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Conoscenza qualificata per riduzione IMU: la Cassazione

Una società immobiliare ha richiesto la riduzione del 50% dell’IMU per un immobile inagibile, sostenendo che il Comune fosse a conoscenza del suo stato di degrado. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’ente di riscossione, stabilendo che una generica conoscenza dei fatti non è sufficiente. È necessaria una ‘conoscenza qualificata’, ovvero basata su atti e documenti ufficiali dell’ente. La prova di tale conoscenza è a carico del contribuente. La Corte ha quindi annullato la decisione precedente, rinviando la causa per un nuovo esame basato su questo principio.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Riduzione IMU per inagibilità: necessaria la conoscenza qualificata del Comune

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito un principio fondamentale per i contribuenti che possiedono immobili inagibili: per ottenere la riduzione del 50% dell’IMU, non è sufficiente che il Comune sia genericamente a conoscenza dello stato di degrado. È indispensabile che tale ente abbia una conoscenza qualificata della situazione, derivante da propri atti amministrativi e documentabili. Approfondiamo i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso: La controversia sull’IMU di un ex-caserma

Una società immobiliare si opponeva a tre avvisi di accertamento IMU per gli anni dal 2014 al 2016, relativi a un immobile (una ex caserma dei Vigili del Fuoco) di sua proprietà. La società sosteneva di aver diritto alla riduzione del 50% della base imponibile, poiché l’edificio era inagibile e di fatto non utilizzato. Le corti di merito avevano parzialmente accolto le ragioni della società, ritenendo che il Comune fosse a conoscenza dello stato di abbandono dell’immobile, basandosi su articoli di giornale, dichiarazioni del sindaco e persino video online. Contro questa decisione, la società di riscossione, per conto del Comune, ha proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte e il principio della conoscenza qualificata

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società di riscossione, ribaltando la decisione di secondo grado. Il cuore della sentenza risiede nella distinzione tra una conoscenza generica e una conoscenza qualificata. La legge prevede che, per ottenere la riduzione d’imposta, il contribuente debba presentare una dichiarazione, allegando una perizia tecnica che attesti l’inagibilità, o una dichiarazione sostitutiva. Tuttavia, la giurisprudenza ha ammesso che tale onere può essere superato se lo stato di inagibilità è già perfettamente noto al Comune, in ossequio ai principi di collaborazione e buona fede tra amministrazione e contribuente.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha precisato cosa si debba intendere per conoscenza “nota al Comune”.

Analisi del ricorso principale: Cos’è la conoscenza qualificata?

I giudici hanno chiarito che non è sufficiente una mera ed estemporanea conoscenza di fatto, desunta da fonti esterne all’attività istituzionale come articoli di stampa o dichiarazioni pubbliche. La conoscenza che esonera il contribuente dagli obblighi dichiarativi deve essere:

* Qualificata: Deve derivare dall’esercizio dell’attività amministrativa propria dell’ente territoriale (anche per finalità non tributarie).
* Documentabile: Deve basarsi su informazioni e documenti già in possesso del Comune.
* Certa: Deve attestare lo stato di fatto in termini comparabili a quelli di una perizia o di una dichiarazione formale.

Esempi di conoscenza qualificata includono ordinanze di sgombero, mancate concessioni di permessi a costruire a causa dell’inagibilità, o verbali di accertamento redatti da uffici comunali. La Corte ha specificato che la prova dell’esistenza di tale conoscenza qualificata da parte del Comune è a carico del contribuente che invoca il beneficio.

Esame del ricorso incidentale

La Cassazione ha rigettato anche il ricorso incidentale della società immobiliare. La richiesta di calcolare l’imposta sulla sola area edificabile è stata ritenuta una domanda nuova e quindi inammissibile in appello. Anche la richiesta di esenzione per i cosiddetti “beni merce” (immobili destinati alla vendita) è stata respinta, poiché la norma si applica ai “fabbricati costruiti” e non a quelli, come nel caso di specie, ancora in corso di ristrutturazione o in stato di degrado.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche per i Contribuenti

Questa ordinanza traccia una linea netta per i proprietari di immobili inagibili. Per beneficiare della riduzione IMU, la strada maestra resta quella della presentazione della dichiarazione con perizia o dichiarazione sostitutiva. Affidarsi alla presunta conoscenza del Comune è una strategia rischiosa. Il contribuente che sceglie questa via deve essere in grado di dimostrare, con prove documentali, che il Comune aveva già acquisito una conoscenza ufficiale e inequivocabile dello stato di inagibilità attraverso i propri canali amministrativi. Una semplice notizia di giornale o un’affermazione pubblica non saranno sufficienti a soddisfare l’onere probatorio.

Per ottenere la riduzione IMU su un immobile inagibile, è sufficiente che il Comune sia a conoscenza del suo stato di degrado?
No, non è sufficiente. La Corte di Cassazione ha stabilito che serve una “conoscenza qualificata”, cioè documentabile e derivata dall’esercizio dell’attività amministrativa propria del Comune (es. ordinanze, perizie tecniche), non una conoscenza generica proveniente da articoli di giornale o dichiarazioni pubbliche.

A chi spetta l’onere di provare che il Comune aveva questa “conoscenza qualificata”?
L’onere della prova è a carico del contribuente che chiede il beneficio della riduzione d’imposta. Deve dimostrare che il Comune possedeva già documentazione ufficiale e specifica sullo stato di inagibilità dell’immobile.

L’esenzione IMU per “beni merce” si applica anche a immobili in corso di ristrutturazione destinati alla vendita?
No. Secondo la sentenza, l’esenzione si applica ai “fabbricati costruiti” e destinati alla vendita. Non opera per aree edificabili o per immobili su cui è in corso un intervento edilizio non ancora ultimato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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