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Concessione demaniale ICI: chi paga l’imposta?

Un comune ha emesso un avviso di accertamento ICI nei confronti di un consorzio pubblico per la gestione di impianti di depurazione. Il consorzio si è opposto, sostenendo che gli impianti fossero beni demaniali dati in concessione a un’altra società, la quale sarebbe quindi il soggetto tenuto al pagamento. La Corte di Cassazione, vista la complessità della normativa specifica regionale siciliana e la questione sulla natura demaniale dei beni, ha emesso un’ordinanza interlocutoria, rinviando la decisione per approfondire il tema della concessione demaniale ICI in una pubblica udienza.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Concessione demaniale ICI: la Cassazione fa il punto sulla titolarità passiva

La questione di chi debba pagare l’ICI (oggi IMU) su beni pubblici gestiti da soggetti terzi è da sempre fonte di contenzioso. Un’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione pone nuovamente i riflettori su questo tema, analizzando in particolare il caso della concessione demaniale ICI relativa a impianti di depurazione gestiti da un consorzio pubblico siciliano. La decisione, pur non essendo definitiva, apre importanti scenari interpretativi sul corretto inquadramento della soggettività passiva tributaria in presenza di complesse normative regionali e nazionali.

I Fatti di Causa: Da un avviso di accertamento ICI al rinvio della Cassazione

La vicenda nasce da un avviso di accertamento per l’ICI relativa all’anno 2006, notificato da un Comune a un Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale, proprietario di un complesso di immobili, tra cui un impianto di depurazione. Il Consorzio ha impugnato l’atto, sostenendo di non essere il soggetto passivo dell’imposta. Secondo la sua tesi, gli impianti, in virtù della loro funzione pubblica, dovevano essere considerati beni demaniali. Di conseguenza, essendo stati affidati in gestione a una società terza tramite una convenzione, sarebbe stata quest’ultima, in qualità di concessionaria, a dover versare il tributo.

Il percorso giudiziario è stato lungo e tortuoso. Dopo due gradi di giudizio sfavorevoli, il Consorzio ha ottenuto un primo annullamento con rinvio dalla Corte di Cassazione. Il giudice del rinvio, la Commissione Tributaria Regionale, ha infine accolto le ragioni del Consorzio. Contro questa nuova sentenza, il Comune ha proposto un nuovo ricorso in Cassazione.

La questione della soggettività e la concessione demaniale ICI

Il cuore del dibattito giuridico ruota attorno a due punti fondamentali: la natura giuridica degli impianti di depurazione e l’interpretazione della convenzione di gestione come concessione demaniale ICI.

Le argomentazioni del Comune ricorrente

Il Comune ha contestato la decisione della CTR, sostenendo che i giudici avessero erroneamente attribuito la qualità di bene demaniale al compendio immobiliare. Secondo la tesi comunale, la normativa nazionale (in particolare il D.Lgs. 152/2006, Codice dell’Ambiente) qualifica come demaniali gli acquedotti e gli impianti di depurazione solo se di proprietà dello Stato, condizione che non ricorreva nel caso di specie, essendo gli impianti di proprietà del Consorzio, un ente pubblico non statale.

La difesa del Consorzio e il regime speciale siciliano

Il Consorzio, da parte sua, ha basato la propria difesa sul complesso intreccio tra la normativa nazionale e le specifiche leggi della Regione Sicilia. Queste leggi, che disciplinano l’istituzione e le funzioni dei Consorzi ASI, avrebbero trasferito a questi ultimi la proprietà di tali infrastrutture, qualificandole implicitamente nell’ambito del demanio “accidentale” per la loro destinazione a un servizio pubblico essenziale. Di conseguenza, l’affidamento a una società terza per la gestione configurerebbe una vera e propria concessione su area demaniale, con l’effetto, previsto dall’art. 3 del D.Lgs. 504/1992, di trasferire la soggettività passiva ICI dal concedente (il Consorzio) al concessionario.

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

La Corte di Cassazione, con la sua ordinanza, non ha fornito una risposta definitiva, ma ha evidenziato la complessità e la novità della questione. I giudici hanno ritenuto che il caso presentasse un notevole “interesse nomofilattico”, ossia l’importanza di fornire un’interpretazione uniforme della legge su un punto controverso e con implicazioni significative.

La necessità di approfondire il regime giuridico dei beni

Il Collegio ha sottolineato la necessità di un esame approfondito del particolare regime giuridico degli enti consortili siciliani e dei beni a loro trasferiti. La questione cruciale da sciogliere è se i depuratori di proprietà di questi enti pubblici non economici possano essere ricondotti alla categoria dei beni demaniali. Solo risolvendo questo nodo è possibile stabilire se l’affidamento in gestione a terzi possa essere qualificato come concessione demaniale ICI, con tutte le conseguenze fiscali che ne derivano. Per questa ragione, la Corte ha disposto il rinvio della trattazione a una pubblica udienza, dove il dibattito potrà essere ulteriormente approfondito.

Conclusioni: Le implicazioni della decisione della Corte

L’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione, pur non concludendo il giudizio, traccia un percorso chiaro. La futura decisione nel merito avrà un impatto rilevante non solo per le parti in causa, ma per tutti gli enti pubblici che possiedono infrastrutture di pubblica utilità (come depuratori, reti idriche, ecc.) e le affidano in gestione a soggetti terzi. Si chiarirà se la qualifica di bene demaniale dipenda esclusivamente dalla proprietà statale o se possa estendersi a beni di altri enti pubblici in ragione della loro funzione. La risposta a questa domanda determinerà, in moltissimi casi, chi è il soggetto tenuto a versare l’IMU, con evidenti conseguenze per le finanze degli enti locali e per gli operatori del settore.

Qual è la questione principale che la Corte di Cassazione deve risolvere in questo caso?
La questione centrale è stabilire chi sia il soggetto tenuto a pagare l’ICI (soggetto passivo) per gli impianti di depurazione di proprietà di un Consorzio pubblico siciliano. Nello specifico, si deve determinare se tali impianti possano essere considerati beni demaniali e se l’accordo di gestione con una società terza configuri una concessione demaniale, trasferendo così l’obbligo di pagamento dell’imposta dal Consorzio alla società concessionaria.

Perché la Corte non ha emesso una decisione finale ma un’ordinanza interlocutoria?
La Corte ha emesso un’ordinanza interlocutoria perché ha ritenuto la questione giuridica particolarmente complessa e nuova. Il rapporto tra le leggi regionali siciliane sui consorzi e la normativa nazionale sui beni demaniali richiede un approfondimento che non poteva essere esaurito in una camera di consiglio. La causa è stata quindi rinviata a una pubblica udienza per una discussione più completa.

Cosa significa che un bene è “demaniale” ai fini dell’ICI?
Ai fini dell’ICI, se un bene è classificato come demaniale (cioè appartenente allo Stato o a un ente pubblico e destinato a pubblica utilità) e viene dato in concessione a un soggetto privato o a un’altra società, la legge (D.Lgs. 504/1992) prevede che il soggetto passivo dell’imposta, e quindi colui che deve pagarla, sia il concessionario e non l’ente pubblico proprietario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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