Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 5 Num. 4154 Anno 2025
Civile Ord. Sez. 5   Num. 4154  Anno 2025
Presidente: PAOLITTO LIBERATO
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 18/02/2025
Oggetto: contributi consortili
ORDINANZA
sul ricorso iscritto al n. 10948/2018 R.G. proposto da RAGIONE_SOCIALE,  in persona del legale rappresentante p.t., rappresentato e difeso dall’AVV_NOTAIO e dall’AVV_NOTAIO ;
-ricorrente –
Contro
RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE;
-intimata – avverso  la  sentenza  RAGIONE_SOCIALEa  Commissione  tributaria  regionale  RAGIONE_SOCIALEa Campania, n. 8054/6/17 depositata il 3 ottobre 2017;
Udita  la  relazione  svolta  nella  camera  di  consiglio  del  24  novembre 2024 dal Consigliere NOME COGNOME.
FATTI DI CAUSA
La controversia ha ad oggetto l’impugnazione di un avviso di notifica (n. NUMERO_DOCUMENTO), con cui il RAGIONE_SOCIALE (d’ora in poi ricorrente ) ha richiesto ad RAGIONE_SOCIALE (d’ora in poi intimata) il versamento del contributo di RAGIONE_SOCIALE relativo all’anno 2010 .
La CTP ha accolto il ricorso e la CTR ha confermato la pronuncia di primo grado sulla base RAGIONE_SOCIALEe seguenti ragioni:
-il diritto alla riscossione del contributo per cui è causa si fonda sul presupposto RAGIONE_SOCIALE‘esistenza di un piano di classifica valido ed efficace, circostanza non ricorrente nel caso di specie;
-l’appellante fonda, infatti, la sua pretesa sul piano di classifica redatto  ai  sensi  RAGIONE_SOCIALEa  previgente  l.  regionale  n.  23  del  1995, divenuto inefficace con l’entrata in vigore RAGIONE_SOCIALEa l. regionale n. 4 del  2003,  in  cui  è  specificato  che  il  contributo  ordinario  trova fondamento solo nel nuovo piano di classifica formato ai sensi RAGIONE_SOCIALE‘art. art. 12, comma 2, RAGIONE_SOCIALEa citata legge;
-la pretesa nella specie riguarda un’annualità di m olto successiva all’entrata in vigore RAGIONE_SOCIALEa l. regionale n. 4 del 2003; tale rilevante tempo  trascorso  si  scontra  con  qualsiasi  principio  di  certezza RAGIONE_SOCIALEe situazioni giuridiche;
-l’atto  RAGIONE_SOCIALE  amministrativo  fondato  su  una  disposizione  di legge cessa di avere effetto in presenza di una nuova disposizione  che  abroghi  la  precedente  che  lo  legittimava,  in assenza di norme transitorie;
-né può rilevare l’art. 36, comma 3 RAGIONE_SOCIALEo Statuto consortile, in quanto si tratta di disposizione di natura regolamentare sfornita di qualunque natura autoritativa;
-ne consegue l’infondatezza RAGIONE_SOCIALEa pretesa impositiva ,  in  quanto non sostenuta da un adeguato titolo giuridico, ovvero di un piano
di classifica idoneo, «a nulla rilevando che l’immobile nel vecchio piano di classifica di cui è cessata la efficacia fosse ricompreso nel  perimetro  di  contribuenza  e  che  per  esso  fosse  stata determinata la misura del contributo».
Il ricorrente propone ricorso fondato su tre motivi, la società intimata non si è costituita in giudizio.
RAGIONI DELLA DECISIONE
Va  preliminarmente  dichiarata  la  regolarità  RAGIONE_SOCIALEa  notifica  del ricorso ad RAGIONE_SOCIALE con consegna del plico  al  domicilio.  La  raccomandata  relativa  alla  notifica  del ricorso è stata spedita il 3 aprile 2018 (consegnata a persona fisica delegata al ritiro RAGIONE_SOCIALE‘11.4.2018), nel rispetto del termine semestrale  previsto  dall’art.  327,  primo  comma  c.p.c.,  come richiamato dall’art. 38, comma 3, del d.lgs. n. 546 del 1992.
Con il primo motivo di impugnazione il ricorrente lamenta, in relazione all’art. 360, primo comma, num.3, c.p.c. la violazione RAGIONE_SOCIALE‘art. 2, comma 3, RAGIONE_SOCIALEa l.r. Campania n. 29 del 2012, nonché RAGIONE_SOCIALE‘art. 67, comma 1, lett. e ) , T.u.i.r. e RAGIONE_SOCIALE‘art. 11 RAGIONE_SOCIALEe preleggi al c.c. In proposito deduce che la l.r. Campania n. 23 del 1985 è stata abrogata dalla l.r. Campania n. 29 del 2012, in quanto la materia RAGIONE_SOCIALEa RAGIONE_SOCIALE è stata nuovamente disciplinata dalla l.r. Campania n. 4 del 2003 . L’art. 12, RAGIONE_SOCIALE a l.r. Campania n. 29 del 2012 assicura l’ ultra vigenza RAGIONE_SOCIALEa precedente legge relativamente ai «rapporti sorti nel periodo RAGIONE_SOCIALEa loro vigenza e per l’esecuzione degli accertamenti RAGIONE_SOCIALE‘entrata e degli impegni di spesa assunti ».
2.1. Il motivo è fondato. La quaestio iuris attorno alla quale ruota l’intero odierno giudizio è relativa alla validità e all’efficacia del piano di classifica nelle ipotesi in cui venga abrogata la normativa in  base  alla  quale  è  stato  adottato.  Non  si  censura,  quindi,  la
difformità  alla  legge  RAGIONE_SOCIALEa  regolamentazione  consortile  posta  a base RAGIONE_SOCIALE‘atto impositivo impugnato,  ma  viene  posta  una questione di successione di leggi nel tempo.
Si ricorda con breve riepilogo del quadro normativo che:
-i RAGIONE_SOCIALE ai sensi RAGIONE_SOCIALE‘art. 862 comma 4 c.c. e RAGIONE_SOCIALE‘art. 59 comma 1 del R.D. n.215 del 1933 (Testo RAGIONE_SOCIALEe norme sulla RAGIONE_SOCIALE integrale) sono persone giuridiche pubbliche costituite tra  i  proprietari  degli  immobili  che  traggono  beneficio  dalla RAGIONE_SOCIALE al fine di provvedere alla esecuzione, manutenzione ed esercizio RAGIONE_SOCIALEe opere di RAGIONE_SOCIALE o soltanto alla manutenzione ed esercizio di esse;
-alla costituzione dei RAGIONE_SOCIALE provvede la Regione (originariamente lo Stato), su proposta dei proprietari interessati o d’ufficio (artt. 55 e 56 r.d. n. 215 del 1933) e il territorio così delimitato prende il nome di Comprensorio di RAGIONE_SOCIALE;
-per l’adempimento dei loro fini istituzionali i RAGIONE_SOCIALE hanno il potere d’imporre contributi alle proprietà consorziate, ai sensi RAGIONE_SOCIALE‘art. 59, comma 2, del r.d. n. 215 del 1933;
-i fini istituzionali sono, in particolare, l’esecuzione, la gestione e la manutenzione RAGIONE_SOCIALEe opere di RAGIONE_SOCIALE; generalmente l’esecuzione RAGIONE_SOCIALEe opere di RAGIONE_SOCIALE è a totale carico pubblico, ma la gestione e la manutenzione RAGIONE_SOCIALEe stesse è solo in parte coperta dal finanziamento pubblico, mentre per la restante parte trova copertura finanziaria con la cd contribuenza a carico dei proprietari  degli  immobili  che  da  dette  attività  di  esecuzione, gestione e manutenzione ritraggano beneficio;
-tali contributi, costituiscono oneri reali sui fondi dei consorziati e vengono riscossi con le stesse modalità previste per la riscossione RAGIONE_SOCIALEe imposte dirette mediante ruoli esattoriali (art. 21 r.d. n. 215/1933).
Fin dagli anni 60, dalla Corte Costituzionale, ha chiarito che l’obbligo di contribuenza per i proprietari consorziati, anche dissenzienti, non deriva da un impegno di carattere contrattuale associativo assunto dagli stessi consorziati, bensì da un obbligo posto dalla legge che considera essenziale, per il conseguimento RAGIONE_SOCIALEe finalità inerenti alla RAGIONE_SOCIALE, la compartecipazione alle spese dei titolari dei beni immobili inclusi nel perimetro del comprensorio ed ha, pertanto, riconosciuto che i contributi consortili configurano prestazioni patrimoniali di natura pubblicistica, rientranti nella categoria RAGIONE_SOCIALE dei Tributi, nell’ambito RAGIONE_SOCIALE‘art. 23 RAGIONE_SOCIALEa Costituzione (v. sent. Corte Cost. n. 55/63; n.5/1967; Cass., Sez. 5, n. 4337/2002, Rv. 553302 0167);
Questa Corte da molto tempo a tale proposito ha chiarito che la legge  determina  direttamente  i  requisiti  per  la  spettanza  del potere impositivo e l’assoggettamento ad esso, ma ne affida poi la quantificazione alle decisioni discrezionali dei consorzi medesimi, al fine RAGIONE_SOCIALE‘applicazione nel caso concreto del principio RAGIONE_SOCIALEa loro corrispondenza o proporzionalità rispetto al grado del beneficio conseguito o conseguibile dall’opera consortile (Cass., Sez. U, n. 4542/1986, Rv. 447285 -01).
Restando su questa linea, è stato affermato che i contributi in favore dei consorzi di RAGIONE_SOCIALE, nella disciplina del r.d. 13 febbraio 1933 n. 215 e successive modificazioni, costituiscono prestazioni patrimoniali di natura pubblicistica rientranti nella categoria RAGIONE_SOCIALE dei tributi e con riguardo ai quali la legge determina direttamente i requisiti sia del potere impositivo sia RAGIONE_SOCIALE‘assoggettamento ad esso, affidandone, poi, la quantificazione alla determinazione discrezionale dei consorzi stessi, per l’applicazione al caso concreto in corrispondenza o
proporzione al grado del beneficio conseguito o conseguibile con l’opera consortile (Cass., Sez. U, n. 2852/1992, Rv. 476147 01). Nessun dubbio, pertanto, sulla natura derivata del tributo.
2.2. Il piano di classifica in forza del quale è stato quantificato il contributo  consortile  oggetto  del  presente  giudizio  è  stato elaborato nella vigenza RAGIONE_SOCIALEa l. r. Campania n. 23 del 1995.
Tale legge è stata espressamente abrogata dalla l. r. Campania n.  29  del  2012  (vedi  allegato  A  RAGIONE_SOCIALEa  legge  citata),  la  quale, all’art. 2 , dispone «1. Sono o restano abrogate le leggi regionali riportate nell’allegato A… omissis …
Le disposizioni abrogate con la presente legge continuano ad applicarsi ai rapporti sorti nel periodo RAGIONE_SOCIALEa loro vigenza e per l’esecuzione  degli  accertamenti  RAGIONE_SOCIALE‘entrata  e  degli  impegni  di spesa assunti».
Già  tale  norma  depone  nel  senso  del  perdurare  dei  piani  di classifica precedentemente adottati.
Va ricordato, inoltre, che tra la l. r. Campania n. 23 del 1995 e la l. r. Campania n. 29 del 2012, sopra richiamate è intervenuta la l. r. Campania n. 4 del 2003, sulla RAGIONE_SOCIALE integrale, la quale prevede che il piano RAGIONE_SOCIALE di RAGIONE_SOCIALE sia attuato attraverso piani triennali, la cui mancata adozione, peraltro, non rende invalido o inefficace il piano RAGIONE_SOCIALE di RAGIONE_SOCIALE (in questo senso già Cass. n. 19036 del 2023). La costituzione del piano di classifica è, poi, analiticamente disciplinata nel l’ art. 12 RAGIONE_SOCIALEa citata l. r. Campania n. 4 del 2003.
L’art.  17,  comma  3,  RAGIONE_SOCIALEa legge  regionale  da  ultimo  citata, prevede che «In sede di prima applicazione RAGIONE_SOCIALEa presente legge, entro il termine perentorio di sessanta giorni dalla sua entrata in vigore, i RAGIONE_SOCIALE adeguano lo Statuto alle norme RAGIONE_SOCIALEa legge medesima e lo inviano alla RAGIONE_SOCIALE regionale per
l’approvazione  che  deve  avvenire  nel  termine  massimo  di sessanta giorni dall’inoltro. Decorso inutilmente il termine fissato per l’adeguamento RAGIONE_SOCIALEo Statuto, vi provvede la RAGIONE_SOCIALE regionale attraverso la nomina di un commissario ad acta appositamente nominato.».
Lo Statuto del ricorrente,  in esecuzione di tale disposizione, è stato adottato con provvedimento commissariale n. 614/AG del 20  maggio  2003  e  approvato  con  modifiche  dalla  RAGIONE_SOCIALE regionale (deliberazione n. 0153/AC del 25 luglio 2003).
La l.r. Campania n. 4 del 2003, dunque, ha previsto il riordino e la ridelimitazione dei RAGIONE_SOCIALE di RAGIONE_SOCIALE, nei termini su brevemente  esposti,  ma  nulla  ha  disposto  specificamente  in ordine  all’efficacia  dei  piani  di  classifica  adottati  nella  vigenza RAGIONE_SOCIALEa previgente l. n. 23 del 1995 .
All’art. 38, ha , tuttavia, previsto come disposizione finale, «1. Per quanto non espressamente disciplinato dalla presente legge si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui al Regio Decreto 13 febbraio 1933, n. 215, e successive modificazioni».
Il r.d. citato, all’art. 11 , prevede che «I criteri di ripartizione sono fissati negli statuti dei consorzi o con successiva deliberazione, da approvarsi dal RAGIONE_SOCIALE».
Lo  Statuto  del  ricorrente,  approvato  in  esecuzione  RAGIONE_SOCIALEa  l.  r. Campania n. 3 del 2004, all’art. 36, comma 3, prevede che «Nelle more RAGIONE_SOCIALE‘adozione del Piano di Classifica per il riparto degli oneri di  contribuenza,  trova  applicazione  il  previgente  Piano,  salvo conguaglio».
La  l.r.  Campania  n.  29  del  2012  (vedi  allegato  A  RAGIONE_SOCIALEa  legge citata),  all’art.  2,  comma 3, come sopra riportato, ha previsto che «3. Le disposizioni abrogate con la presente legge continuano ad applicarsi ai rapporti sorti nel periodo RAGIONE_SOCIALEa loro vigenza e per
l’esecuzione  degli  accertamenti  RAGIONE_SOCIALE‘entrata  e  degli  impegni  di spesa assunti».
Il  quadro  normativo  fin  qui  delineato  garantisce,  pertanto, l’assenza di soluzione di continuità nel riparto RAGIONE_SOCIALEa contribuenza con  conseguente continuità  RAGIONE_SOCIALE‘obbligo  al  versamento, nel rispetto  RAGIONE_SOCIALEe  disposizioni  di  legge,  peraltro  salvo  conguaglio, come previsto dall’art. 36 RAGIONE_SOCIALEo Statuto .
Si può, pertanto, ritenere che restano salvi i piani di classifica adottati sotto la legge previgente.
Da un punto di vista sistematico RAGIONE_SOCIALE si osserva, inoltre, che il presupposto impositivo del tributo in esame non può mutare in relazione al variare RAGIONE_SOCIALEa legge regionale, in quanto si tratta di un  tributo  di  natura  derivata  (v.,  altresì,  v.  Corte  Cost.,  19 ottobre 2018, n. 188). Ciò può affermarsi (anche) sulla base RAGIONE_SOCIALEa giurisprudenza di legittimità sopra richiamata che si è soffermata lungamente sulla natura di tale tributo.
Tali conclusioni sono, peraltro, in linea con un principio cardine del  nostro  ordinamento  sull’efficacia  RAGIONE_SOCIALEa  legge  nel  tempo , fissato  dall’art.  11  RAGIONE_SOCIALEe  disposizioni  sulla  legge  in  RAGIONE_SOCIALE, secondo cui «La legge non dispone che per l’avvenire».
Sarebbe, del resto, contro il principio di stabilità prevedere che, in RAGIONE_SOCIALE gli atti amministrativi generali adottati nella vigenza di una disposizione di legge successivamente abrogata, perdano efficacia in assenza di una disposizione espressa.
Il  motivo  è,  dunque,  infondato  e  può  essere  enunciato  in proposito il seguente principio di diritto: « In materia di contributi consortili,  il  piano  di  classifica  adottato  sulla  base  di  una normativa regionale successivamente abrogata non perde validità ed efficacia, in ragione RAGIONE_SOCIALEa natura derivata del tributo e dei principi generali di efficacia RAGIONE_SOCIALEa legge nel tempo ».
Con il secondo motivo di impugnazione il ricorrente lamenta, in relazione all’art. 360, primo comma, num. 3, c.p.c. la violazione degli artt. 10, 11, 12 del r.d. n. 215 del 1933, nonché la violazione e la falsa applicazione RAGIONE_SOCIALE‘art. 860 c.c. e RAGIONE_SOCIALE‘art. 12 RAGIONE_SOCIALEa l.r. Campania n. 4 del 2003 , RAGIONE_SOCIALE‘art. 117 Cost. L’obbligo contributivo, secondo il ricorrente, sussiste al ricorrere RAGIONE_SOCIALEe condizioni previste dall’art. 860 c.c. e l’esistenza del piano di classifica determina solamente l’inversione RAGIONE_SOCIALE‘onere probatorio circa il vantaggio immediato e diretto per il fondo consorziato, richiesto per il sorgere RAGIONE_SOCIALE‘obbligo contributivo.
Con il terzo motivo di impugnazione il ricorrente lamenta, in relazione all’art. 360, primo comma, num. 3, c.p.c. la violazione degli artt. 11, 59 e 60 del r.d. n. 215 del 1933, RAGIONE_SOCIALE‘art. 22 RAGIONE_SOCIALE a l.r. Campania n. 23 del 1985 e RAGIONE_SOCIALE‘art. 12, comma 2, RAGIONE_SOCIALE‘art. 17, comma 3 RAGIONE_SOCIALEa l.r. Campania n. 4 del 2003. Sostiene il ricorrente che l’abrogazione RAGIONE_SOCIALEa norma di cui è attuazione l’atto amministrativo, nella specie il piano di classifica, non fa venire meno l ‘atto medesimo. L’abrogazione preclude solamente che siano emessi provvedimenti in base alla legge abrogata, ma non fa venire meno gli effetti RAGIONE_SOCIALEa legge medesima a meno che non sia stata prevista l’efficacia retroattiva.
I motivi secondo e terzo restano assorbiti, stante l’accoglimento del primo motivo.
La  sentenza  impugnata  va,  pertanto,  cassata  in  relazione  al primo motivo di ricorso accolto; e la causa va rinviata, anche per la disciplina RAGIONE_SOCIALEe spese del presente giudizio di legittimità, alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado RAGIONE_SOCIALEa Campania che, in diversa composizione, procederà al riesame RAGIONE_SOCIALEa controversia attenendosi  al  principio  di  diritto  sopra  esposto  e  davanti  alla quale potranno essere riproposte le questioni rimaste assorbite.
P.Q.M.
La Corte, accoglie il primo motivo di ricorso, assorbiti i residui motivi;  cassa  la  sentenza  impugnata  in  relazione  al  motivo accolto  e  rinvia  la  causa  alla  Corte  di  giustizia  tributaria  di secondo grado RAGIONE_SOCIALEa Campania, in diversa composizione, anche per le spese del presente giudizio di legittimità.
Così deciso il 24 ottobre 2024