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Contraddittorio doganale: obbligo e conseguenze

La Corte di Cassazione ha annullato un avviso di rettifica doganale perché l’Amministrazione finanziaria non ha rispettato l’obbligo di contraddittorio doganale. Prima di contestare il valore dichiarato delle merci, l’Agenzia deve comunicare per iscritto i motivi dei suoi dubbi e concedere alla parte un termine per rispondere. L’omissione di questa fase procedurale, prevista dalla normativa comunitaria, rende nullo l’atto impositivo.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Contraddittorio Doganale: La Cassazione Annulla l’Accertamento Fiscale

L’ordinanza in esame ribadisce un principio cruciale nel diritto tributario e, in particolare, in quello doganale: il rispetto del contraddittorio doganale non è una mera formalità, ma un obbligo procedurale la cui violazione comporta la nullità dell’atto impositivo. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso di una società di spedizioni, ha chiarito che l’Agenzia delle Dogane non può procedere a una rettifica del valore delle merci senza aver prima comunicato in modo specifico i propri dubbi all’operatore e avergli dato la possibilità di difendersi.

I Fatti del Caso: Una Rettifica del Valore Merci

Una società di spedizioni doganali si è vista notificare diversi avvisi di accertamento da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Tali avvisi rettificavano il valore di alcune merci (borse e borsette) importate dalla Cina per conto di una società cliente, sostenendo che il valore dichiarato fosse inferiore a quello di mercato.

L’Agenzia basava la sua rettifica sulla presunta incongruenza del valore dichiarato rispetto a quello di prodotti similari e al costo della materia prima. La società di spedizioni, ritenuta responsabile in solido con l’importatrice, ha impugnato gli atti, dando inizio a un lungo contenzioso giudiziario.

Il Percorso Giudiziario e l’Importanza del Contraddittorio Doganale

Dopo una prima fase processuale sfavorevole, la questione è giunta dinanzi alla Corte di Cassazione. Il motivo principale del ricorso era la violazione del diritto al contraddittorio doganale preventivo. La società ricorrente lamentava che gli avvisi di rettifica non erano stati preceduti da alcuna comunicazione che esponesse chiaramente i motivi dei dubbi dell’Ufficio, impedendole di fornire chiarimenti e documenti a difesa prima dell’emissione dell’atto finale.

La Commissione Tributaria Regionale aveva erroneamente ritenuto sufficiente un generico “invito preventivo a controdedurre”, rimasto inevaso. Tuttavia, la Suprema Corte ha adottato una posizione molto più rigorosa, in linea con la normativa comunitaria e la propria giurisprudenza consolidata.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La decisione della Cassazione si fonda sull’interpretazione dell’art. 181-bis del Regolamento di applicazione del Codice Doganale Comunitario. Questa norma delinea una procedura bifasica che l’autorità doganale è tenuta a seguire quando nutre “fondati dubbi” sull’attendibilità del valore di transazione dichiarato.

1. Prima fase: L’autorità può richiedere “informazioni complementari” all’operatore.
2. Seconda fase: Se, nonostante le informazioni ricevute (o in assenza di esse), i dubbi persistono, l’autorità doganale ha l’obbligo, “prima di adottare una decisione definitiva”, di informare per iscritto la persona interessata sui motivi specifici su cui si fondano tali dubbi, concedendole una “ragionevole possibilità di rispondere”.

La Corte ha stabilito che questa seconda fase è inderogabile. Non è sufficiente comunicare l’avvio di un procedimento di revisione. È necessario che l’Ufficio espliciti le ragioni della propria perplessità (ad esempio, indicando quali sono i valori di merci similari presi a confronto) per mettere l’operatore nelle condizioni di poter esercitare efficacemente il proprio diritto di difesa.

Nel caso di specie, l’Agenzia si era limitata a inviare una nota per informare dell'”apertura del procedimento di revisione con invito a presentare controdeduzioni entro trenta giorni”, senza specificare le ragioni del dubbio. Questo comportamento, secondo la Corte, non soddisfa i requisiti imposti dalla normativa, rendendo la procedura illegittima.

Conclusioni

L’ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale di fondamentale importanza per la tutela dei contribuenti. Il principio del contraddittorio doganale preventivo è un presidio di legalità e trasparenza dell’azione amministrativa. L’Amministrazione finanziaria non può sorprendere il contribuente con un atto impositivo senza avergli prima offerto la possibilità di un dialogo effettivo e informato.

La conseguenza pratica è netta: l’avviso di rettifica emesso in violazione di questa procedura è nullo. Per gli operatori del settore, importatori e spedizionieri, questa decisione rafforza la necessità di vigilare attentamente sul rispetto delle garanzie procedurali da parte delle autorità doganali e di far valere tempestivamente i propri diritti in caso di omissioni. L’obbligo di dialogo non è una facoltà, ma un preciso dovere dell’Amministrazione, la cui inosservanza vizia irrimediabilmente l’intero procedimento di accertamento.

L’Agenzia delle Dogane può rettificare il valore dichiarato delle merci senza prima comunicare i motivi dei suoi dubbi all’importatore?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’Agenzia delle Dogane ha l’obbligo, prima di emettere un avviso di rettifica, di informare per iscritto l’interessato sui motivi specifici dei suoi dubbi e di concedergli una ragionevole possibilità di rispondere.

Qual è la procedura corretta che l’Amministrazione doganale deve seguire se ha dubbi sul valore di transazione delle merci?
La procedura, basata sull’art. 181-bis del Regolamento doganale, prevede che l’autorità prima richieda informazioni complementari. Se i dubbi persistono, deve comunicare per iscritto alla parte interessata le ragioni specifiche di tali dubbi, permettendole di presentare le proprie controdeduzioni prima di adottare qualsiasi decisione definitiva.

Qual è la conseguenza della violazione dell’obbligo di contraddittorio preventivo in materia doganale?
La violazione di questo obbligo procedurale comporta la nullità dell’avviso di rettifica e degli atti impositivi conseguenti. L’omissione del dialogo preventivo vizia l’intero procedimento di accertamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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