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Contraddittorio endoprocedimentale: i limiti decisi

La Corte di Cassazione chiarisce i limiti del contraddittorio endoprocedimentale. In caso di accertamento induttivo per omessa dichiarazione, condotto ‘a tavolino’ dall’Agenzia delle Entrate, non è obbligatoria la redazione di un processo verbale di constatazione. La Corte ha cassato la sentenza di merito che aveva annullato gli avvisi di accertamento, specificando che tale obbligo sussiste solo per le verifiche fiscali eseguite presso la sede del contribuente.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Contraddittorio Endoprocedimentale: quando non è obbligatorio

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 23820/2024 offre un’importante delucidazione sui confini del contraddittorio endoprocedimentale nell’ambito degli accertamenti fiscali. La Suprema Corte ha stabilito che, in caso di accertamenti ‘a tavolino’ derivanti da omessa dichiarazione, l’Amministrazione finanziaria non è tenuta a redigere un preventivo processo verbale di constatazione (PVC). Questa decisione ribalta un precedente verdetto di merito e traccia una linea netta tra le verifiche condotte presso la sede del contribuente e quelle basate su dati già in possesso dell’Ufficio.

I Fatti di Causa

Una associazione sportiva si è trovata destinataria di diversi avvisi di accertamento per gli anni fiscali dal 2006 al 2009. L’azione dell’Agenzia delle Entrate scaturiva dalla totale omissione della presentazione delle dichiarazioni dei redditi da parte dell’ente. L’associazione ha impugnato gli atti impositivi, lamentando, tra le altre cose, la mancata redazione di un preventivo processo verbale di constatazione, con conseguente lesione del diritto al contraddittorio.

In secondo grado, la Commissione Tributaria Regionale (CTR) aveva dato ragione al contribuente. I giudici regionali avevano ritenuto che l’omessa redazione del PVC costituisse una violazione del principio fondamentale del contraddittorio endoprocedimentale, rendendo invalidi i successivi avvisi di accertamento. Secondo la CTR, l’Ufficio avrebbe dovuto formalizzare le sue constatazioni in un verbale prima di procedere alla notifica degli atti impositivi.

Le motivazioni della Cassazione sul contraddittorio endoprocedimentale

La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ha cassato la sentenza della CTR, fornendo una motivazione chiara e precisa. I giudici di legittimità hanno sottolineato come la corte di merito abbia erroneamente confuso due tipologie di accertamento distinte:

1. Accertamenti basati su accessi, ispezioni e verifiche fiscali: In questi casi, che prevedono un’attività ispettiva presso i locali del contribuente, la legge (art. 12, L. 212/2000) impone l’obbligo di redigere un processo verbale di constatazione conclusivo.
2. Accertamenti ‘a tavolino’: Si tratta di verifiche condotte direttamente dall’Ufficio sulla base di elementi e dati già in suo possesso. In questa categoria rientra l’accertamento induttivo puro (ex art. 39, comma 2, d.P.R. 600/1973) emesso a seguito di omessa dichiarazione.

La Suprema Corte ha ribadito che, per questa seconda tipologia di accertamento, non esiste alcun obbligo di redigere un PVC. Il presupposto per l’obbligo del contraddittorio preventivo formalizzato tramite PVC è l’esecuzione di un’attività ispettiva ‘in loco’.

Inoltre, la Corte ha ricordato che, secondo la giurisprudenza consolidata delle Sezioni Unite, non sussiste un obbligo generale di contraddittorio endoprocedimentale per i tributi non armonizzati (come le imposte dirette), se l’accertamento è ‘a tavolino’. Anche per i tributi armonizzati, la violazione di tale principio non comporta l’invalidità automatica dell’atto, ma richiede che il contribuente superi la cosiddetta ‘prova di resistenza’, dimostrando cioè quali argomenti concreti avrebbe potuto far valere per ottenere un risultato diverso.

La CTR, invece, aveva dichiarato l’illegittimità degli avvisi basandosi unicamente sulla mancata redazione del PVC, senza verificare se si fosse effettivamente svolta un’ispezione presso la sede del contribuente, presupposto indispensabile per l’applicazione di tale obbligo.

Conclusioni

La decisione della Cassazione rafforza un principio cardine in materia di accertamenti fiscali: gli obblighi procedurali a garanzia del contribuente variano a seconda delle modalità con cui viene condotta la verifica. L’obbligo di redigere un Processo Verbale di Constatazione e di instaurare un contraddittorio formale preventivo è strettamente legato alle ispezioni fisiche presso il contribuente. Per gli accertamenti ‘a tavolino’, specialmente quelli induttivi per omessa dichiarazione, tale obbligo non sussiste, semplificando l’azione amministrativa. Questa pronuncia fornisce quindi un criterio interpretativo chiaro, evitando che vizi puramente formali possano inficiare atti impositivi fondati su evidenti inadempienze del contribuente.

È sempre obbligatorio il contraddittorio endoprocedimentale prima di un avviso di accertamento?
No. Secondo la Corte, l’obbligo generalizzato non sussiste per gli accertamenti cosiddetti ‘a tavolino’ relativi a tributi non armonizzati, come nel caso di un accertamento induttivo per omessa dichiarazione dei redditi.

Quando è necessaria la redazione di un Processo Verbale di Constatazione (PVC)?
La redazione del PVC è obbligatoria solo a conclusione di accessi, ispezioni e verifiche fiscali condotte nei locali destinati all’esercizio dell’attività del contribuente, non per le indagini svolte esclusivamente presso gli uffici dell’Amministrazione finanziaria.

Cosa si intende per ‘prova di resistenza’ nel diritto tributario?
È l’onere che grava sul contribuente di dimostrare che, qualora gli fosse stato garantito il contraddittorio preventivo, avrebbe potuto presentare argomenti e prove concrete tali da modificare l’esito dell’accertamento a suo favore. Una semplice lamentela formale non è sufficiente a invalidare l’atto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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