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Contraddittorio endoprocedimentale: la Cassazione decide

Una società di costruzioni ottiene l’annullamento di avvisi di accertamento per violazione del contraddittorio endoprocedimentale e carenza di motivazione. La Cassazione respinge il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, confermando che il giudice non deve rideterminare il reddito se mancano in radice gli elementi per la pretesa fiscale.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Contraddittorio Endoprocedimentale: Annullamento senza Rideterminazione

La recente ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione Tributaria, affronta un tema cruciale nei rapporti tra Fisco e contribuente: il valore e le conseguenze della violazione del contraddittorio endoprocedimentale. La Suprema Corte ha stabilito un principio fondamentale: se un avviso di accertamento viene annullato per una carenza sostanziale di prove, il giudice tributario non è tenuto a rideterminare l’imposta, ma deve limitarsi a confermare l’annullamento.

I Fatti del Caso

Una società di costruzioni si vedeva notificare tre avvisi di accertamento per IRES, IVA e IRAP relativi all’anno d’imposta 2007. L’Amministrazione Finanziaria, basandosi su un sistema di accertamento standardizzato, aveva imputato alla società un reddito maggiore rispetto a quello dichiarato. La contribuente impugnava gli atti impositivi, ottenendo un accoglimento parziale in primo grado.

Successivamente, la Commissione Tributaria Regionale (CTR), in sede di appello, accoglieva integralmente le ragioni della società, annullando completamente gli accertamenti. I giudici di secondo grado evidenziavano una serie di vizi gravi, tra cui:
* Mancanza di motivazione sulla percentuale di redditività applicata (8%).
* Assenza di elementi a carico della società dall’indagine finanziaria sui soci.
* Piena giustificazione dei movimenti extracontabili contestati.
* Violazione del contraddittorio endoprocedimentale, con mancata emissione del processo verbale di constatazione.
* Valutazione “incerta e non convincente” del costo del venduto.

Contro questa decisione, l’Amministrazione Finanziaria proponeva ricorso per cassazione, basato su cinque motivi.

I Motivi del Ricorso e la Violazione del Contraddittorio Endoprocedimentale

L’Agenzia lamentava principalmente la violazione delle norme sul contraddittorio endoprocedimentale e sull’accertamento. Sosteneva che i giudici d’appello avessero errato nel ritenerlo violato, trattandosi, a suo dire, di accertamenti “a tavolino” e di tributi non armonizzati. Inoltre, contestava il fatto che la CTR si fosse limitata ad annullare gli atti senza procedere a una rideterminazione del reddito, come invece avrebbe dovuto fare secondo la difesa erariale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, esaminando in via preliminare il quinto motivo di ricorso, lo ha ritenuto infondato, dichiarando assorbiti tutti gli altri. I giudici di legittimità hanno richiamato un principio consolidato: l’obbligo per il giudice tributario di esaminare nel merito la pretesa e ricondurla alla corretta misura sorge solo quando l’avviso di accertamento è viziato per motivi di carattere sostanziale, non meramente formali.

Nel caso di specie, la CTR non si era limitata a riscontrare un vizio formale, ma aveva rilevato una “insussistenza, in nuce, degli elementi necessari per procedere alla imputazione” di un maggior reddito. La decisione dei giudici di appello era fondata su elementi di fatto ben precisi: le indagini finanziarie non avevano prodotto risultati, e i movimenti contabili erano stati giustificati. Di conseguenza, mancava la base stessa della pretesa fiscale relativa ai maggiori ricavi.

Per quanto riguarda la contestazione sul “costo del venduto”, la Corte ha osservato che la CTR lo aveva definito “incerto e non convincente”. Questa non è una violazione di legge, ma un giudizio di merito sulla prova. L’Agenzia, secondo la Cassazione, avrebbe dovuto lamentare una “motivazione apparente”, non una violazione di legge. Poiché la motivazione della CTR era sufficiente a giustificare l’annullamento totale degli atti per carenza probatoria sostanziale, non vi era alcun obbligo per i giudici di sostituirsi all’Ufficio e rideterminare il reddito.

Le Conclusioni

La sentenza rafforza la tutela del contribuente. Viene chiarito che l’annullamento di un atto impositivo non comporta automaticamente il dovere del giudice di quantificare la “giusta” imposta. Se l’Amministrazione Finanziaria non è in grado di fornire prove concrete e motivazioni solide a sostegno della propria pretesa, e il giudice di merito ne constata la radicale insussistenza, l’atto deve essere semplicemente annullato. Il potere-dovere del giudice di rideterminare il quantum debeatur non può trasformarsi in un’attività istruttoria supplente, volta a colmare le lacune probatorie dell’ente impositore.

Quando il giudice tributario deve annullare un accertamento senza rideterminare l’imposta?
Quando l’annullamento deriva non da vizi formali, ma dalla totale insussistenza degli elementi sostanziali e probatori necessari per giustificare la pretesa fiscale, come accertato nel merito dai giudici.

La violazione del contraddittorio endoprocedimentale è sempre sufficiente per annullare un atto?
La sentenza si concentra sulla carenza sostanziale della pretesa. Tuttavia, i motivi di ricorso dell’Agenzia, incentrati sul contraddittorio, suggeriscono che la sua violazione è stato un elemento centrale della decisione di secondo grado, poi confermata in Cassazione, specialmente quando collegata ad altre carenze motivazionali e probatorie.

Cosa significa che la valutazione del ‘costo del venduto’ è ‘incerta e non convincente’?
Significa che, secondo i giudici di merito, l’Amministrazione Finanziaria non ha fornito elementi e una motivazione adeguata per giustificare la sua rettifica del costo del venduto. Questo è un vizio sostanziale che inficia la validità di quella specifica ripresa fiscale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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