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Competenza visto di conformità: la Cassazione decide

Un responsabile di un Centro di Assistenza Fiscale (CAF) ha impugnato una cartella di pagamento per un visto di conformità infedele, eccependo l’incompetenza dell’ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che la competenza per il visto di conformità in materia di sanzioni e contestazioni spetta esclusivamente alla Direzione Regionale competente per il domicilio fiscale del professionista trasgressore, e non all’ufficio locale o a quello legato al contribuente.

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Pubblicato il 23 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Competenza per Visto di Conformità: la Cassazione fa chiarezza

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione interviene su un tema cruciale per professionisti e Centri di Assistenza Fiscale (CAF): la competenza per il visto di conformità infedele. La pronuncia stabilisce un principio netto, chiarendo quale ufficio dell’Agenzia delle Entrate sia legittimato a contestare le irregolarità e a irrogare le relative sanzioni. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche, definendo i confini del potere impositivo e offrendo una tutela procedurale ai professionisti del settore.

I Fatti del Caso: La Contestazione di Incompetenza

Il caso nasce dal ricorso di un responsabile di un CAF contro una cartella di pagamento. L’atto era stato emesso a seguito di un controllo formale su una dichiarazione dei redditi, dal quale era emersa l’infedeltà del visto di conformità apposto dal professionista. Quest’ultimo, sia in primo che in secondo grado, aveva sollevato un’eccezione fondamentale: l’incompetenza dell’ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate a emettere l’atto. Secondo la sua tesi, la competenza per le violazioni relative al visto di conformità era attribuita per legge alla Direzione Regionale delle Entrate, non a quella locale.

Nonostante le sue argomentazioni, i giudici di merito avevano respinto il ricorso, ritenendo legittimo l’operato dell’ufficio locale. Il professionista ha quindi presentato ricorso in Cassazione, portando la questione all’attenzione della Suprema Corte.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Competenza per il Visto di Conformità

La Corte di Cassazione ha ribaltato le decisioni precedenti, accogliendo il ricorso del professionista. Gli Ermellini hanno affermato che, in base all’art. 39, comma 2, del D.Lgs. n. 241/1997, la competenza a contestare le violazioni e a irrogare le sanzioni per il rilascio di un visto di conformità infedele è attribuita in via esclusiva alla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate.

Il criterio per individuare la Direzione Regionale competente è il domicilio fiscale del trasgressore, ovvero del professionista o del responsabile del CAF che ha apposto il visto, e non quello del contribuente assistito. Di conseguenza, l’atto emesso dall’ufficio locale è stato dichiarato illegittimo per difetto di competenza funzionale.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte fonda la sua decisione su un’analisi attenta della normativa e della sua ratio. L’art. 39, comma 2, del D.Lgs. 241/1997, sin dalla sua versione originaria, ha sempre previsto che le sanzioni per le violazioni connesse al visto fossero irrogate dalla “direzione regionale delle entrate competente in ragione del domicilio fiscale del trasgressore”.

I giudici hanno chiarito che le successive modifiche legislative, inclusa quella del 2014 che ha introdotto per il professionista un’obbligazione di pagamento pari all’imposta non versata dal contribuente, non hanno alterato questa regola di competenza. La norma, infatti, mira a centralizzare a livello regionale la gestione dei rapporti con i soggetti abilitati al rilascio dei visti (CAF e professionisti).

Questa centralizzazione risponde a esigenze di efficienza e concentrazione. Evita che un professionista, assistendo contribuenti con domicili fiscali in diverse parti d’Italia, possa essere soggetto a contestazioni da una miriade di uffici locali diversi. Al contrario, la legge individua un unico interlocutore istituzionale: la Direzione Regionale del luogo in cui il professionista ha il proprio domicilio fiscale. La norma prevede persino un flusso di comunicazioni dagli uffici locali alle direzioni regionali, a conferma che solo queste ultime hanno il potere decisionale finale.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La pronuncia della Cassazione stabilisce un principio fondamentale a tutela dei professionisti. Qualsiasi atto di contestazione, irrogazione di sanzioni o richiesta di pagamento derivante da un visto di conformità infedele deve provenire esclusivamente dalla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate territorialmente competente in base al domicilio fiscale del professionista.

In pratica, se un CAF o un commercialista riceve una cartella di pagamento o un avviso da un ufficio locale dell’Agenzia per una presunta infedeltà del visto, quell’atto è illegittimo e può essere impugnato con successo per incompetenza funzionale. Questa sentenza rafforza la certezza del diritto e garantisce che i procedimenti sanzionatori siano gestiti dall’organo specificamente designato dal legislatore, assicurando uniformità e coerenza nell’applicazione delle norme.

Chi è competente a sanzionare un CAF o un professionista per un visto di conformità infedele?
Secondo la Corte di Cassazione, la competenza esclusiva spetta alla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate.

La competenza si basa sul domicilio fiscale del contribuente assistito o del professionista che ha apposto il visto?
La competenza è determinata esclusivamente in base al domicilio fiscale del trasgressore, cioè del professionista o del responsabile del CAF, e non del contribuente.

Un atto emesso dall’ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate per un visto infedele è valido?
No. Secondo questa ordinanza, un atto emesso da un ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate è illegittimo per difetto di competenza funzionale e può essere annullato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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