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COSAP autostrade: concessionario paga anche senza atto

La Corte di Cassazione ha stabilito che una società concessionaria autostradale è tenuta al pagamento del COSAP per l’occupazione del soprassuolo di strade provinciali con cavalcavia. La Corte ha rigettato la tesi della società, secondo cui l’occupazione era da imputare allo Stato (soggetto esente), chiarendo che il soggetto obbligato è colui che gestisce l’opera e ne trae un utile economico, ovvero la concessionaria. L’obbligo di pagamento del COSAP autostrade sussiste anche in assenza di un formale atto di concessione, configurandosi come occupazione di fatto.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

COSAP Autostrade: la Cassazione conferma, paga il concessionario

È una scena comune sulle nostre strade: un’autostrada che, tramite un cavalcavia, scavalca una strada provinciale o comunale. Ma chi paga per l’occupazione dello spazio aereo sopra la strada locale? Questa è la domanda al centro di una recente ordinanza della Corte di Cassazione, che ha affrontato il tema del COSAP autostrade, chiarendo in modo definitivo gli obblighi delle società concessionarie. La questione non è banale, poiché contrappone gli interessi economici delle grandi società di gestione a quelli degli enti locali, titolari delle aree occupate.

I Fatti di Causa: una società concessionaria contro un ente locale

Una società concessionaria, responsabile della gestione di una tratta autostradale, ha impugnato la richiesta di pagamento del Canone per l’Occupazione di Spazi ed Aree Pubbliche (COSAP) avanzata da una Provincia. La richiesta riguardava l’occupazione del soprassuolo di alcune strade provinciali mediante cavalcavia autostradali.

La tesi difensiva della società si basava su un punto fondamentale: l’autostrada, pur essendo gestita da un privato in regime di concessione, è un bene di proprietà dello Stato, realizzato per volontà e su mandato statale. Di conseguenza, secondo la società, l’occupazione dello spazio pubblico non era ascrivibile a lei, ma direttamente allo Stato. Poiché lo Stato è un soggetto esente dal pagamento del COSAP, tale esenzione avrebbe dovuto estendersi anche all’opera da esso voluta.

La Decisione della Corte di Cassazione sul COSAP Autostrade

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, confermando le decisioni dei precedenti gradi di giudizio. I giudici hanno stabilito che il soggetto tenuto al pagamento del canone non è il proprietario formale dell’infrastruttura, bensì colui che la utilizza per trarne un profitto economico.

Nel caso specifico, la società concessionaria, attraverso la gestione dell’autostrada e la riscossione dei pedaggi, realizza un’attività d’impresa con finalità di lucro. È quindi la società, e non lo Stato, il soggetto che pone in essere l’occupazione di fatto e che beneficia dell’utilizzo particolare dello spazio pubblico. L’obbligo di pagare il COSAP autostrade sorge proprio da questa occupazione finalizzata a un’attività economica, a prescindere dal titolo di proprietà del bene.

L’occupazione abusiva e l’irrilevanza della concessione

Un aspetto cruciale sottolineato dalla Corte è che l’occupazione era avvenuta senza un formale atto di concessione rilasciato dalla Provincia. Questo la qualifica come occupazione “abusiva” o “di fatto”, ma non elimina l’obbligo di pagamento. Anzi, il COSAP è dovuto proprio in relazione all’utilizzo eccezionale di un bene pubblico, e la mancanza di un titolo formale non fa venir meno il presupposto dell’occupazione stessa.

Le Motivazioni: la distinzione tra concessionario e Stato

La motivazione della Corte si articola su principi giuridici consolidati, tracciando una netta distinzione tra il ruolo dello Stato e quello del concessionario privato.

Il presupposto per l’applicazione del COSAP è l’occupazione, intesa come sottrazione di un’area pubblica all’uso collettivo per un utilizzo particolare e vantaggioso. Il soggetto passivo, ovvero colui che deve pagare, è chi realizza tale occupazione. In questo caso, è la società concessionaria a gestire l’infrastruttura, a mantenerla e a trarne un utile. L’attività di gestione economica e funzionale del bene è interamente in capo alla società, che agisce in piena autonomia imprenditoriale e non come mero “sostituto” o longa manus dello Stato.

I giudici hanno inoltre chiarito la differenza fondamentale tra “esenzione” ed “esclusione”. L’esenzione è un beneficio di carattere personale, previsto dalla legge per determinati soggetti (come lo Stato). Non può essere automaticamente estesa a soggetti diversi, come una società per azioni privata, anche se opera in regime di concessione pubblica. La società non gode dello stesso status dello Stato e, svolgendo un’attività economica, è soggetta alle normative fiscali e parafiscali come qualsiasi altra impresa. L’occupazione, quindi, rientra pienamente nell’ambito applicativo del canone; semplicemente, il soggetto che la realizza non beneficia dell’esenzione.

Le Conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale ormai granitico e ha importanti implicazioni pratiche:

1. Obbligo di pagamento: Le società concessionarie autostradali sono tenute a versare il COSAP agli enti locali (Comuni e Province) per l’occupazione di suolo e soprassuolo pubblico con le proprie infrastrutture, come ponti e cavalcavia.
2. Irrilevanza della proprietà: La proprietà statale dell’infrastruttura non è un elemento sufficiente a escludere il pagamento. Ciò che conta è il soggetto che gestisce l’opera e ne ricava un beneficio economico.
3. L’esenzione non si trasferisce: L’esenzione dal canone prevista per lo Stato è soggettiva e non si estende ai concessionari privati, che agiscono come entità giuridiche autonome con scopo di lucro.

Questa decisione riafferma il principio secondo cui chi trae un vantaggio economico dall’uso speciale di un bene della collettività è tenuto a corrispondere un canone, garantendo così agli enti locali le risorse derivanti dalla gestione del proprio territorio.

Una società concessionaria di autostrade deve pagare il COSAP per i cavalcavia che passano sopra strade provinciali?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, il soggetto obbligato al pagamento del COSAP è colui che pone in essere l’occupazione e gestisce l’opera traendone un utile economico, ovvero la società concessionaria, indipendentemente dalla proprietà statale dell’infrastruttura.

L’esenzione dal pagamento del COSAP prevista per lo Stato si estende anche alla società concessionaria?
No. L’esenzione è un beneficio di natura personale che spetta allo Stato e non può essere esteso a una società di diritto privato che, sebbene operi in regime di concessione, agisce in autonomia per un fine di lucro e non è un mero sostituto dello Stato.

Cosa succede se l’occupazione avviene senza un formale atto di concessione da parte dell’ente locale?
L’obbligo di pagare il COSAP sussiste ugualmente. In assenza di un titolo formale, l’occupazione è considerata “di fatto” o “abusiva”, ma ciò non fa venir meno il presupposto impositivo, che è l’effettiva sottrazione dello spazio all’uso pubblico per un’utilità particolare del singolo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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