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Confisca Iva importazione: dubbi di costituzionalità

Un contribuente importa un’opera d’arte dalla Svizzera omettendo il versamento dell’IVA. La Cassazione, a Sezioni Unite, non decide sul merito della confisca del bene ma sospende il giudizio, sollevando una questione di legittimità costituzionale. Il dubbio riguarda la proporzionalità della confisca per Iva all’importazione, ritenuta una sanzione eccessiva rispetto ad altre violazioni IVA. La decisione finale spetta ora alla Corte Costituzionale.

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Pubblicato il 1 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Confisca Iva importazione: le Sezioni Unite rimettono gli atti alla Consulta

La Corte di Cassazione a Sezioni Unite, con una recente ordinanza interlocutoria, ha sollevato una cruciale questione di legittimità costituzionale in materia di confisca per Iva all’importazione. Il caso, nato dall’importazione di una preziosa opera d’arte dalla Svizzera, mette in discussione la proporzionalità di una misura che affianca la sanzione pecuniaria all’ablazione definitiva del bene, creando una potenziale disparità di trattamento tra violazioni fiscali sostanzialmente analoghe. La decisione finale spetta ora alla Corte Costituzionale.

I Fatti di Causa: L’Importazione dell’Opera d’Arte

Un contribuente veniva fermato presso un aeroporto italiano al suo rientro dalla Svizzera. Durante il controllo, le autorità doganali scoprivano che l’uomo trasportava un quadro di ingente valore senza averlo dichiarato e, di conseguenza, senza aver versato la relativa IVA all’importazione, per un ammontare di quasi 450.000 euro.

Inizialmente, la vicenda aveva risvolti penali per il reato di contrabbando semplice. Tuttavia, a seguito della depenalizzazione di tale fattispecie operata dal D.Lgs. n. 8 del 2016, il procedimento penale si concludeva con un’assoluzione. Gli atti venivano quindi trasmessi all’autorità amministrativa, l’Agenzia delle Dogane, che procedeva a disporre la confisca dell’opera d’arte sulla base del Testo Unico delle Leggi Doganali (TULD).

Il contribuente impugnava il provvedimento di confisca. La Commissione Tributaria Regionale accoglieva le sue ragioni, sostenendo che la norma sulla confisca (art. 301 TULD) dovesse ritenersi implicitamente abrogata per effetto della depenalizzazione. L’Agenzia delle Dogane, non condividendo tale interpretazione, ricorreva per cassazione, portando la questione all’attenzione delle Sezioni Unite.

La Questione Giuridica: La sopravvivenza della confisca dopo la depenalizzazione

Il nodo centrale del contendere verteva sulla sorte della confisca amministrativa prevista dalle leggi doganali per condotte che, pur non essendo più reato, restano illeciti amministrativi. Le Sezioni Unite erano chiamate a stabilire se la depenalizzazione del contrabbando semplice avesse travolto anche la misura accessoria della confisca, oppure se quest’ultima fosse sopravvissuta come strumento sanzionatorio autonomo.

L’Agenzia sosteneva la piena vigenza della norma, evidenziando come l’eliminazione della confisca avrebbe creato un sistema irragionevole, in cui le violazioni più lievi (“contrabbando lieve”, sotto i 4.000 euro) sarebbero state punite più severamente (con la confisca) rispetto a quelle di maggiore gravità.

Le Motivazioni delle Sezioni Unite: Un Regime Sanzionatorio Sproporzionato

La Corte di Cassazione, pur ritenendo che la norma sulla confisca per Iva all’importazione non sia stata abrogata dalla depenalizzazione, ha individuato un profilo di criticità ben più profondo, relativo alla sua compatibilità con i principi costituzionali di uguaglianza e ragionevolezza (art. 3 della Costituzione).

L’analisi della Corte ha messo in luce una palese e ingiustificata disparità di trattamento sanzionatorio per condotte fiscalmente omologhe. Nello specifico, si è evidenziato come il sistema attuale preveda:

* Per l’omessa IVA su importazioni dalla Svizzera: applicazione di una sanzione pecuniaria CUMULATA con la confisca del bene.
* Per l’omessa IVA su scambi intra-UE: applicazione della sola sanzione pecuniaria.
* Per l’omessa IVA interna: applicazione della sola sanzione pecuniaria (salvo i casi di rilevanza penale, dove la confisca è comunque evitabile con il pagamento del debito tributario).

Questa tripartizione, secondo i giudici, è priva di una ragionevole giustificazione. La difficoltà di accertamento non appare così diversa da legittimare una sanzione così afflittiva come la confisca solo in un caso e non negli altri. L’applicazione di un trattamento sanzionatorio così severo e automatico, che non tiene conto della condotta successiva del contribuente (che nel caso di specie aveva pagato sia l’imposta evasa che le sanzioni pecuniarie), appare eccessivo e sproporzionato.

Le Conclusioni: La Parola alla Corte Costituzionale

In ragione di questo insanabile contrasto con i principi di uguaglianza, ragionevolezza e proporzionalità della sanzione, le Sezioni Unite hanno deciso di non risolvere il caso nel merito. Hanno invece sospeso il giudizio e rimesso gli atti alla Corte Costituzionale.

La Consulta sarà chiamata a decidere se l’art. 70 del d.P.R. 633/1972, nella parte in cui estende all’IVA su importazioni dalla Svizzera il regime sanzionatorio doganale (compresa la confisca dell’art. 301 TULD), sia costituzionalmente legittimo. La decisione avrà un impatto determinante non solo sul caso specifico, ma su tutto il sistema sanzionatorio legato alla confisca per Iva all’importazione, potendo ridefinire i confini della proporzionalità delle sanzioni tributarie.

La confisca per contrabbando semplice è stata eliminata dalla depenalizzazione del 2016?
No, secondo la Cassazione la norma sulla confisca (art. 301 TULD) non è stata abrogata, né espressamente né implicitamente, dalla legge di depenalizzazione. La misura, quindi, è ancora formalmente in vigore.

Perché la Corte di Cassazione ha sospeso il giudizio e non ha deciso direttamente il caso?
La Corte ha sospeso il giudizio perché ha ravvisato un serio dubbio di legittimità costituzionale della normativa. Invece di decidere, ha preferito rimettere la questione alla Corte Costituzionale, l’unico organo che può dichiarare una legge incostituzionale e rimuoverla dall’ordinamento.

Qual è il principale problema di costituzionalità individuato dalla Cassazione?
Il problema è la violazione del principio di uguaglianza e ragionevolezza (Art. 3 della Costituzione). La Corte ritiene sproporzionato e ingiustificato che l’omesso versamento dell’IVA su un’importazione dalla Svizzera sia punito con una multa più la confisca del bene, mentre violazioni analoghe (IVA interna o su scambi intra-UE) sono punite con la sola sanzione pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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