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Costi da reato: quando non sono deducibili dal reddito

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 31944/2024, ha stabilito che i costi del lavoro non sono deducibili se le assunzioni sono parte di un meccanismo fraudolento per ottenere sgravi contributivi. Anche se il lavoro è stato effettivamente svolto e l’attività aziendale è lecita, il collegamento diretto tra la spesa e il compimento di un illecito penale rende tali costi da reato fiscalmente indeducibili, in applicazione dell’art. 14, comma 4-bis, della Legge 537/1993.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Costi da Reato: La Cassazione Nega la Deduzione Anche se l’Attività è Lecita

L’ordinanza n. 31944 del 2024 della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale per il diritto tributario: la deducibilità dei costi da reato. La Suprema Corte chiarisce che anche costi effettivi e inerenti a un’attività di per sé lecita diventano indeducibili se direttamente strumentali al compimento di un’azione criminale. Questa decisione fornisce un’importante lezione sulla stretta correlazione tra legalità e vantaggi fiscali.

La Vicenda: Una Truffa ai Danni dell’Ente Previdenziale

Il caso analizzato nasce da una verifica fiscale a carico di una società a responsabilità limitata. L’Amministrazione Finanziaria aveva emesso un avviso di accertamento per l’anno d’imposta 2006, recuperando a tassazione oltre un milione di euro di costi per il personale.

Secondo le indagini, la società faceva parte di un gruppo industriale che aveva messo in atto un meccanismo fraudolento. Alcune società del gruppo licenziavano i propri dipendenti, facendoli iscrivere nelle liste di mobilità. Successivamente, altre società dello stesso gruppo, tra cui quella oggetto del ricorso, riassumevano questi stessi lavoratori, ottenendo così indebitamente le cospicue agevolazioni contributive previste dalla legge per chi assume personale da tali liste. L’amministratore della società aveva sottoscritto false dichiarazioni per attestare l’assenza di collegamento con le aziende che avevano licenziato, traendo in inganno l’ente previdenziale e il centro per l’impiego. Per questi fatti, gli amministratori erano stati rinviati a giudizio per truffa aggravata e falso ideologico.

La Questione Giuridica: I Costi del Lavoro Sono Deducibili?

Nei primi due gradi di giudizio, le Commissioni Tributarie avevano dato ragione alla società, ritenendo i costi del lavoro deducibili. La loro argomentazione si basava sul fatto che le prestazioni lavorative erano state realmente eseguite, i costi erano documentati e l’attività aziendale era pienamente lecita ed effettiva. La truffa ai danni dell’ente previdenziale, secondo i giudici di merito, era una vicenda separata che non poteva inficiare la deducibilità di un costo reale.

L’Amministrazione Finanziaria ha impugnato la decisione in Cassazione, sostenendo la violazione dell’articolo 14, comma 4-bis, della Legge 537/1993, che vieta espressamente la deduzione di costi e spese direttamente utilizzati per commettere delitti non colposi.

Le Motivazioni della Cassazione sui Costi da Reato

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ribaltando le sentenze precedenti. I giudici supremi hanno affermato che la norma citata deve essere interpretata in modo rigoroso. La disposizione non ammette in deduzione i costi direttamente impiegati per realizzare un’attività delittuosa.

Nel caso specifico, il costo relativo al reclutamento del personale era ‘direttamente connesso’ alla fattispecie di reato. L’assunzione di quei lavoratori, infatti, non era un semplice costo operativo, ma lo strumento principale attraverso cui si perfezionava la truffa aggravata ai danni dell’ente previdenziale. La condotta illecita era posta in essere proprio allo scopo di ottenere un vantaggio (gli sgravi contributivi) e, al contempo, di dedurre i relativi costi dal reddito imponibile.

La Corte ha precisato che la liceità dell’attività economica generale dell’impresa è irrilevante. Ciò che conta è il nesso diretto e strumentale tra la spesa sostenuta e l’azione criminale. Richiamando propri precedenti conformi, la Cassazione ha ribadito che i costi da reato sono indeducibili, anche se sostenuti in un momento successivo al perfezionamento del reato, quando la condotta illecita è finalizzata proprio a ottenere un vantaggio fiscale tramite la loro deduzione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per le Imprese

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale: non può esserci alcun vantaggio fiscale derivante da un’attività illecita. Per le imprese, la lezione è chiara: la corretta gestione fiscale non si limita alla mera documentazione dei costi e alla loro inerenza all’attività produttiva. È necessario un controllo di legalità sostanziale su tutte le operazioni. Qualsiasi costo che, pur apparendo legittimo, si riveli essere uno strumento per commettere un reato, sarà considerato indeducibile dall’Amministrazione Finanziaria, con conseguente recupero delle imposte evase, applicazione di pesanti sanzioni e interessi. La sentenza sottolinea l’importanza di una condotta aziendale etica e trasparente, poiché le scorciatoie illegali, oltre a costituire reato, si rivelano economicamente controproducenti sotto il profilo fiscale.

Un costo per una prestazione lavorativa reale e documentata è sempre deducibile?
No. Secondo l’ordinanza, se il costo, pur essendo effettivo e documentato, è direttamente utilizzato per compiere un reato (in questo caso, una truffa per ottenere agevolazioni contributive), non è ammesso in deduzione dal reddito d’impresa.

Cosa si intende per ‘costi da reato’ ai fini fiscali?
Sono i costi e le spese direttamente utilizzati per il compimento di atti o attività qualificabili come delitto non colposo. La normativa (art. 14, comma 4-bis, L. 537/1993) ne vieta la deducibilità, a prescindere dalla liceità dell’attività economica complessiva dell’impresa.

La truffa ai danni di un ente previdenziale per ottenere sgravi contributivi rende indeducibile il costo del lavoro?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che la condotta fraudolenta finalizzata a ottenere le agevolazioni contributive, legate all’assunzione di lavoratori, costituisce un delitto doloso. Di conseguenza, il costo del lavoro di quei dipendenti è direttamente connesso al reato e non può essere dedotto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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