LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Comunicazione irregolarità: quando si riducono sanzioni

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6248/2024, ha stabilito che l’omessa notifica della comunicazione di irregolarità da parte dell’Agenzia delle Entrate, prima dell’invio della cartella di pagamento, legittima la riduzione delle sanzioni dal 30% al 10%. Secondo la Corte, tale comunicazione è un atto obbligatorio che garantisce al contribuente il diritto di definire la propria posizione con sanzioni agevolate. La sua assenza, pur non invalidando la pretesa tributaria, impone l’applicazione del trattamento sanzionatorio più favorevole. La Corte ha quindi rigettato il ricorso dell’Agenzia, confermando la decisione dei giudici di merito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Comunicazione irregolarità: omessa notifica e riduzione sanzioni

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale a tutela del contribuente: l’omissione della comunicazione di irregolarità da parte dell’Agenzia delle Entrate, prima dell’emissione di una cartella di pagamento, comporta la necessaria riduzione delle sanzioni. Questa decisione chiarisce la natura obbligatoria di tale avviso preventivo e le conseguenze dirette della sua mancanza, rafforzando le garanzie procedurali previste dallo Statuto dei diritti del contribuente.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla notifica di una cartella di pagamento a una società per l’anno d’imposta 2005. L’atto richiedeva il pagamento di IRAP, IRES, interessi e sanzioni, oltre al recupero di crediti d’imposta ritenuti indebitamente compensati. La società ha impugnato la cartella, lamentando, tra le altre cose, di non aver mai ricevuto la comunicazione preventiva di irregolarità prevista dall’art. 36-bis del d.P.R. 600/1973.

La Commissione Tributaria Provinciale accoglieva parzialmente il ricorso, riducendo le sanzioni dalla misura ordinaria del 30% a quella agevolata del 10%. La Commissione Tributaria Regionale, in secondo grado, non solo confermava la riduzione delle sanzioni, ma accoglieva anche l’appello incidentale della società, annullando il recupero del credito d’imposta. L’Agenzia delle Entrate, ritenendo errata la decisione, proponeva ricorso per cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Comunicazione Irregolarità

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, confermando le decisioni dei gradi di merito. I giudici hanno chiarito due punti cruciali: la gestione dei crediti d’imposta e, soprattutto, le conseguenze della mancata comunicazione di irregolarità.

L’Obbligo della Comunicazione Preventiva

La Corte ha ribadito che l’invio della comunicazione di irregolarità non è una facoltà discrezionale dell’Amministrazione Finanziaria, ma un obbligo procedurale. Questo avviso fa parte integrante del procedimento di riscossione e ha lo scopo di instaurare un dialogo con il contribuente, consentendogli di fornire chiarimenti o di sanare l’errore versando le somme dovute con sanzioni ridotte, come previsto dalla normativa.

Conseguenze sulla Riduzione delle Sanzioni

La conseguenza diretta dell’omissione di questo passaggio è la perdita, per il contribuente, della possibilità di beneficiare del regime sanzionatorio agevolato. Per ripristinare la correttezza procedurale, il giudice deve riconoscere al contribuente il diritto a tale beneficio. Pertanto, la Corte ha ritenuto corretta la decisione dei giudici di merito di ridurre le sanzioni dal 30% al 10%, proprio perché l’irregolare invio dell’avviso aveva precluso alla società questa opportunità.

Le motivazioni

Nelle motivazioni, la Cassazione ha sottolineato che l’obbligo della ‘comunicazione’ è generalizzato e, nelle intenzioni del legislatore, serve a prevenire la reiterazione di errori nelle dichiarazioni future e a favorire la correttezza e l’esattezza degli adempimenti fiscali. La circolare ministeriale n. 199/E del 1996, citata nella sentenza, chiarisce che ‘l’emissione dell’avviso fa parte del procedimento di riscossione del tributo e ha quindi carattere obbligatorio’. Omettere questo passaggio significa violare il principio di collaborazione e buona fede che deve governare il rapporto tra fisco e contribuente, come sancito anche dallo Statuto dei diritti del contribuente (Legge 212/2000). La Corte ha quindi concluso che, sebbene l’omissione non renda nulla l’intera pretesa tributaria, essa incide in modo determinante sulla misura delle sanzioni applicabili, imponendo al giudice di applicare la riduzione prevista per i contribuenti ‘virtuosi’ che avrebbero potuto regolarizzare la propria posizione se correttamente preavvisati.

Le conclusioni

La sentenza n. 6248/2024 della Corte di Cassazione rappresenta un’importante conferma per i diritti del contribuente. Essa stabilisce con chiarezza che, di fronte a una cartella di pagamento emessa a seguito di controlli automatizzati, è sempre necessario verificare se sia stata preceduta dalla notifica della comunicazione di irregolarità. In caso contrario, il contribuente ha pieno diritto di contestare l’applicazione delle sanzioni in misura piena e di ottenere la loro riduzione alla misura agevolata. Questo principio rafforza la trasparenza e l’equità del procedimento di accertamento fiscale.

L’Agenzia delle Entrate è sempre obbligata a inviare la comunicazione di irregolarità prima di una cartella di pagamento derivante da controlli automatizzati?
Sì, la sentenza conferma che l’invio della comunicazione di irregolarità è un passo obbligatorio nel procedimento di riscossione, finalizzato a permettere al contribuente di chiarire la propria posizione o pagare con sanzioni ridotte.

Cosa succede se l’Agenzia delle Entrate non invia la comunicazione di irregolarità?
L’omissione non invalida la pretesa fiscale (cioè l’imposta dovuta), ma impedisce l’applicazione delle sanzioni nella misura ordinaria (es. 30%). Il contribuente ha diritto alla riduzione delle sanzioni alla misura agevolata (es. 10%), come se avesse avuto la possibilità di pagare entro i termini previsti dall’avviso mai ricevuto.

La Corte di Cassazione può riesaminare i fatti di una causa tributaria, come l’utilizzo di un credito d’imposta?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione delle norme di legge e delle procedure. Non può riesaminare le prove o sostituire la propria valutazione dei fatti a quella dei giudici dei gradi inferiori, a meno che la motivazione di questi ultimi non sia manifestamente illogica, contraddittoria o del tutto assente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati