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Confisca per contrabbando: non basta la sanzione

Un automobilista è stato fermato per contrabbando a causa dell’uso irregolare di un’auto di lusso con targa non comunitaria. Nonostante il pagamento di una sanzione ridotta, la Corte di Cassazione ha stabilito che la confisca per contrabbando del veicolo è obbligatoria. La Corte ha chiarito che si tratta di una misura di sicurezza, non di una sanzione accessoria, e pertanto non viene annullata dalla definizione agevolata della sanzione pecuniaria. La confisca del veicolo è stata quindi confermata.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Confisca per Contrabbando: La Cassazione Chiarisce, Non è una Sanzione Accessoria

Il pagamento di una sanzione in misura ridotta può estinguere la confisca per contrabbando di un veicolo? A questa domanda ha dato una risposta chiara e netta la Corte di Cassazione con la sentenza in esame. Il caso, che ha origine dal sequestro di un’autovettura di lusso con targa extracomunitaria, ha permesso ai giudici di delineare la natura giuridica della confisca in materia doganale, distinguendola nettamente dalle sanzioni accessorie.

I Fatti del Caso: Il Sequestro dell’Auto di Lusso

Tutto inizia con un controllo da parte delle autorità finanziarie a un automobilista alla guida di una potente vettura sportiva immatricolata in un paese non appartenente all’Unione Europea. Le autorità contestano la violazione del regime di ammissione temporanea, un’infrazione che la legge qualifica come contrabbando. Di conseguenza, scattano il sequestro amministrativo del veicolo e una pesante sanzione pecuniaria. I soggetti coinvolti, proprietaria e conducente, decidono di avvalersi della cosiddetta “definizione agevolata”, pagando un importo pari a un terzo della sanzione principale. Convinti che tale pagamento estinguesse ogni pendenza, chiedono la restituzione del veicolo. L’amministrazione doganale, tuttavia, conferma il provvedimento di confisca, dando il via a un contenzioso legale.

L’Iter Giudiziario e la Decisione della Cassazione

Se in un primo momento il ricorso dei contribuenti era stato respinto, la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado aveva ribaltato la decisione, accogliendo le loro ragioni. Secondo i giudici d’appello, il pagamento della sanzione in via agevolata avrebbe impedito l’applicazione delle “sanzioni accessorie”, categoria nella quale ritenevano rientrasse anche la confisca. L’Amministrazione doganale ha quindi impugnato la sentenza, portando il caso dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Amministrazione, cassando la sentenza di secondo grado e affermando un principio fondamentale: la confisca in materia doganale non è una sanzione accessoria, ma una misura di sicurezza.

Le motivazioni: Perché la confisca per contrabbando è obbligatoria

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nella distinzione tra la natura delle diverse misure punitive e preventive previste dall’ordinamento. I giudici hanno chiarito che l’articolo del D.Lgs. 472/1997, che impedisce l’irrogazione di sanzioni accessorie in caso di definizione agevolata, si riferisce a un elenco specifico di sanzioni (come l’interdizione da cariche o la sospensione di licenze), nel quale la confisca non è inclusa.

Citando un recente intervento delle Sezioni Unite, la Corte ha ribadito che la confisca per contrabbando prevista dal Testo Unico delle Leggi Doganali (TULD) ha una duplice finalità:
1. Neutralizzare l’attrattiva dell’illecito: togliere al trasgressore la disponibilità del bene utilizzato per commettere il reato.
2. Recuperare il tributo evaso: assicurare all’erario il recupero delle somme dovute.

Questa sua funzione la qualifica come misura di sicurezza a carattere reale, finalizzata a prevenire la circolazione di beni “marcati” da illiceità e a tutelare gli interessi finanziari dello Stato e dell’Unione Europea. Essendo una misura di sicurezza e non una sanzione accessoria, la sua applicazione è obbligatoria e non viene meno per effetto del pagamento della sola sanzione pecuniaria, seppur in via agevolata. La soluzione adottata dalla corte d’appello, secondo la Cassazione, pregiudicava la funzione stessa del sistema doganale, permettendo al trasgressore di estinguere la confisca pagando solo le sanzioni e non i dazi evasi.

Le conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza consolida un principio di estrema importanza pratica per chiunque si trovi ad affrontare una contestazione di contrabbando. L’insegnamento è chiaro: la definizione agevolata della sanzione pecuniaria non è una scorciatoia per ottenere la restituzione dei beni sequestrati. La confisca per contrabbando rimane un provvedimento autonomo e obbligatorio, la cui efficacia non è subordinata alle vicende della sanzione pecuniaria.

L’unico modo per ottenere la restituzione dei beni confiscati, come specificato dalle norme doganali, è il cosiddetto “riscatto”, che prevede il pagamento non solo delle sanzioni, ma anche dei diritti di confine evasi, degli interessi, delle spese e del valore stesso dei beni. Questa pronuncia riafferma la rigidità della normativa doganale, posta a presidio di interessi finanziari di primaria importanza per l’intera Unione Europea.

Pagare la sanzione in misura ridotta è sufficiente per ottenere la restituzione di un’auto sequestrata per contrabbando?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il pagamento della sanzione pecuniaria in misura ridotta (definizione agevolata) non estingue la confisca del bene, poiché quest’ultima non è una sanzione accessoria ma una misura di sicurezza obbligatoria.

Qual è la differenza tra sanzione accessoria e misura di sicurezza nel contesto del contrabbando doganale?
La sanzione accessoria ha una finalità puramente punitiva e viene meno se si definisce in via agevolata la sanzione principale. La misura di sicurezza, come la confisca per contrabbando, ha una finalità preventiva: impedire l’ulteriore circolazione di beni illeciti e garantire il recupero dei tributi evasi. Per questo motivo, non è influenzata dalla definizione agevolata della sanzione pecuniaria.

La confisca per contrabbando è sempre obbligatoria?
Sì, la sentenza afferma che nei casi di contrabbando la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato, o che ne sono l’oggetto o il profitto, è sempre ordinata. La sua natura obbligatoria è legata alla necessità di tutelare gli interessi finanziari dello Stato e dell’Unione Europea.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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