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Controllo formale: sì al recupero delle detrazioni

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 7696/2024, ha chiarito che l’Agenzia delle Entrate può legittimamente utilizzare la procedura di controllo formale (ex art. 36-ter D.P.R. 600/73) per disconoscere una detrazione d’imposta non spettante, senza dover ricorrere al più complesso avviso di accertamento. La Corte ha inoltre stabilito che, in caso di detrazioni ripartite in più anni, il Fisco può contestare ogni singola rata annuale, con i termini di decadenza che decorrono dalla dichiarazione in cui la rata è esposta, e non dall’anno in cui è sorta la spesa originaria.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Controllo formale e detrazioni: la Cassazione chiarisce i poteri del Fisco

L’Agenzia delle Entrate può utilizzare la procedura di controllo formale per recuperare una detrazione fiscale non spettante, o deve necessariamente emettere un avviso di accertamento? E in caso di detrazioni ripartite su più anni, come si calcolano i termini per l’azione dell’Amministrazione? A queste importanti domande risponde la Corte di Cassazione con la recente ordinanza n. 7696 del 21 marzo 2024, fornendo chiarimenti cruciali per contribuenti e professionisti del settore.

Il caso: una detrazione per risparmio energetico contestata

La vicenda trae origine da una cartella di pagamento con cui l’Agenzia delle Entrate recuperava una detrazione IRPEF per interventi di risparmio energetico, goduta da una contribuente per l’anno d’imposta 2010. Il Fisco contestava la spettanza del beneficio fiscale poiché le spese erano state sostenute per un fabbricato oggetto di ristrutturazione con ampliamento, una condizione che, secondo l’Ufficio, escludeva l’agevolazione.

La contribuente impugnava l’atto e la Commissione Tributaria Regionale (CTR) le dava ragione, annullando integralmente la cartella. Secondo i giudici di secondo grado, l’Agenzia avrebbe sbagliato strumento: per contestare nel merito il diritto alla detrazione, avrebbe dovuto emettere un avviso di accertamento e non procedere tramite un semplice controllo formale della dichiarazione. Inoltre, la CTR sosteneva che la contestazione dovesse riguardare l’anno in cui la spesa era stata sostenuta, e non gli anni successivi in cui la detrazione veniva ripartita.

Contro questa decisione, l’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso per cassazione.

L’importanza del corretto strumento di controllo formale

Il primo motivo di ricorso dell’Agenzia verteva proprio sulla legittimità dell’uso del controllo formale previsto dall’art. 36-ter del D.P.R. 600/1973. L’Amministrazione sosteneva che tale procedura, a differenza del controllo meramente automatizzato (art. 36-bis), consente un esame documentale per verificare la correttezza delle detrazioni indicate in dichiarazione. Non si tratta di un’indagine sulla posizione fiscale complessiva del contribuente, che richiederebbe un accertamento vero e proprio, ma di una verifica mirata sulla base dei documenti.

La contestazione delle detrazioni pluriennali

Il secondo motivo di ricorso riguardava la tempistica della contestazione. L’Agenzia ha argomentato che, poiché l’imposta è dovuta per periodi annuali e l’obbligazione tributaria è autonoma per ciascun anno, è legittimo contestare la singola quota di detrazione nell’anno in cui viene fruita. Di conseguenza, i termini di decadenza per l’azione di recupero decorrono dalla presentazione della dichiarazione di ciascun anno, e non dalla dichiarazione dell’anno in cui è stata sostenuta la spesa iniziale.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto entrambi i motivi del ricorso dell’Agenzia, cassando la sentenza della CTR e affermando due principi di diritto fondamentali.

In primo luogo, i giudici hanno ribadito la distinzione tra controllo automatizzato (art. 36-bis) e controllo formale (art. 36-ter). Mentre il primo è una mera liquidazione basata sui dati già in possesso del Fisco, il secondo consente all’Ufficio di “escludere in tutto o in parte le detrazioni d’imposta non spettanti in base ai documenti richiesti ai contribuenti”. Si tratta di un’attività istruttoria, seppur ridotta, che permette di verificare la fondatezza di una detrazione sulla base della documentazione di supporto. Pertanto, la CTR ha errato nel ritenere necessario un avviso di accertamento.

In secondo luogo, la Corte ha confermato il principio della periodicità e autonomia dell’obbligazione tributaria annuale. Anche se il diritto a una detrazione sorge in un determinato anno a seguito di una spesa, la sua fruizione ripartita in più quote annuali genera obbligazioni tributarie distinte per ogni periodo d’imposta. Ne consegue che l’Amministrazione Finanziaria può legittimamente verificare e contestare la spettanza della singola rata di detrazione indicata nella dichiarazione di un anno successivo. La decadenza del potere di accertamento va quindi calcolata con riferimento alla dichiarazione in cui la singola quota è esposta, e non a quella dell’anno in cui è sorto il presupposto del beneficio.

Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale di grande rilevanza pratica. Stabilisce con chiarezza che il controllo formale è uno strumento flessibile e legittimo per il recupero di detrazioni che, a seguito di un esame documentale, risultino non spettanti. Questo significa che i contribuenti devono prestare la massima attenzione alla conservazione e alla correttezza di tutta la documentazione necessaria a provare il loro diritto a deduzioni e detrazioni.

Inoltre, il principio affermato sulla contestabilità delle singole rate di detrazioni pluriennali estende di fatto i tempi a disposizione del Fisco per effettuare i controlli, poiché i termini di decadenza si rinnovano per ogni anno di fruizione del beneficio. Per i contribuenti, ciò si traduce nella necessità di mantenere la documentazione a supporto per tutto il periodo di rateizzazione della detrazione e per i successivi anni in cui l’accertamento è possibile.

L’Agenzia delle Entrate può usare il controllo formale per negare una detrazione fiscale?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che la procedura di controllo formale (ex art. 36-ter D.P.R. 600/1973) è lo strumento corretto per escludere detrazioni non spettanti sulla base dell’esame dei documenti richiesti al contribuente, senza la necessità di un avviso di accertamento.

Se una detrazione è ripartita in dieci anni, quando scade il termine per la contestazione del Fisco?
Il termine di decadenza per la contestazione non si calcola solo dall’anno in cui è stata sostenuta la spesa, ma decorre autonomamente per ciascun anno in cui la rata di detrazione viene indicata in dichiarazione. L’Agenzia può quindi contestare la singola quota annuale entro i termini previsti dalla legge a partire dalla presentazione della relativa dichiarazione dei redditi.

Qual è la differenza tra controllo automatizzato e controllo formale?
Il controllo automatizzato (art. 36-bis) è una liquidazione basata su dati già in possesso dell’anagrafe tributaria. Il controllo formale (art. 36-ter), invece, prevede un’interlocuzione con il contribuente, al quale viene richiesta la documentazione per verificare la correttezza di dati specifici, come la spettanza di detrazioni e deduzioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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