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Concorso persone illecito tributario: la sanzione è personale

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20823/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di sanzioni tributarie. Il caso riguardava una società di consulenza sanzionata per aver presumibilmente contribuito a un’operazione di evasione fiscale. La Corte ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, chiarendo che il concorso di persone nell’illecito tributario, ai sensi dell’art. 9 del D.Lgs. 472/1997, presuppone una condotta attribuibile a una persona fisica. Di conseguenza, una sanzione per concorso non può essere irrogata direttamente a una società (persona giuridica), ma deve essere indirizzata all’individuo che ha materialmente o moralmente contribuito alla violazione.

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Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Concorso di Persone nell’Illecito Tributario: La Cassazione Stabilisce la Responsabilità Individuale

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha tracciato una linea netta sulla responsabilità in caso di violazioni fiscali complesse. La decisione chiarisce che il concorso di persone nell’illecito tributario è un concetto strettamente legato all’individuo, e non può essere esteso indiscriminatamente a un’intera società. Questa pronuncia è cruciale per consulenti, amministratori e professionisti che operano nel settore fiscale e societario, poiché ridefinisce i confini della responsabilità sanzionatoria.

I Fatti del Caso: Una Consulenza Sotto Esame

La vicenda nasce da un avviso di irrogazione di sanzioni emesso dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di una società di consulenza. Secondo l’Amministrazione Finanziaria, la società aveva contribuito a un’operazione di evasione fiscale realizzata da un suo cliente, fornendo non una semplice consulenza, ma un supporto attivo che ne aveva facilitato la riuscita. L’Agenzia sosteneva che la società di consulenza avesse coordinato aspetti finanziari cruciali dell’operazione fraudolenta, agendo di fatto come intermediario e concorrente nell’illecito.

Nei primi due gradi di giudizio, le commissioni tributarie avevano dato ragione alla società, annullando le sanzioni. In particolare, la Commissione Tributaria Regionale aveva ritenuto che l’Agenzia delle Entrate non avesse fornito prove sufficienti per dimostrare che il contributo della società di consulenza fosse stato un elemento causale determinante per la realizzazione dell’evasione.

La Decisione della Corte di Cassazione

L’Agenzia delle Entrate ha portato il caso dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando una violazione delle norme sul concorso di persone (art. 9, D.Lgs. 472/1997) e un difetto di motivazione della sentenza d’appello.

La Suprema Corte, pur riconoscendo alcune lacune nel ragionamento dei giudici di secondo grado, ha rigettato il ricorso, ma sulla base di un principio di diritto dirimente e di portata generale.

Il Principio di Personalizzazione della Sanzione Tributaria

Il cuore della decisione risiede nel cosiddetto principio di personalizzazione della sanzione, introdotto dalla riforma del 1997. Secondo questo principio, la sanzione tributaria non è più legata al contribuente in quanto tale (soggetto passivo del tributo), ma alla persona fisica che ha materialmente commesso la violazione.

Questo significa che la responsabilità per un illecito fiscale deve essere sempre ricondotta a un individuo specifico, che con la propria condotta, attiva o omissiva, ha causato o contribuito a causare la violazione. L’illecito è, dunque, ascrivibile a una persona fisica, non a un’entità astratta come una società.

La corretta applicazione delle norme sul concorso persone illecito tributario

La Corte ha chiarito che l’istituto del concorso di persone nell’illecito tributario si applica quando più persone fisiche concorrono a realizzare la violazione. Ognuna di esse è soggetta alla sanzione per il proprio contributo, sia esso materiale (un’azione concreta) o morale (un’istigazione o un rafforzamento del proposito illecito altrui).

L’errore fondamentale, nel caso di specie, è stato quello di irrogare la sanzione per concorso direttamente alla società di consulenza (persona giuridica), senza prima identificare quale persona fisica, all’interno della società, avesse posto in essere la condotta contestata.

Le Motivazioni: Perché la Sanzione non può Colpire la Società

La Cassazione ha spiegato che il sistema sanzionatorio tributario, basato sui principi di personalità, imputabilità e colpevolezza (dolo o colpa), è modellato sul diritto penale. Non è concepibile, in questo quadro, un ‘concorso di persone’ in cui uno dei concorrenti sia un’entità giuridica. La legge richiede l’individuazione del soggetto che, in concreto, ha tenuto la condotta positiva o omissiva che ha contribuito a realizzare l’infrazione.

La sanzione deve colpire l’autore materiale della violazione o coloro che, pur non essendo gli autori principali, hanno fornito un contributo causale psicologico o materiale. Questi ‘concorrenti’ possono essere solo persone fisiche. La società, in quanto tale, può essere chiamata a rispondere in solido per il pagamento, ma non può essere considerata ‘concorrente’ nell’illecito ai fini sanzionatori. Pertanto, l’atto impositivo, essendo stato diretto contro la società e non contro una persona fisica specifica, era intrinsecamente viziato.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza stabilisce un principio di diritto chiaro e invalicabile: il concorso di persone previsto dall’art. 9 del D.Lgs. 472/1997 si configura solo quando la condotta che facilita o rende possibile la violazione è contestata a una persona fisica.

Le implicazioni sono significative:
1. Per l’Amministrazione Finanziaria: Gli uffici devono identificare e provare la responsabilità individuale della persona fisica (amministratore, consulente, dipendente) che ha agito per conto della società nel contribuire all’illecito. Non è sufficiente sanzionare genericamente l’ente.
2. Per le Società e i Professionisti: Aumenta l’importanza di definire chiaramente ruoli e responsabilità all’interno delle strutture aziendali e professionali. Sebbene la società non possa essere sanzionata come ‘concorrente’, le persone fisiche che operano al suo interno sono pienamente responsabili delle proprie azioni.
3. Garanzia per gli Enti: Questa sentenza rappresenta una forte garanzia per le persone giuridiche, che non possono essere ritenute responsabili a titolo di concorso per una violazione commessa da altri, ma solo, eventualmente, come responsabili solidali per il pagamento della sanzione irrogata a una persona fisica collegata all’ente.

A chi può essere applicata una sanzione per concorso in un illecito tributario?
La sanzione per concorso in un illecito tributario, secondo la Corte di Cassazione, può essere applicata esclusivamente a una persona fisica. La condotta, materiale o morale, che facilita o permette la violazione deve essere contestata a un individuo specifico.

Una società può essere sanzionata per concorso in un illecito tributario commesso da altri?
No. La sentenza chiarisce che una persona giuridica (come una società di capitali) non può essere considerata ‘concorrente’ nell’illecito ai sensi dell’art. 9 del D.Lgs. 472/1997, poiché il principio di personalizzazione della sanzione richiede che la responsabilità sia attribuita a una persona fisica.

Qual è la differenza tra concorrente nell’illecito e responsabile solidale?
Il concorrente è la persona fisica che, con la propria condotta, contribuisce attivamente (materialmente o moralmente) alla realizzazione della violazione e per questo è soggetta a una sanzione personale. Il responsabile solidale, invece, è un soggetto (che può essere anche una persona giuridica) che, pur non essendo autore dell’illecito, è chiamato dalla legge a rispondere del pagamento della sanzione irrogata all’autore principale, al fine di garantire il credito dell’Amministrazione Finanziaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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