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Controllo automatizzato: la Cassazione esamina il caso

La Corte di Cassazione esamina un ricorso presentato da un contribuente contro una cartella di pagamento emessa a seguito di un controllo automatizzato. L’ordinanza interlocutoria analizza i fatti di una controversia originata da una rettifica sulla dichiarazione dei redditi del 2012, che ha portato all’applicazione di maggiori imposte e sanzioni. Il caso solleva questioni sulla legittimità degli atti impositivi automatizzati.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Controllo automatizzato: la Cassazione chiamata a decidere su una cartella di pagamento

Il controllo automatizzato delle dichiarazioni fiscali è uno strumento sempre più utilizzato dall’Amministrazione Finanziaria per scovare errori e omissioni. Ma cosa succede quando il contribuente non è d’accordo con l’esito di questa verifica? Un’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare il percorso di un contenzioso tributario che nasce proprio da questa procedura.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da un controllo automatizzato effettuato sulla dichiarazione dei redditi di un contribuente, un libero professionista, per l’anno d’imposta 2012. A seguito di tale verifica, l’Agenzia delle Entrate ha emesso una cartella di pagamento, contestando una maggiore imposta dovuta, oltre a sanzioni e addizionali comunali.

Ritenendo illegittima la pretesa, il contribuente ha impugnato l’atto davanti alla giustizia tributaria. Dopo una decisione della Commissione Tributaria Regionale, la questione è approdata in Corte di Cassazione, che è ora chiamata a valutare la legittimità della sentenza di secondo grado.

L’ordinanza e l’importanza del controllo automatizzato

Il provvedimento in esame è un’ordinanza interlocutoria. Ciò significa che la Corte non ha ancora emesso una decisione finale sul merito della controversia. Con questo atto, i Giudici Supremi si limitano a fissare i punti salienti della vicenda e a preparare il terreno per la discussione che porterà alla sentenza definitiva.

Il caso è significativo perché riguarda direttamente l’applicazione dell’articolo 36-bis del D.P.R. 600/1973, la norma che disciplina, appunto, il controllo automatizzato. Questa procedura consente al Fisco di correggere rapidamente errori materiali e di calcolo presenti nelle dichiarazioni, liquidando l’imposta sulla base dei dati forniti dal contribuente stesso e di quelli presenti nell’Anagrafe Tributaria. Sebbene sia una procedura rapida e standardizzata, i suoi esiti possono essere contestati dal cittadino se ritenuti errati o infondati.

Le Motivazioni

Trattandosi di un’ordinanza che apre alla decisione nel merito, le motivazioni si concentrano sulla ricostruzione dei fatti e sull’ammissione della causa alla trattazione in camera di consiglio. La Corte, nel suo atto, ripercorre l’iter processuale: dalla notifica della cartella di pagamento all’appello contro la sentenza della Commissione Tributaria. La motivazione implicita di un’ordinanza di questo tipo è quella di assicurare che il processo prosegua correttamente verso la sua conclusione. La vera e propria motivazione giuridica, che spiegherà perché una delle due parti ha ragione, sarà contenuta nella sentenza finale. L’attuale provvedimento si limita a certificare che il ricorso è stato ricevuto e verrà esaminato.

Conclusioni

L’ordinanza della Corte di Cassazione, pur non decidendo la controversia, conferma il diritto del contribuente a contestare gli esiti del controllo automatizzato in ogni grado di giudizio. La futura sentenza sarà importante per definire ulteriormente i limiti e le modalità di utilizzo di questi strumenti telematici da parte dell’Amministrazione Finanziaria e per garantire la tutela dei diritti dei cittadini. Il caso evidenzia come, anche di fronte a procedure automatizzate, il dialogo e il confronto giurisdizionale rimangano strumenti essenziali per l’affermazione di un giusto rapporto tra Fisco e contribuente.

Cosa accade dopo un controllo automatizzato che rileva un’irregolarità?
Sulla base del provvedimento, l’Amministrazione Finanziaria emette una cartella di pagamento per richiedere il versamento della maggiore imposta, delle sanzioni e delle addizionali comunali dovute.

È possibile contestare una cartella di pagamento che deriva da un controllo automatizzato?
Sì, il documento dimostra che il contribuente ha il diritto di impugnare la cartella di pagamento, iniziando un contenzioso che può arrivare fino alla Corte di Cassazione.

Qual è la funzione di un’ordinanza interlocutoria in un processo davanti alla Cassazione?
È un atto con cui la Corte non decide ancora nel merito la questione, ma regola lo svolgimento del processo, in questo caso ammettendo la causa alla discussione per la decisione finale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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