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Confisca doganale: rinvio alle Sezioni Unite

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione su un caso di confisca doganale. La questione centrale riguarda la compatibilità della confisca obbligatoria prevista dalla legge italiana con il principio di proporzionalità del diritto dell’Unione Europea. Poiché tale questione è già pendente di fronte alle Sezioni Unite, la Corte ha deciso di rinviare il caso in attesa di una pronuncia nomofilattica che fornisca un indirizzo interpretativo uniforme.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Confisca Doganale: La Cassazione Sospende il Giudizio in Attesa delle Sezioni Unite

L’ordinanza interlocutoria n. 5633/2024 della Corte di Cassazione pone in luce un tema di cruciale importanza nel diritto tributario: la compatibilità della confisca doganale obbligatoria con i principi del diritto europeo. Invece di emettere una sentenza definitiva, la Suprema Corte ha scelto di sospendere il giudizio, rinviando la causa in attesa di una decisione delle Sezioni Unite su una questione identica. Vediamo i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un ricorso presentato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli contro una sentenza della Commissione Tributaria Regionale. La controversia verteva sull’applicazione della sanzione della confisca su beni che erano stati introdotti illecitamente nel territorio dello Stato. Anche il contribuente aveva presentato un ricorso incidentale, sollevando a sua volta questioni sulla legittimità della misura applicata.

Il punto nevralgico della disputa, evidenziato sia dall’Amministrazione Finanziaria che dal contribuente, riguardava la natura obbligatoria della confisca prevista dall’art. 301 del Testo Unico delle Leggi Doganali (TULD).

La Questione sulla Proporzionalità della Confisca Doganale

La questione di diritto centrale è se la confisca doganale, così come disciplinata dalla normativa nazionale, rispetti il principio di proporzionalità delle sanzioni, un cardine del diritto dell’Unione Europea. Questo principio impone che le sanzioni non debbano essere eccessivamente afflittive rispetto alla gravità dell’illecito commesso. La rigidità della norma italiana, che prevede una confisca automatica e obbligatoria, è stata messa in discussione proprio alla luce di tale principio sovranazionale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Quinta Sezione Civile della Corte di Cassazione, riconoscendo la rilevanza e la complessità della questione, ha emesso un’ordinanza interlocutoria. Con questo provvedimento, i giudici non hanno deciso nel merito la controversia, ma hanno disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base di una considerazione di opportunità e di coerenza del sistema giuridico. I giudici hanno rilevato che la stessa identica questione – ovvero la conformità dell’art. 301 TULD ai principi unionali di proporzionalità – è già stata rimessa alle Sezioni Unite della Cassazione per una decisione.

Le Sezioni Unite hanno il compito ‘nomofilattico’ di assicurare un’interpretazione uniforme della legge, risolvendo contrasti giurisprudenziali e questioni di massima importanza. Attendere la loro pronuncia significa evitare possibili sentenze contrastanti e garantire una soluzione autorevole e definitiva al problema interpretativo.

La Corte ha quindi ritenuto opportuno sospendere il giudizio in attesa di questo ‘pronunciamento massimamente nomofilattico’, che fornirà una guida chiara per tutti i casi futuri in materia.

Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria in esame, pur non risolvendo il caso specifico, assume un grande rilievo. Essa testimonia la crescente influenza del diritto europeo sul sistema sanzionatorio nazionale e la necessità di un bilanciamento tra l’esigenza repressiva dello Stato e la tutela dei diritti fondamentali del contribuente, come il principio di proporzionalità. La futura sentenza delle Sezioni Unite sarà determinante per definire i limiti e le modalità di applicazione della confisca doganale, con importanti ripercussioni pratiche per operatori economici e professionisti del settore.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte ha sospeso il giudizio perché la questione giuridica centrale, relativa alla compatibilità della confisca obbligatoria con il principio di proporzionalità del diritto UE, è già pendente di fronte alle Sezioni Unite. Per garantire un’interpretazione uniforme della legge, ha ritenuto opportuno attenderne la decisione.

Qual è il principale problema giuridico discusso nel provvedimento?
Il problema principale è se la confisca obbligatoria dei beni, prevista dall’art. 301 del Testo Unico delle Leggi Doganali, sia compatibile con i principi del diritto dell’Unione Europea, in particolare con il principio di proporzionalità delle sanzioni.

Cosa succede adesso al processo?
Il processo è stato ‘rinviato a nuovo ruolo’, ovvero sospeso. Sarà ripreso e deciso solo dopo che le Sezioni Unite della Cassazione avranno pubblicato la loro sentenza sulla questione di principio, fornendo così un orientamento vincolante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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