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COSAP concessionaria: quando è dovuto il canone?

Una società che gestisce una rete autostradale in concessione si opponeva al pagamento del canone per l’occupazione di suolo pubblico (COSAP) richiesto da una Provincia per il passaggio di un viadotto sopra una strada provinciale. La società sosteneva di dover essere esentata, agendo per conto dello Stato. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il pagamento del COSAP da parte della concessionaria è dovuto. L’esenzione è un beneficio strettamente personale dello Stato e non si estende a una società privata che, pur gestendo un’opera pubblica, opera con finalità di lucro. L’occupazione dello spazio aereo è sufficiente a far scattare l’obbligo di pagamento del canone.

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Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

COSAP Concessionaria: L’Esenzione dello Stato non si Applica alla Società Privata

Una società che gestisce un’infrastruttura pubblica in concessione è tenuta a pagare il Canone per l’Occupazione di Spazi ed Aree Pubbliche (COSAP) o può beneficiare dell’esenzione prevista per lo Stato? Questa è la domanda al centro di una recente ordinanza della Corte di Cassazione. La risposta dei giudici è chiara: il pagamento del COSAP concessionaria è dovuto, poiché l’esenzione ha carattere personale e non si estende a soggetti privati che operano a scopo di lucro, anche se per la realizzazione di un’opera pubblica. Analizziamo insieme la vicenda e i principi di diritto affermati dalla Suprema Corte.

I fatti del caso: la controversia tra Provincia e Società Autostradale

Una Provincia Appenninica aveva emesso un avviso di accertamento nei confronti di una nota Società Autostradale, richiedendo il pagamento del COSAP per l’anno 2008. L’importo era dovuto per l’occupazione di aree pubbliche, in particolare per lo spazio sovrastante alcune strade provinciali interessate dal passaggio di viadotti autostradali. La società concessionaria si era opposta alla richiesta, dando inizio a un lungo contenzioso.

Nei primi due gradi di giudizio, i tribunali avevano dato ragione all’ente locale, affermando che l’occupazione, seppur aerea, costituiva il presupposto per l’applicazione del canone. La Corte d’Appello, in particolare, aveva sottolineato che l’esenzione prevista per lo Stato non potesse essere estesa alla società concessionaria, un’entità privata che gestisce l’infrastruttura con finalità lucrative. Insoddisfatta, la società ha portato il caso dinanzi alla Corte di Cassazione.

La questione giuridica: il pagamento del COSAP da parte della concessionaria

Il cuore della controversia ruotava attorno a tre argomentazioni principali della società ricorrente:
1. Assenza di occupazione abusiva: L’occupazione non era illegittima, poiché lo spazio sottostante i viadotti era funzionale alla costruzione stessa dell’autostrada.
2. Diritto all’esenzione: In qualità di concessionaria di un’opera pubblica di proprietà statale, la società riteneva di dover beneficiare della stessa esenzione dal canone prevista per lo Stato.
3. Mancanza di sottrazione all’uso pubblico: Il viadotto non impediva l’uso della strada provinciale sottostante, quindi non vi era una reale sottrazione di suolo pubblico.

La Corte di Cassazione ha esaminato e respinto tutte queste argomentazioni, confermando il proprio orientamento consolidato in materia.

L’analisi della Corte di Cassazione e il principio sul COSAP concessionaria

La Suprema Corte ha ribadito la distinzione fondamentale tra TOSAP (Tassa per l’Occupazione di Spazi ed Aree Pubbliche) e COSAP. Mentre la prima è un tributo, il secondo è un corrispettivo per una concessione d’uso di un bene pubblico. Questo uso può essere reale, basato su un atto formale, o presunto, come nel caso di un’occupazione di fatto.

La natura del COSAP: Corrispettivo per un’utilizzazione speciale

Il presupposto per l’applicazione del COSAP non è la limitazione dell’uso collettivo del bene, ma l’utilizzazione particolare e a proprio vantaggio che il singolo ne trae. Nel caso di specie, la società autostradale, attraverso i suoi viadotti, occupa in modo permanente lo spazio aereo sovrastante le strade provinciali per la gestione della propria attività economica. Questa occupazione, anche se solo per “proiezione”, è sufficiente a integrare il presupposto per il pagamento del canone.

Esenzione statale: un beneficio strettamente personale

Il punto cruciale della decisione riguarda l’esenzione. I giudici hanno affermato che l’esenzione dal pagamento del canone è una norma di favore, di stretta interpretazione, che si applica esclusivamente al soggetto per cui è prevista: lo Stato. Non può essere estesa per analogia a una società per azioni di diritto privato, anche se questa agisce come COSAP concessionaria di un’opera pubblica.

Ciò che rileva, secondo la Corte, è il soggetto che pone in essere l’occupazione e che gestisce l’infrastruttura a fini economici. È la società, non lo Stato, a trarre un utile dalla gestione autostradale. Pertanto, è la società a dover corrispondere il canone per l’uso speciale del bene pubblico. È irrilevante che l’opera sia di proprietà dello Stato e che a questo tornerà al termine della concessione.

Le motivazioni della decisione

La Corte ha rigettato il ricorso basandosi su principi ormai consolidati. L’occupazione di fatto dello spazio sovrastante una strada provinciale da parte di un viadotto autostradale integra il presupposto per l’applicazione del COSAP. L’esenzione prevista per lo Stato è un beneficio soggettivo e non si trasferisce alla società concessionaria che gestisce l’opera con finalità di lucro. La Corte ha inoltre sottolineato che il suo ruolo di nomofilachia impone di mantenere un orientamento giurisprudenziale stabile, non vedendo ragioni per discostarsi dai precedenti, nonostante le diverse conclusioni a cui era giunto in altri casi il giudice amministrativo.

Le conclusioni

L’ordinanza conferma un principio di grande importanza pratica: le società private che gestiscono opere e servizi pubblici in concessione non possono automaticamente beneficiare delle esenzioni fiscali o patrimoniali previste per gli enti pubblici. La finalità di lucro che caratterizza la loro attività economica le pone su un piano diverso rispetto allo Stato. Questa decisione consolida la posizione degli enti locali, come Comuni e Province, nel richiedere il pagamento del COSAP per tutte le occupazioni di suolo pubblico, anche quelle realizzate da grandi concessionari di infrastrutture strategiche, garantendo così una corretta remunerazione per l’uso di beni appartenenti alla collettività.

Una società concessionaria di un’opera pubblica è esente dal pagamento del COSAP?
No, l’ordinanza chiarisce che l’esenzione prevista per lo Stato è un beneficio strettamente personale e non si estende alla società concessionaria, la quale, pur gestendo un’opera pubblica, opera con finalità di lucro e trae un utile economico dall’occupazione del suolo pubblico.

La costruzione di un viadotto autostradale sopra una strada provinciale costituisce ‘occupazione’ di suolo pubblico soggetta a COSAP?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che l’occupazione dello spazio sovrastante, anche se avviene solo per ‘proiezione’ e non impedisce il transito sulla strada sottostante, costituisce un’utilizzazione particolare e a proprio vantaggio del bene pubblico, sufficiente a far sorgere l’obbligo di pagare il canone.

È rilevante che l’opera autostradale sia di proprietà dello Stato e tornerà nella sua gestione al termine della concessione?
No, ai fini del pagamento del COSAP questo aspetto è irrilevante. Ciò che conta, secondo la Corte, è il soggetto che effettua materialmente l’occupazione e ne trae un beneficio economico durante il periodo di durata della concessione, ovvero la società concessionaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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