare la deducibilità delle spese legali.

La Decisione della Cassazione sui Costi Indeducibili

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso principale della società, confermando la posizione dell’amministrazione finanziaria sulla questione delle fatture. I giudici hanno basato la loro decisione su principi procedurali e di merito consolidati.

L’Inammissibilità del Ricorso e l’Onere della Prova

In primo luogo, la Corte ha dichiarato inammissibili i motivi di ricorso della società basati sull’omesso esame di fatti decisivi, applicando il principio della cosiddetta “doppia conforme”. Poiché le due sentenze di merito erano giunte alla stessa conclusione sui fatti, il ricorso in Cassazione su tale aspetto era precluso. La Corte ha ribadito che, di fronte a presunzioni gravi, precise e concordanti fornite dall’Ufficio (come l’assenza di documenti di trasporto o di pesatura della merce), spetta al contribuente fornire la prova contraria, dimostrando l’effettività dell’operazione e la sussistenza dei requisiti di deducibilità. Onere che, nel caso di specie, la società non ha assolto.

La Prova dei Ricavi Corrispondenti ai Costi

Un altro punto cruciale affrontato è l’applicazione dell’art. 8 del D.L. 16/2012, che prevede, in caso di costi per operazioni inesistenti, la possibilità di escludere dalla tassazione i componenti positivi (ricavi) direttamente correlati. La Cassazione ha chiarito che non vi è alcun automatismo: è il contribuente a dover provare la natura fittizia anche dei ricavi. In assenza di tale prova, l’imposizione diretta sul profitto lordo, senza la deduzione dei costi fittizi, è legittima.

Costi Indeducibili: L’Indeducibilità delle Spese Legali per gli Amministratori

Accogliendo il ricorso incidentale dell’Agenzia delle Entrate, la Corte ha riformato la sentenza d’appello, stabilendo che le spese legali sostenute da una società per la difesa dei propri amministratori in procedimenti penali non sono costi indeducibili.

Le motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sul principio di inerenza, sancito dall’art. 109 del TUIR. I giudici hanno affermato che, per essere deducibile, un costo non deve essere semplicemente conseguente all’esercizio dell’impresa, ma deve avere una correlazione diretta con un’attività potenzialmente idonea a produrre utili. La difesa penale di un amministratore, anche se per reati tributari commessi nell’interesse (presunto) della società, si colloca in una sfera personale ed estranea all’attività aziendale. Il giudizio sull’inerenza è di carattere qualitativo e non quantitativo; pertanto, l’eventuale utilità indiretta per l’azienda (come evitare la confisca dei beni) non è sufficiente a renderne deducibile il costo. La Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato, secondo cui l’assunzione di tali spese non è qualificabile come un costo di operazioni sociali legittime.

Le conclusioni

L’ordinanza n. 9910/2024 consolida due principi fondamentali in materia di costi indeducibili. In primo luogo, in caso di accertamento basato su operazioni inesistenti, il contribuente ha l’onere stringente di fornire prove concrete e documentate per dimostrare l’effettività e l’inerenza dei costi. In secondo luogo, viene tracciata una linea netta sull’indeducibilità delle spese legali per la difesa penale degli amministratori, escludendole dal perimetro dell’attività d’impresa. Questa decisione rafforza la necessità per le aziende di una gestione contabile e fiscale trasparente e rigorosa, separando nettamente le spese aziendali da quelle che, pur avendo un’origine connessa all’impresa, appartengono alla sfera personale dei singoli.

Quando è possibile dedurre un costo contestato per fatture inesistenti?
In caso di operazioni soggettivamente inesistenti, il costo può essere dedotto se il contribuente prova i requisiti di effettività, inerenza, competenza e certezza. Per le operazioni oggettivamente inesistenti, nessun costo è deducibile. In entrambi i casi, l’onere della prova grava sul contribuente e la sentenza sottolinea che la società non ha fornito alcuna prova per documentare l’effettiva operazione.

Le spese legali sostenute da una società per difendere i propri amministratori in un processo penale sono deducibili?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che tali spese non sono deducibili. Il principio di inerenza richiede una correlazione diretta tra il costo e un’attività idonea a produrre utili. Le spese per la difesa penale di un amministratore si collocano in una sfera estranea all’attività d’impresa e non soddisfano tale requisito.

In caso di operazioni inesistenti, i ricavi corrispondenti ai costi indeducibili vengono automaticamente esclusi dalla tassazione?
No, non c’è alcun automatismo. Secondo la normativa vigente, in caso di operazioni oggettivamente inesistenti, grava sul contribuente l’onere di provare la natura fittizia anche dei componenti positivi (i ricavi) che siano direttamente afferenti ai costi indeducibili, per ottenerne l’esclusione dalla base imponibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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