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Comunicazione irregolarità: non sempre obbligatoria

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un contribuente, stabilendo che in caso di controlli automatizzati (ex art. 36 bis), la preventiva comunicazione di irregolarità non è obbligatoria se non sussistono incertezze su aspetti rilevanti della dichiarazione. La Corte ha inoltre ribadito che la valutazione sulla regolarità della notifica è una questione di fatto, non riesaminabile in sede di legittimità.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

La Comunicazione di Irregolarità nei Controlli Automatizzati: Quando è Davvero Necessaria?

L’emissione di una cartella di pagamento a seguito di un controllo automatizzato da parte dell’Agenzia delle Entrate è una situazione comune per molti contribuenti. Una delle domande più frequenti riguarda l’obbligatorietà della comunicazione di irregolarità prima della notifica della cartella. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata sul tema, offrendo chiarimenti importanti sui limiti di tale obbligo e sulla natura dei controlli fiscali.

I Fatti del Caso: Dalla Cartella di Pagamento al Ricorso in Cassazione

Un contribuente riceveva una cartella di pagamento, emessa a seguito di un controllo automatizzato ai sensi degli artt. 36 bis del D.P.R. 600/1973 e 54 bis del D.P.R. 633/1972. Decidendo di impugnare l’atto, notificava il ricorso esclusivamente all’Agente della Riscossione, omettendo l’Agenzia delle Entrate.

Il suo ricorso veniva respinto in primo grado. Anche in appello, la Commissione Tributaria Regionale (CTR) confermava la decisione, respingendo le doglianze del contribuente e dichiarando inammissibile l’intervento volontario dell’Agenzia delle Entrate nel frattempo costituitasi. Il contribuente, non soddisfatto, decideva quindi di portare la questione dinanzi alla Corte di Cassazione, basando il suo ricorso su tre motivi principali.

I Motivi del Ricorso: Notifica, Contraddittorio e Legittimità Costituzionale

Il ricorrente lamentava tre presunte violazioni:
1. Vizio di notifica: Sosteneva l’illegittimità della notifica della cartella, in quanto sarebbe stata consegnata a un soggetto diverso dal destinatario senza una prova adeguata dell’invio della Comunicazione di Avvenuta Notifica (C.A.N.).
2. Mancato contraddittorio preventivo: Contestava la violazione del diritto al contraddittorio, affermando che l’amministrazione avrebbe dovuto inviargli una comunicazione preventiva di irregolarità prima di procedere all’iscrizione a ruolo.
3. Questione di legittimità costituzionale: Sollevava dubbi sulla costituzionalità di alcune norme relative all’organizzazione interna delle agenzie fiscali.

La Decisione e le Motivazioni: Chiarezza sulla Comunicazione di Irregolarità

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, ritenendo infondati tutti e tre i motivi. L’analisi dei giudici fornisce principi chiari e utili per i contribuenti.

La Questione della Notifica

Sul primo punto, la Corte ha sottolineato come la valutazione della regolarità della notifica sia un accertamento di fatto. La CTR aveva già verificato e confermato che la notifica era avvenuta correttamente e che l’avviso era stato regolarmente spedito. La Corte di Cassazione non può riesaminare i fatti del processo, ma solo giudicare sulla corretta applicazione della legge. Pertanto, il motivo è stato respinto in quanto tendeva a una nuova e inammissibile valutazione dei fatti.

L’Obbligo del Contraddittorio Preventivo

Il cuore della decisione risiede nel secondo motivo. La Corte ha richiamato un principio consolidato (definito “principio nomofilattico”) secondo cui, nelle procedure di liquidazione automatizzata, la comunicazione di irregolarità non è, di regola, obbligatoria. Questo tipo di controllo si basa su dati e calcoli meramente documentali, senza margini interpretativi.

L’obbligo di contraddittorio preventivo sorge solo in una specifica circostanza: quando sussistono “incertezze su aspetti rilevanti della dichiarazione”. In altre parole, se l’Agenzia ha bisogno di chiarimenti dal contribuente per risolvere un dubbio interpretativo sui dati dichiarati, allora deve inviare la comunicazione. Se, invece, il controllo si limita a rilevare un errore materiale o un mancato versamento evidente dai dati stessi, può procedere direttamente con l’emissione della cartella.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Contribuenti

Questa ordinanza conferma un orientamento giurisprudenziale di fondamentale importanza. Per i contribuenti, il messaggio è chiaro: non ci si può opporre a una cartella di pagamento derivante da controllo automatizzato semplicemente lamentando la mancata ricezione di un avviso bonario. È necessario dimostrare che esisteva una concreta “incertezza” sui dati della dichiarazione che avrebbe imposto all’amministrazione un confronto preventivo. In assenza di tale elemento, la procedura è da considerarsi legittima e la cartella pienamente valida.

È sempre obbligatorio inviare la comunicazione di irregolarità prima di emettere una cartella di pagamento a seguito di un controllo automatizzato?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la comunicazione preventiva di irregolarità non è di regola richiesta per le cartelle emesse a seguito di controlli automatizzati. Diventa obbligatoria solo quando la procedura non si limita a rilevare meri errori materiali ma richiede rettifiche per le quali sussistano incertezze su aspetti rilevanti della dichiarazione.

Se un contribuente ritiene che la notifica di un atto non sia avvenuta correttamente, può chiederne il riesame in Cassazione?
No, non direttamente. La Corte di Cassazione giudica solo per vizi di legittimità (violazione di legge) e non può riesaminare l’accertamento dei fatti, come la regolarità di una notifica, che è stato già compiuto e motivato dal giudice di merito (in questo caso, la Commissione Tributaria Regionale).

L’omissione della comunicazione di irregolarità, quando non obbligatoria, rende nulla la cartella di pagamento?
No. In base a quanto stabilito dalla Corte, quando la comunicazione non è strettamente richiesta perché non vi sono incertezze da chiarire, la sua omissione non incide sulla validità della cartella di pagamento. Al massimo, può costituire una mera irregolarità non invalidante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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