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Costi di sponsorizzazione: la parola alle Sezioni Unite

Un imprenditore si è visto negare la deducibilità dei costi di sponsorizzazione a favore di un’associazione sportiva dilettantistica. L’Agenzia delle Entrate ha ritenuto l’operazione inesistente. Dopo due gradi di giudizio sfavorevoli, il caso è giunto in Cassazione. La Corte, rilevando l’esistenza di un’assoluzione penale per i medesimi fatti, ha sospeso la decisione per attendere il pronunciamento delle Sezioni Unite sull’efficacia del giudicato penale nel processo tributario.

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Pubblicato il 21 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Costi di sponsorizzazione e giudicato penale: la Cassazione attende le Sezioni Unite

La deducibilità dei costi di sponsorizzazione sostenuti a favore di associazioni sportive dilettantistiche (ASD) è un tema ricorrente nel contenzioso tributario. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione getta luce su un aspetto cruciale: l’efficacia di una sentenza di assoluzione penale nel relativo giudizio fiscale. Il caso analizzato vede un imprenditore contrapposto all’Agenzia delle Entrate, con la Corte Suprema che sceglie di sospendere il giudizio in attesa di un chiarimento dalle Sezioni Unite.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento notificato a un imprenditore individuale. L’Agenzia delle Entrate rettificava il suo reddito per l’anno d’imposta 2005, contestando la deducibilità di un costo di 10.000 euro, documentato da una fattura emessa da un’associazione sportiva dilettantistica (ASD) locale. L’imprenditore, all’epoca dei fatti, era anche presidente della stessa associazione.

Secondo l’amministrazione finanziaria, l’operazione di sponsorizzazione era da considerarsi inesistente. Le motivazioni si basavano principalmente su due elementi:
1. Una dichiarazione, ritenuta confessoria, resa dallo stesso contribuente durante la verifica fiscale, in cui si affermava l’assenza di un contratto scritto di sponsorizzazione.
2. La modalità di pagamento della fattura, avvenuto in contanti e, secondo la ricostruzione, direttamente ai giocatori della squadra, violando le norme che impongono pagamenti tracciabili a favore delle ASD.

Il Percorso Giudiziario e i motivi del ricorso

Il contribuente impugnava l’atto impositivo, ma sia la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) che la Commissione Tributaria Regionale (CTR) respingevano i suoi ricorsi. I giudici di merito confermavano la tesi del Fisco, valorizzando la presunta confessione e la violazione delle norme sulla tracciabilità dei pagamenti come prove dell’inesistenza dell’operazione di sponsorizzazione. Inoltre, la CTR dichiarava inammissibile un motivo d’appello basato su una specifica norma di favore per le sponsorizzazioni sportive (art. 90, L. 289/2002), ritenendolo una domanda nuova.

L’imprenditore proponeva quindi ricorso per cassazione, affidandosi a tre motivi principali:
Errore procedurale: La CTR avrebbe errato nel considerare inammissibile il richiamo alla normativa speciale sulle sponsorizzazioni, trattandosi di una mera difesa legale e non di una domanda nuova.
Errata valutazione della confessione: La sua dichiarazione era stata travisata. Intendeva solo affermare l’assenza di un contratto scritto, non dell’accordo di sponsorizzazione in sé, che si rinnovava oralmente.
Violazione di legge: Contestava la valutazione di sproporzione economica della spesa (vietata dalla legge 289/2002) e sosteneva che l’obbligo di pagamenti tracciabili grava sull’associazione che li riceve, non sul soggetto che li effettua. Cruciale, in questo motivo, era il richiamo a una sentenza del Tribunale penale che lo aveva assolto dall’accusa di uso di fatture per operazioni inesistenti “perché il fatto non sussiste”.

Le motivazioni dell’Ordinanza: perché i costi di sponsorizzazione sono al vaglio delle Sezioni Unite

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, non entra nel merito della deducibilità dei costi di sponsorizzazione. Invece, si concentra su una questione pregiudiziale di fondamentale importanza, sollevata implicitamente dal terzo motivo di ricorso: quale efficacia ha una sentenza penale irrevocabile di assoluzione in un processo tributario che verte sugli stessi fatti?

Il contribuente è stato assolto in sede penale con la formula piena “perché il fatto не sussiste”. Questo tipo di assoluzione suggerisce che, per il giudice penale, l’operazione di sponsorizzazione non era fittizia. La questione è se tale accertamento possa vincolare anche il giudice tributario.

La Corte rileva che proprio questo tema è stato recentemente rimesso al vaglio delle Sezioni Unite della Cassazione a causa di contrasti interpretativi tra le diverse sezioni. Per evitare di emettere una decisione che potrebbe essere superata a breve dal pronunciamento del massimo organo nomofilattico, la Quinta Sezione ha deciso di sospendere il procedimento. La causa è stata quindi rinviata a nuovo ruolo, in attesa che le Sezioni Unite si pronuncino e stabiliscano un principio di diritto univoco sull’efficacia del giudicato penale di assoluzione nel processo tributario.

Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria non risolve la controversia specifica sui costi di sponsorizzazione, ma ne congela l’esito legandolo a una questione giuridica di più ampia portata. La futura decisione delle Sezioni Unite avrà un impatto significativo non solo su questo caso, ma su innumerevoli contenziosi in cui il Fisco contesta operazioni sulla base di presunti illeciti penali dai quali, però, il contribuente è stato assolto. Si attende quindi un principio di diritto che chiarisca fino a che punto il verdetto del giudice penale possa influenzare, o addirittura determinare, l’esito del processo fiscale.

Perché i costi di sponsorizzazione sono stati contestati dall’Agenzia delle Entrate?
L’Agenzia delle Entrate ha ritenuto l’operazione di sponsorizzazione inesistente, basandosi su una dichiarazione del contribuente interpretata come una confessione e sul fatto che il pagamento era avvenuto in contanti direttamente ai giocatori, anziché tramite metodi tracciabili a favore dell’associazione sportiva.

Qual è la questione giuridica principale che ha portato alla sospensione del processo?
La questione principale è l’efficacia di una sentenza penale irrevocabile di assoluzione (con la formula “perché il fatto не sussiste”) all’interno del processo tributario. La Corte deve attendere che le Sezioni Unite stabiliscano se e come tale sentenza vincoli il giudice fiscale nella sua valutazione dei medesimi fatti.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione con questa ordinanza?
La Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza interlocutoria, con la quale ha deciso di non pronunciarsi sul merito del ricorso, ma di sospendere il giudizio e rinviare la causa a nuovo ruolo, in attesa della decisione delle Sezioni Unite sulla questione dell’efficacia del giudicato penale nel processo tributario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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