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Controllo formale 36-ter: quando è legittimo?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7227/2024, ha chiarito la legittimità dell’uso del controllo formale 36-ter da parte dell’Amministrazione Finanziaria per disconoscere detrazioni fiscali. Il caso riguardava il diniego di una detrazione per risparmio energetico tramite una cartella di pagamento. La Corte ha stabilito che questa procedura, che prevede un esame documentale, è idonea e non richiede necessariamente l’emissione di un avviso di accertamento, a differenza del controllo automatizzato (art. 36-bis).

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Controllo Formale 36-ter: La Cassazione chiarisce i poteri del Fisco

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 7227 del 18 marzo 2024) ha fatto luce su un tema cruciale per i rapporti tra Fisco e contribuente: i limiti e le modalità di utilizzo del controllo formale 36-ter. Questa procedura consente all’Amministrazione Finanziaria di verificare la correttezza delle dichiarazioni dei redditi, ma fino a che punto può spingersi? Può un controllo documentale portare al disconoscimento di una detrazione senza un avviso di accertamento vero e proprio? La Suprema Corte offre una risposta chiara, tracciando una linea netta tra i diversi tipi di controllo fiscale.

I Fatti di Causa

La vicenda nasce dalla contestazione mossa dall’Amministrazione Finanziaria a due contribuenti. L’Ufficio, a seguito di un controllo formale 36-ter, aveva rettificato le loro dichiarazioni dei redditi per gli anni dal 2010 al 2013, escludendo una detrazione IRPEF di oltre 16.000 euro relativa a spese per interventi di risparmio energetico. La contestazione era sfociata nell’emissione di una cartella di pagamento.

I contribuenti hanno impugnato la cartella, sostenendo che per disconoscere il loro diritto alla detrazione fosse necessario un atto più complesso, un avviso di accertamento, e non una semplice liquidazione basata su un controllo documentale. La Commissione Tributaria Regionale (CTR) aveva dato loro ragione, annullando integralmente la cartella. Secondo la CTR, il tipo di controllo effettuato dall’Ufficio superava i limiti del controllo formale 36-ter. Di qui il ricorso in Cassazione da parte dell’Amministrazione Finanziaria.

La Differenza tra Controllo Automatizzato e Controllo Formale 36-ter

Il cuore della questione giuridica, e della decisione della Corte, risiede nella distinzione tra due diverse procedure di controllo previste dalla normativa tributaria:

1. Controllo Automatizzato (art. 36-bis d.P.R. 600/1973): È una verifica meramente ‘cartolare’ ed automatizzata. L’Agenzia confronta i dati della dichiarazione con quelli già in suo possesso (es. dati anagrafici, versamenti), per correggere errori materiali o di calcolo. Non prevede un’interlocuzione o una richiesta di documenti al contribuente.

2. Controllo Formale (art. 36-ter d.P.R. 600/1973): È un passo successivo e più approfondito. L’Ufficio può chiedere al contribuente di produrre la documentazione a supporto di oneri, deduzioni e detrazioni indicate in dichiarazione (es. fatture, ricevute, bonifici). Si tratta di una vera e propria attività ‘istruttoria’, seppur limitata alla verifica della corrispondenza tra quanto dichiarato e quanto documentato.

I contribuenti e la CTR ritenevano che il disconoscimento della detrazione energetica richiedesse una valutazione di merito che esulava da questo secondo tipo di controllo, necessitando di un avviso di accertamento.

La Decisione della Corte di Cassazione e le Motivazioni

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, cassando la sentenza della CTR e affermando un principio di diritto fondamentale.

I giudici hanno chiarito che la CTR ha commesso un errore nel sovrapporre le due procedure. Il controllo formale 36-ter è lo strumento specificamente previsto dalla legge per ‘escludere in tutto o in parte le detrazioni d’imposta non spettanti in base ai documenti richiesti ai contribuenti’.

Le motivazioni della Corte si basano sul fatto che questa procedura non si limita ai dati già in possesso del Fisco, ma consente un’attività istruttoria, seppur ridotta. Essa è finalizzata proprio a verificare la spettanza di un beneficio fiscale attraverso l’esame della documentazione giustificativa. Pertanto, se dalla documentazione richiesta (o dalla sua mancata produzione) emerge che la detrazione non spetta, l’Ufficio è pienamente legittimato a disconoscerla e a iscrivere a ruolo le maggiori imposte tramite cartella di pagamento, previa comunicazione dell’esito del controllo al contribuente. L’avviso di accertamento, invece, è necessario per controlli più sostanziali che implicano una ricostruzione complessiva della posizione fiscale del contribuente.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Le conclusioni che si possono trarre da questa ordinanza sono di grande rilevanza pratica. La Cassazione conferma che il controllo formale 36-ter è uno strumento efficace e legittimo per il Fisco per contestare detrazioni e deduzioni non supportate da adeguata documentazione.

Per i contribuenti, questo significa che la massima attenzione deve essere posta alla conservazione e alla corretta predisposizione di tutti i documenti necessari a giustificare i benefici fiscali richiesti in dichiarazione. L’onere della prova, in questa fase, ricade interamente su di loro. Una richiesta di documenti da parte dell’Agenzia non va mai sottovalutata, poiché la mancata o incompleta risposta può portare direttamente all’emissione di una cartella di pagamento, senza passare per un avviso di accertamento. Questa procedura, più snella per l’amministrazione, richiede una maggiore diligenza da parte del cittadino.

Qual è la differenza tra controllo formale (art. 36-ter) e controllo automatizzato (art. 36-bis)?
Il controllo automatizzato (art. 36-bis) è una verifica automatica per correggere errori materiali basandosi sui dati che l’Amministrazione già possiede. Il controllo formale (art. 36-ter), invece, prevede la richiesta di documenti al contribuente per verificare la spettanza di oneri, detrazioni e deduzioni.

È legittimo per il Fisco usare una cartella di pagamento dopo un controllo formale per negare una detrazione?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, il controllo formale ai sensi dell’art. 36-ter è la procedura corretta per verificare la documentazione a supporto delle detrazioni. Se la documentazione è assente o insufficiente, l’Amministrazione può legittimamente disconoscere la detrazione ed emettere una cartella di pagamento senza bisogno di un preventivo avviso di accertamento.

Un contribuente può contestare in appello un punto della sentenza a lui sfavorevole, anche se parzialmente vincitore in primo grado, senza usare formule specifiche?
Sì. La Corte ha chiarito che non sono necessarie formule sacramentali per proporre un appello incidentale. È sufficiente che dalla comparsa di costituzione emerga in modo non equivoco la volontà di ottenere la riforma della decisione del primo giudice nella parte sfavorevole.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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