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Contributo unificato ONLUS: no all’esenzione generale

La Corte di Cassazione ha stabilito che una ONLUS ambientalista non ha diritto all’esenzione dal pagamento del contributo unificato ONLUS per le azioni legali intraprese. Riformando una decisione precedente, la Corte ha ribadito che le norme sull’esenzione fiscale sono di stretta interpretazione e non possono essere estese analogicamente. L’accesso alla giustizia per tali enti è garantito dal gratuito patrocinio, non da un’esenzione automatica.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Contributo Unificato ONLUS: La Cassazione Nega l’Esenzione Generale

La questione del contributo unificato ONLUS rappresenta un tema di grande interesse per tutto il terzo settore, specialmente per quelle organizzazioni che si battono per la tutela di interessi collettivi, come quelli ambientali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale, stabilendo che le associazioni senza scopo di lucro non godono di un’esenzione automatica dal pagamento di questa tassa giudiziaria. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso: Una Battaglia Legale sul Contributo Unificato

Una nota associazione ambientalista ONLUS aveva impugnato con successo, di fronte alla Commissione Tributaria Regionale, diversi inviti al pagamento del contributo unificato relativi a procedimenti amministrativi su tematiche ambientali. La Commissione aveva accolto le ragioni dell’associazione, annullando di fatto le richieste di pagamento.

Tuttavia, l’Amministrazione Giudiziaria, ritenendo errata tale decisione, ha presentato ricorso per cassazione. L’associazione, dal canto suo, si è difesa sollevando questioni di legittimità costituzionale e chiedendo un rinvio alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, invocando la normativa comunitaria e la Convenzione di Aarhus sulla tutela dell’ambiente.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ribaltato la decisione di merito. Accogliendo il ricorso dell’amministrazione, ha cassato la sentenza impugnata e, decidendo direttamente la causa, ha rigettato le originarie istanze dell’associazione. Di conseguenza, ha condannato la ONLUS al pagamento delle spese legali del giudizio di legittimità.

Le Motivazioni: Interpretazione Restrittiva delle Norme Fiscali e il ruolo del contributo unificato ONLUS

Il cuore della motivazione risiede in un principio consolidato, già affermato dalle Sezioni Unite della stessa Corte (sentenza n. 10013/2021): le norme che prevedono agevolazioni o esenzioni tributarie sono di stretta interpretazione e non ammettono applicazioni estensive o analogiche.

La Corte ha specificato che le leggi vigenti, inclusi il Testo Unico sulle spese di giustizia e le normative specifiche sulle imposte di bollo, non prevedono un’esenzione generalizzata per le ONLUS dal pagamento del contributo unificato per le attività giurisdizionali, anche se connesse ai loro scopi statutari.

Gli Ermellini hanno inoltre respinto le questioni di incostituzionalità, ricordando precedenti decisioni della Corte Costituzionale e della stessa Cassazione che hanno già ritenuto infondate censure simili. La Corte ha chiarito che l’obbligo di pagamento non crea una discriminazione ingiustificata.

Infine, è stato ritenuto incongruente il richiamo alla Convenzione di Aarhus e al diritto europeo. Secondo la Corte, il diritto di accesso alla giustizia, anche in materia ambientale, è pienamente garantito dall’istituto del gratuito patrocinio, a cui anche gli enti e le associazioni non profit possono accedere se sussistono le condizioni previste dalla legge. La possibilità di ottenere il patrocinio a spese dello Stato e il diritto di vedersi rimborsare il contributo in caso di vittoria sono considerati strumenti sufficienti a tutelare il diritto di agire in giudizio.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per le Associazioni del Terzo Settore

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso: le ONLUS e le associazioni di volontariato non sono automaticamente esenti dal versamento del contributo unificato. L’impegno per finalità di rilevanza sociale, pur meritevole, non è di per sé sufficiente a giustificare un’esenzione fiscale non espressamente prevista dalla legge. Per gli enti del terzo settore, ciò significa che l’avvio di un’azione legale comporta la necessità di accantonare le risorse per il pagamento del contributo, salvo poi poterne chiedere il rimborso in caso di vittoria. L’alternativa, per gli enti che ne hanno i requisiti, resta quella di richiedere l’ammissione al gratuito patrocinio, che rappresenta lo strumento primario predisposto dall’ordinamento per garantire la tutela giurisdizionale a chi non dispone di mezzi adeguati.

Le associazioni ONLUS sono esenti dal pagamento del contributo unificato per le cause che rientrano nei loro scopi statutari?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che non esiste un’esenzione generale. Le norme che prevedono agevolazioni fiscali sono soggette a stretta interpretazione e non possono essere applicate per analogia a casi non espressamente previsti.

L’obbligo di pagare il contributo unificato viola il diritto di accesso alla giustizia per le ONLUS, specialmente in materia ambientale?
Secondo la Corte, no. Il diritto di accesso alla giustizia è garantito dall’istituto del gratuito patrocinio, al quale anche le associazioni senza scopo di lucro possono accedere se ne ricorrono le condizioni. Questo strumento è ritenuto sufficiente a tutelare il loro diritto di agire in giudizio.

La Convenzione di Aarhus, che promuove l’accesso alla giustizia in materia ambientale, impone l’esenzione dal contributo unificato?
No. La Corte ha ritenuto che gli obblighi derivanti dalla Convenzione di Aarhus siano adeguatamente soddisfatti dalla possibilità per gli enti di accedere al gratuito patrocinio. Pertanto, la normativa interna non è in contrasto con quella internazionale su questo specifico punto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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