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Concessione parcheggi COSAP: quando è dovuta la tassa?

Una società che gestisce parcheggi comunali si opponeva al pagamento del canone per l’occupazione di suolo pubblico (COSAP), sostenendo di essere un mero gestore del servizio. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che quando la gestione avviene in autonomia, con incasso dei ricavi e facoltà di locare gli spazi a terzi, si configura una vera e propria occupazione di suolo pubblico. Di conseguenza, il canone COSAP è dovuto, anche se non esplicitato nell’atto di affidamento, poiché si fa riferimento ai regolamenti comunali.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Concessione parcheggi COSAP: quando è dovuto il canone?

La gestione privata di aree di sosta comunali è una realtà diffusa in molte città. Ma quali sono gli obblighi fiscali per le società che svolgono questo servizio? La questione centrale, spesso oggetto di contenzioso, riguarda il pagamento del COSAP, il Canone per l’Occupazione di Spazi ed Aree Pubbliche. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale: la distinzione tra semplice gestione di un servizio e vera occupazione di suolo pubblico. Approfondiamo l’analisi di questa decisione per capire quando la Concessione parcheggi COSAP diventa un obbligo inderogabile.

I Fatti del Caso: La Controversia tra Comune e Società di Gestione

Una società concessionaria della gestione di aree di parcheggio a raso riceveva da un Comune un’ingiunzione di pagamento per oltre 130.000 euro a titolo di COSAP per l’anno 2013. La società si opponeva fermamente, sostenendo di non ‘occupare’ le aree, ma di limitarsi a gestire un servizio pubblico per conto dell’ente. A suo avviso, i veri occupanti erano i singoli automobilisti che parcheggiavano il proprio veicolo. Inoltre, la società lamentava che l’atto di affidamento del servizio non specificava né l’obbligo di pagamento del canone né il suo importo.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello davano ragione al Comune, ritenendo che l’affidamento delle aree alla società, con la possibilità per quest’ultima di trattenerne i ricavi, configurasse un’occupazione di suolo pubblico soggetta al canone. La questione è così approdata in Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Concessione Parcheggi COSAP

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della società, confermando le decisioni dei giudici di merito. Il punto chiave della sentenza risiede nell’interpretazione della natura del rapporto tra l’ente pubblico e la società concessionaria. Secondo la Cassazione, non si trattava di una mera delega per la gestione di un servizio, ma di un vero e proprio affidamento delle aree. Questo affidamento trasferiva alla società non solo la gestione, ma anche la disponibilità materiale e giuridica degli spazi, configurando così il presupposto per l’applicazione del COSAP.

Le Motivazioni: Occupazione di Fatto vs. Semplice Gestione

La Corte ha delineato con chiarezza la linea di demarcazione tra le due fattispecie. Si ha una semplice gestione del servizio quando il concessionario agisce come mero sostituto dell’ente, riscuotendo le somme per conto di quest’ultimo. In tal caso, l’occupazione è temporanea ed è posta in essere dal singolo utente.

Nel caso esaminato, invece, la situazione era ben diversa. Gli elementi che hanno portato la Corte a qualificare il rapporto come Concessione parcheggi COSAP e quindi come occupazione soggetta a canone sono stati:

1. Autonomia Gestionale e Profitto: La società gestiva le aree in piena autonomia e tratteneva i ricavi derivanti dai parcheggi. Questo indica che non agiva come un semplice esattore per il Comune, ma come un imprenditore che sfrutta economicamente un bene pubblico.
2. Disponibilità dell’Area: L’accordo prevedeva esplicitamente la facoltà per la società di sottrarre le aree al pubblico parcheggio per locarle a terzi. Questa clausola, secondo i giudici, è la prova inconfutabile che la società aveva la piena disponibilità dell’area, ben oltre la semplice gestione del servizio.
3. Riferimento ai Regolamenti Comunali: Sebbene l’atto di affidamento non specificasse l’importo del canone, richiamava le condizioni previste dalla convenzione generale e dal Regolamento COSAP del Comune. La Corte ha ritenuto che tale richiamo fosse sufficiente a integrare il contratto (principio di eterointegrazione), rendendo il canone dovuto. La società, in qualità di operatore professionale, non poteva non essere a conoscenza della normativa locale applicabile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Gestori

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale: ai fini del pagamento del COSAP, ciò che conta è la sostanza del rapporto e non la sua forma. Un concessionario che gestisce aree pubbliche in autonomia, incassando direttamente i proventi e avendo la facoltà di disporre degli spazi, non può sottrarsi al pagamento del canone. L’assenza di una menzione esplicita del canone nell’atto di affidamento non costituisce una scusante, specialmente quando vi sono richiami, anche generici, ai regolamenti comunali. Per gli operatori del settore, è quindi essenziale analizzare approfonditamente non solo il contratto di concessione, ma anche tutta la normativa locale di riferimento per evitare spiacevoli sorprese fiscali.

Una società che gestisce un parcheggio pubblico deve sempre pagare il COSAP?
No, non sempre. Il canone è dovuto quando la società non si limita a gestire il servizio come mero sostituto del Comune, ma ottiene la disponibilità dell’area per gestirla in autonomia e a proprio profitto, trattenendo i ricavi. Se la società agisce solo come esattore per conto del Comune, l’occupante è il singolo utente e il canone non è dovuto dal gestore.

Cosa succede se il contratto di affidamento non menziona esplicitamente l’importo del canone COSAP?
Secondo la Corte, l’obbligo di pagare il canone può sussistere ugualmente. Se l’atto di affidamento richiama il regolamento comunale che disciplina il COSAP, tale regolamento integra il contratto (eterointegrazione) e rende il canone dovuto. La società concessionaria è tenuta a conoscere la normativa locale applicabile.

Qual è la differenza tra ‘gestire un servizio’ e ‘occupare un’area’ ai fini del COSAP?
‘Gestire un servizio’ implica agire per conto dell’ente pubblico, tipicamente riscuotendo tariffe che poi vengono riversate al Comune. ‘Occupare un’area’ significa avere la disponibilità materiale e giuridica dello spazio, sfruttandolo economicamente per un profitto proprio, come nel caso di una società che incassa i ticket del parcheggio e ha persino la facoltà di affittare gli spazi a terzi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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