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Consolidato fiscale: omesso CNM non blocca le perdite

La Corte di Cassazione ha stabilito che una società aderente al regime del consolidato fiscale non perde il diritto di riportare le perdite pregresse se omette la presentazione del modello dichiarativo del gruppo (Modello CNM) per un’annualità. Secondo la Corte, tale omissione costituisce una mera irregolarità formale e non un errore sostanziale, a condizione che l’amministrazione finanziaria sia comunque in grado di ricostruire il reddito del gruppo basandosi sulle dichiarazioni individuali presentate dalle singole società partecipanti.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Consolidato fiscale: l’omissione del Modello CNM è solo una formalità?

Il regime del consolidato fiscale rappresenta uno strumento fondamentale per i gruppi societari, consentendo di determinare un’unica base imponibile IRES sommando i redditi e le perdite delle diverse società partecipanti. Ma cosa succede se, per un’annualità, la società capogruppo omette di presentare il modello dichiarativo del gruppo, il cosiddetto Modello CNM? Si perde il diritto di utilizzare le perdite consolidate? A questa domanda ha risposto la Corte di Cassazione con una recente ordinanza, tracciando una linea netta tra irregolarità formali e violazioni sostanziali.

I Fatti del Caso

Una società capogruppo (consolidante), dopo aver regolarmente esercitato l’opzione per il regime di tassazione di gruppo per il triennio 2005-2007, riceveva una cartella di pagamento per l’anno 2007. L’Agenzia delle Entrate contestava il riporto di perdite maturate nell’anno precedente (2006), motivando la pretesa con la mancata presentazione, per quell’anno, della dichiarazione del consolidato (Modello CNM). Sebbene tutte le società del gruppo avessero presentato le proprie dichiarazioni individuali, l’Ufficio riteneva l’omissione del modello riepilogativo un errore insuperabile, tale da invalidare la continuità del regime e, di conseguenza, il diritto a compensare le perdite.

La società contribuente impugnava l’atto, sostenendo che si trattasse di una mera irregolarità formale, sanabile, dato che l’Amministrazione Finanziaria possedeva già tutti gli elementi per ricostruire il reddito consolidato e verificare la spettanza del diritto. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale accoglievano le ragioni del contribuente, portando l’Agenzia delle Entrate a ricorrere in Cassazione.

La questione del consolidato fiscale e l’omissione dichiarativa

Il cuore della controversia giuridica ruotava attorno alla natura e agli effetti dell’omessa presentazione del Modello CNM. L’Agenzia delle Entrate sosteneva che tale modello non fosse una semplice formalità, ma l’unico strumento attraverso cui l’Ufficio poteva venire a conoscenza della volontà del gruppo sui criteri di compensazione delle perdite e verificarne la corretta gestione. Secondo questa tesi, l’assenza della dichiarazione consolidata equivaleva a un’interruzione del regime, con la perdita del diritto di riportare le perdite a nuovo.

Al contrario, la difesa del contribuente si basava sul principio di prevalenza della sostanza sulla forma, sostenendo che l’esercizio dell’opzione triennale per il consolidato fiscale fosse l’atto fondamentale e irrevocabile. La successiva dichiarazione annuale avrebbe avuto una funzione puramente ricognitiva e informativa, non costitutiva del diritto.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, confermando le decisioni dei giudici di merito. I giudici hanno chiarito la distinzione fondamentale tra due momenti del regime del consolidato fiscale:

1. L’esercizio dell’opzione: È una dichiarazione negoziale con cui il gruppo manifesta la volontà di aderire al regime per un triennio. Questo atto è irrevocabile e produttivo di effetti sostanziali, tra cui il diritto della consolidante a riportare a nuovo le perdite del gruppo.
2. La presentazione annuale del Modello CNM: È una dichiarazione di scienza, successiva all’instaurazione del regime. La sua funzione è quella di informare l’amministrazione finanziaria degli elementi necessari per i controlli, sulla base dei dati già presenti nelle dichiarazioni individuali delle singole società.

Sulla base di questa distinzione, la Corte ha affermato che nessuna norma del TUIR prevede, come conseguenza dell’omessa presentazione della dichiarazione consolidata, la decadenza dal diritto di riportare le perdite. La conseguenza di tale omissione è, invece, l’applicazione del regime sanzionatorio previsto dalla legge.

Richiamando i principi espressi anche dalle Sezioni Unite, la Corte ha ribadito che l’amministrazione finanziaria non può negare un diritto sostanziale per ragioni di pura forma, specialmente quando non dimostra che tale omissione abbia concretamente impedito o ostacolato la sua attività di controllo. Nel caso di specie, l’Ufficio era stato informato della scelta del regime di consolidato fiscale e poteva agevolmente calcolare il reddito complessivo del gruppo e le perdite riportabili utilizzando i dati forniti dalle singole dichiarazioni dei redditi delle società partecipanti.

Le conclusioni

La decisione della Cassazione rafforza un principio cardine del diritto tributario moderno: la sostanza prevale sulla forma. Un’omissione documentale, se non compromette la capacità di verifica dell’Erario e non nasconde un’evasione sostanziale, deve essere considerata un’irregolarità formale, punibile con sanzioni, ma non con la perdita di un diritto legittimamente maturato. Questa ordinanza offre maggiore certezza ai gruppi societari, stabilendo che un errore procedurale non può vanificare i benefici del regime del consolidato fiscale, a patto che la trasparenza e la completezza dei dati siano comunque garantite attraverso le altre dichiarazioni obbligatorie.

La mancata presentazione del modello CNM per un anno fa perdere il diritto a riportare le perdite del gruppo?
No, secondo la Corte di Cassazione, l’omessa presentazione del modello CNM è una mera irregolarità formale che non causa la decadenza dal diritto di riportare a nuovo le perdite consolidate, a condizione che l’amministrazione finanziaria possa comunque ricostruire il reddito del gruppo dai dati delle dichiarazioni individuali.

Qual è la differenza tra l’opzione per il consolidato fiscale e la dichiarazione annuale del gruppo?
L’opzione è una dichiarazione negoziale irrevocabile per un triennio che fa nascere il diritto a tassare il gruppo come un’unica entità. La dichiarazione annuale (Modello CNM) è una dichiarazione di scienza successiva, con funzione informativa, che serve a comunicare all’Erario i risultati annuali del gruppo.

Cosa deve dimostrare l’Agenzia delle Entrate per negare un diritto fiscale a causa di un’omissione formale?
L’Agenzia delle Entrate non può limitarsi a contestare l’omissione formale, ma deve dimostrare che tale mancanza le ha concretamente impedito di esercitare la sua attività di controllo e verifica sulla spettanza effettiva del diritto del contribuente. Se l’informazione è comunque ricavabile da altri documenti, il diritto non può essere negato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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