LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Controllo formale: comunicazione obbligatoria o nullità

Una società sportiva ha impugnato una cartella di pagamento emessa a seguito di un controllo formale. La Corte di Cassazione le ha dato ragione, stabilendo che, a differenza del controllo automatizzato, nel controllo formale la comunicazione preventiva dell’esito è un adempimento obbligatorio. La sua omissione comporta la nullità della cartella, poiché lede il diritto del contribuente al contraddittorio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Controllo Formale: Senza Comunicazione Preventiva la Cartella è Nulla

L’ordinanza n. 7573/2024 della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale a tutela del contribuente: la procedura di controllo formale delle dichiarazioni fiscali non può concludersi con l’emissione di una cartella di pagamento senza una preventiva comunicazione dell’esito. Tale omissione, come chiarito dai giudici, rende l’atto nullo. Questa pronuncia è cruciale perché traccia una linea netta tra il controllo formale e quello meramente automatizzato, sottolineando le diverse garanzie procedurali previste per il cittadino.

La Vicenda: Un Errore Procedurale Costato Caro all’Amministrazione

Il caso ha origine dal ricorso di una società sportiva contro una cartella di pagamento per IRES non versata, emessa a seguito di un controllo formale ai sensi dell’art. 36-ter del D.P.R. 600/73. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano respinto le ragioni della società, equiparando erroneamente il controllo formale a quello automatizzato (previsto dall’art. 36-bis). Secondo i giudici di merito, in entrambi i casi non sarebbe stata necessaria una comunicazione preventiva al contribuente, potendo quest’ultimo difendersi direttamente impugnando la cartella.

Insoddisfatta della decisione, la società ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando la violazione delle norme procedurali che, nel caso del controllo formale, impongono un’interlocuzione con il contribuente prima dell’iscrizione a ruolo delle somme contestate.

La Distinzione Cruciale: Controllo Formale vs. Controllo Automatizzato

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, cogliendo l’occasione per ribadire la netta differenza tra le due procedure di controllo:

* Controllo Automatizzato (art. 36-bis): È un’operazione meramente informatica e cartolare. Il sistema confronta i dati della dichiarazione con quelli già in possesso dell’Anagrafe Tributaria. La comunicazione dell’esito (il cosiddetto ‘avviso bonario’) ha lo scopo di informare il contribuente di eventuali errori per consentirgli una correzione agevolata. La sua omissione, di regola, non invalida la cartella, a meno che non vi siano incertezze rilevanti che avrebbero richiesto un chiarimento.

* Controllo Formale (art. 36-ter): Questa procedura è più approfondita. L’Amministrazione Finanziaria non si limita a un riscontro automatico, ma può svolgere una, seppur ridotta, attività istruttoria. Può, ad esempio, chiedere al contribuente di fornire chiarimenti o esibire documenti a supporto dei dati dichiarati (come ricevute di versamento, oneri deducibili, ecc.).

Le Motivazioni della Cassazione sul Controllo Formale

I giudici della Suprema Corte hanno fondato la loro decisione su principi consolidati. Il controllo formale disciplinato dall’art. 36-ter prevede due momenti di confronto con il contribuente, di cui il secondo è imprescindibile.

La Funzione di Garanzia della Comunicazione

Il primo momento di confronto, previsto dal comma 3 dell’art. 36-ter, è l’invito a fornire chiarimenti o documenti. Questo invito è eventuale, cioè l’ufficio può decidere di non farlo se ritiene di avere già tutti gli elementi.

Il secondo momento, disciplinato dal comma 4, è invece necessario e obbligatorio. Si tratta della comunicazione motivata dell’esito del controllo. Questa comunicazione non è un mero atto informativo, ma assolve a una ‘peculiare funzione di garanzia’. Essa permette al contribuente di:
1. Conoscere i motivi della rettifica.
2. Segnalare eventuali dati o elementi non considerati o valutati erroneamente dall’ufficio.
3. Regolarizzare la propria posizione o, in alternativa, preparare una difesa consapevole in sede contenziosa.

Questa interlocuzione previene l’iscrizione a ruolo di pretese fiscali infondate e garantisce il diritto di difesa sancito dalla Costituzione.

L’Obbligatorietà a Pena di Nullità

Sulla base di queste considerazioni, la Corte ha affermato che la comunicazione dell’esito del controllo formale è prevista a pena di nullità. Estendere a questa procedura le regole, meno garantiste, del controllo automatizzato costituisce una falsa applicazione della legge. La CTR ha quindi commesso un errore di diritto nel ritenere non necessaria tale comunicazione. Di conseguenza, la sentenza impugnata è stata cassata con rinvio alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado del Lazio, che dovrà riesaminare il caso attenendosi a questo fondamentale principio.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Contribuenti

Questa ordinanza rafforza le tutele per i contribuenti sottoposti a controllo formale. Stabilisce in modo inequivocabile che l’Amministrazione Finanziaria non può procedere direttamente con l’emissione della cartella di pagamento senza aver prima comunicato le ragioni della rettifica e aver dato al contribuente la possibilità di interloquire. I contribuenti che ricevono una cartella di pagamento scaturita da un controllo ex art. 36-ter, senza aver mai ricevuto la comunicazione preventiva dell’esito, hanno quindi un solido motivo per impugnarla e chiederne l’annullamento per vizio procedurale. È un’importante affermazione del principio del contraddittorio preventivo, che mira a rendere il rapporto tra Fisco e cittadino più trasparente ed equo.

È sempre obbligatoria la comunicazione dell’esito del controllo prima di emettere la cartella di pagamento?
No, dipende dal tipo di controllo. Secondo la Cassazione, nel caso di controllo automatizzato (art. 36-bis) la comunicazione di irregolarità di regola non è prevista a pena di nullità, mentre nel caso di controllo formale (art. 36-ter) la comunicazione dell’esito è un adempimento obbligatorio e la sua omissione determina la nullità della successiva cartella.

Qual è la differenza fondamentale tra controllo formale (art. 36-ter) e controllo automatizzato (art. 36-bis)?
Il controllo automatizzato è una liquidazione puramente informatica dei dati dichiarati. Il controllo formale, invece, consente all’Amministrazione Finanziaria una limitata attività istruttoria, come la richiesta di documenti e chiarimenti, e presuppone una necessaria interlocuzione con il contribuente prima dell’iscrizione a ruolo.

Cosa succede se l’Agenzia delle Entrate omette la comunicazione dell’esito del controllo formale?
Secondo la Corte di Cassazione, l’omissione della comunicazione prevista dal comma 4 dell’art. 36-ter del d.P.R. 600/1973, che ha una funzione di garanzia del diritto di difesa, determina la nullità della successiva cartella di pagamento emessa sulla base di quel controllo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati