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Condono tombale: non blocca il recupero dei crediti

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7039/2025, ha chiarito che l’adesione al cosiddetto condono tombale non preclude all’Amministrazione Finanziaria la possibilità di contestare e recuperare crediti d’imposta ritenuti indebiti. La Corte ha specificato che il condono estingue i debiti fiscali, ma non ha effetto sui crediti che il contribuente vanta nei confronti del Fisco, i quali restano soggetti a verifica. La sentenza di merito che aveva dato ragione al contribuente è stata quindi cassata con rinvio.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Condono Tombale e Crediti d’Imposta: La Cassazione Chiarisce i Limiti

L’adesione a una sanatoria fiscale come il condono tombale può far credere al contribuente di aver chiuso definitivamente ogni pendenza con il Fisco. Tuttavia, una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda che non è sempre così, specialmente quando si tratta di crediti d’imposta. La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: il condono estingue i debiti, ma non funge da scudo contro la verifica e il recupero di crediti fiscali utilizzati in modo indebito.

I Fatti del Caso: Un Credito d’Imposta Contestato

Una società si era vista notificare un avviso di recupero di un credito d’imposta, relativo a investimenti in aree svantaggiate, che l’Agenzia delle Entrate riteneva indebitamente utilizzato. La società aveva impugnato l’atto, sostenendo che qualsiasi potere di accertamento del Fisco fosse precluso dalla sua precedente adesione al cosiddetto condono tombale, previsto dalla Legge n. 289/2002.

La Commissione Tributaria Regionale (CTR) aveva dato ragione alla società, ritenendo che l’adesione alla sanatoria impedisse effettivamente all’Amministrazione Finanziaria di procedere con il recupero del credito. Contro questa decisione, l’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso per cassazione.

La Decisione sul Condono Tombale della Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ribaltando la decisione della CTR. Gli Ermellini hanno affermato che i giudici di merito avevano commesso un errore di diritto nel ritenere che il condono tombale potesse paralizzare l’azione di recupero del Fisco.

Il Principio di Diritto Affermato dalle Sezioni Unite

La Corte ha richiamato un consolidato orientamento delle sue Sezioni Unite (sentenza n. 16692/2017), secondo cui la finalità del condono è quella di recuperare risorse finanziarie e ridurre il contenzioso, definendo i debiti fiscali del contribuente. Questo meccanismo, per sua natura, non si estende ai crediti che il contribuente potrebbe vantare nei confronti dell’Erario. I crediti, infatti, rimangono pienamente soggetti al potere di controllo e all’eventuale contestazione da parte dell’Ufficio.

Le Motivazioni della Sentenza: Distinzione tra Debiti e Crediti

La motivazione della Corte si fonda sulla netta distinzione tra la posizione debitoria e quella creditoria del contribuente. Il condono tombale permette di ‘chiudere i conti’ sui potenziali debiti d’imposta per gli anni pregressi, pagando una somma forfettaria. Questo non significa, però, che lo Stato rinunci a verificare la legittimità dei crediti che il contribuente ha esposto in dichiarazione e utilizzato per abbattere il proprio carico fiscale. Un credito d’imposta è una posta attiva per il contribuente e passiva per lo Stato; validarla senza controlli sarebbe contrario alla logica stessa della sanatoria, che mira a incassare risorse, non a erogare benefici non verificati.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

In conclusione, la sentenza impugnata è stata cassata e il caso è stato rinviato alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado per un nuovo esame. Questa dovrà ora valutare nel merito la legittimità del recupero del credito, senza più poter opporre lo scudo del condono. La decisione ha un’importante implicazione pratica: i contribuenti devono essere consapevoli che aderire a un condono non li mette al riparo da future contestazioni sui crediti d’imposta. L’Amministrazione Finanziaria conserva intatto il potere di verificare la spettanza di tali crediti e, in caso di irregolarità, di procedere al loro recupero.

L’adesione al condono tombale impedisce al Fisco di recuperare un credito d’imposta?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che il condono estingue i debiti fiscali del contribuente, ma non opera sui crediti che egli vanta verso il Fisco. L’Amministrazione finanziaria mantiene il potere di contestare e recuperare crediti indebitamente utilizzati.

Qual è lo scopo principale del condono tombale secondo la giurisprudenza?
Secondo la Corte, lo scopo è il recupero di risorse finanziarie e la riduzione del contenzioso. Il condono elide in tutto o in parte il debito fiscale, ma non opera sui crediti che il contribuente possa vantare nei confronti del fisco.

Cosa succede se la Commissione Tributaria Regionale non esamina il merito della legittimità di un atto perché si ferma a una questione preliminare, come l’effetto del condono?
Se la Corte di Cassazione ritiene errata la decisione sulla questione preliminare, cassa la sentenza e rinvia la causa al giudice di merito. Quest’ultimo dovrà quindi esaminare la questione non affrontata in precedenza, ossia la legittimità dell’atto di recupero.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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