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Contrabbando semplice: la Cassazione attende la Consulta

Un contribuente ha impugnato un atto di contestazione per evasione di dazi e IVA su orologi di lusso importati illecitamente. La Cassazione, investita della questione, ha sospeso il procedimento. La Corte ha deciso di attendere la pronuncia della Corte Costituzionale su un caso analogo relativo al contrabbando semplice, che potrebbe avere un impatto decisivo sulla controversia in esame, in particolare sulle sanzioni e la confisca.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Contrabbando Semplice: la Cassazione Sospende il Giudizio e Attende la Consulta

L’ordinanza interlocutoria in esame affronta un caso di contrabbando semplice relativo all’importazione di un ingente numero di orologi di lusso. La Corte di Cassazione, anziché decidere nel merito, ha scelto di sospendere il procedimento, attendendo una pronuncia della Corte Costituzionale su una questione strettamente connessa. Questa decisione evidenzia la complessità delle normative doganali a seguito della depenalizzazione di alcuni reati tributari e l’importanza del coordinamento tra le diverse giurisdizioni.

I Fatti del Caso: L’Importazione Illecita di Orologi

La vicenda ha origine da un accertamento dell’Agenzia delle Dogane, che contestava a un importatore l’introduzione irregolare nel territorio italiano di 112 orologi di marchi prestigiosi. L’Agenzia richiedeva il pagamento di circa 47.000 euro per diritti evasi (dazi e IVA all’importazione) e irrogava una sanzione di 50.000 euro, disponendo anche la confisca della merce.

Il contribuente si opponeva a tali atti, ottenendo ragione in primo grado. Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale ribaltava la decisione, accogliendo l’appello dell’Ufficio. Secondo i giudici di secondo grado, non sussisteva alcuna decadenza del potere impositivo dello Stato. Contro questa sentenza, il contribuente ha proposto ricorso per cassazione.

I Motivi del Ricorso: Decadenza, Depenalizzazione e Ne Bis In Idem

Il ricorso del contribuente si fondava su quattro motivi principali:
1. Vizi di notifica: si lamentava un errore nella notifica degli atti impositivi.
2. Decadenza dell’azione sanzionatoria: A seguito della depenalizzazione del reato di contrabbando semplice (D.Lgs. 8/2016), il ricorrente sosteneva che dovesse applicarsi la normativa sulle sanzioni amministrative (Legge 689/1981), con un termine di decadenza di cinque anni, ormai decorso.
3. Inapplicabilità delle norme penali-tributarie: Veniva contestata l’applicazione di norme del Testo Unico delle Leggi Doganali (TULD) che prorogano i termini in presenza di un reato, poiché la depenalizzazione avrebbe reso tali disposizioni inapplicabili.
4. Violazione del principio del ne bis in idem: Il ricorrente eccepiva la nullità della sentenza per non essersi pronunciata su questo punto, dato che era stato assolto in un precedente giudizio penale per gli stessi fatti.

La Questione di Legittimità Costituzionale sul contrabbando semplice

Il punto cruciale che ha portato alla sospensione del giudizio è una questione di legittimità costituzionale sollevata dalle Sezioni Unite della stessa Corte di Cassazione in un caso simile (ordinanza n. 18284 del 2024). Tale questione riguarda l’applicabilità delle disposizioni delle leggi doganali (in particolare l’art. 301 TULD, che prevede sanzioni e confisca) anche all’IVA sull’importazione, e la sua compatibilità con l’art. 3 della Costituzione e l’art. 49 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE.

La Corte Costituzionale è chiamata a decidere se la normativa doganale, nata in un contesto penalistico, possa continuare a trovare applicazione anche per illeciti che, come il contrabbando semplice, sono stati trasformati in mere violazioni amministrative.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte, nella sua ordinanza, rileva che la risoluzione della controversia dipende direttamente dall’esito del giudizio di legittimità costituzionale pendente. Il caso in esame, infatti, verte proprio sull’applicazione di sanzioni e confisca previste dall’art. 301 TULD a seguito di una violazione doganale (mancato pagamento dei dazi) e fiscale (mancato pagamento dell’IVA all’importazione).

Poiché la decisione della Consulta potrebbe incidere profondamente sulla validità e sull’applicabilità delle norme contestate, i giudici hanno ritenuto opportuno e necessario attendere tale pronuncia. Di conseguenza, hanno disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo, ovvero una sospensione del processo in attesa che il quadro normativo venga chiarito dalla Corte Costituzionale.

Le Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria conferma l’attuale incertezza giuridica che circonda le sanzioni per il contrabbando semplice dopo la sua depenalizzazione. La decisione di sospendere il giudizio è un atto di prudenza processuale, volto a evitare possibili contrasti giurisprudenziali e a garantire una decisione fondata su un quadro normativo costituzionalmente legittimo. L’esito del giudizio dinanzi alla Corte Costituzionale sarà dunque determinante non solo per questo caso, but per tutte le controversie simili, definendo i confini del potere sanzionatorio dello Stato in materia doganale e di IVA all’importazione.

Cosa succede quando un reato come il contrabbando semplice viene depenalizzato?
Quando un reato viene trasformato in illecito amministrativo, come nel caso del contrabbando semplice, sorge il problema di quale regime sanzionatorio e quali termini di prescrizione o decadenza applicare. Il ricorrente sosteneva l’applicazione dei termini più brevi previsti per le sanzioni amministrative generali (Legge 689/1981).

Perché è stato invocato il principio del ‘ne bis in idem’?
Il ricorrente ha invocato il principio del ‘ne bis in idem’ (divieto di essere processati due volte per lo stesso fatto) perché era già stato assolto in un procedimento penale per la medesima importazione illecita. Egli lamentava che la Commissione Tributaria Regionale non avesse tenuto conto di questa eccezione.

Perché la Corte di Cassazione ha sospeso il giudizio?
La Corte ha sospeso il giudizio perché è pendente una questione di legittimità costituzionale su un caso molto simile. La decisione della Corte Costituzionale sull’applicabilità delle sanzioni doganali all’IVA all’importazione dopo la depenalizzazione del contrabbando semplice è considerata fondamentale per poter decidere correttamente anche la presente controversia. Pertanto, la Cassazione ha preferito attendere per garantire certezza del diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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