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Competenza territoriale riscossione: il limite dell’AdER

Una società con sede legale nella provincia della capitale ha impugnato un avviso di intimazione emesso dall’ufficio dell’Agente della Riscossione di un’altra regione. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, affermando il principio della competenza territoriale nella riscossione. L’atto è stato annullato perché emesso da un ufficio non competente per territorio, chiarendo che le riforme che hanno unificato l’ente di riscossione non hanno eliminato i vincoli territoriali a tutela del diritto di difesa del contribuente.

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Pubblicato il 16 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Competenza Territoriale Riscossione: La Cassazione Annulla l’Atto Emesso dall’Ufficio Sbagliato

L’unificazione dell’ente di riscossione in un unico soggetto nazionale non significa che i suoi uffici locali possano agire senza limiti geografici. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale a tutela del contribuente: la competenza territoriale riscossione è un requisito di legittimità dell’atto, e la sua violazione ne comporta l’annullamento. Questa decisione chiarisce che il domicilio fiscale del contribuente rimane il criterio cardine per individuare l’ufficio autorizzato ad emettere atti di riscossione, garantendo così il diritto a una difesa non eccessivamente onerosa.

I Fatti del Caso: Un Avviso di Intimazione da un’Altra Regione

Una società a responsabilità limitata, con sede legale nella provincia della capitale, si vedeva notificare un avviso di intimazione di pagamento da parte dell’ufficio dell’Agente della Riscossione di una città dell’Italia centrale, situata in un’altra regione. Ritenendo l’atto illegittimo proprio per carenza di competenza territoriale, la società decideva di impugnarlo dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale competente.

L’Iter Giudiziario e la Controversia sulla Competenza Territoriale Riscossione

Il giudizio ha avuto un percorso altalenante. In primo grado, i giudici tributari accoglievano l’eccezione di incompetenza territoriale per i debiti tributari. Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale, in accoglimento dell’appello dell’Agente della Riscossione, ribaltava la decisione. Secondo la CTR, le riforme che hanno accorpato l’attività di riscossione in un unico soggetto nazionale (prima Equitalia, ora Agenzia delle entrate-Riscossione) avrebbero implicitamente abrogato le vecchie norme sulla competenza territoriale (artt. 24 e 46 del d.P.R. 602/1973). L’articolazione in uffici locali, secondo questa tesi, sarebbe una mera questione organizzativa interna, priva di rilevanza esterna. La società, vedendosi respingere le proprie ragioni, proponeva quindi ricorso per Cassazione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della società, smontando la tesi della corte d’appello e ripristinando la centralità delle regole sulla competenza territoriale. I giudici hanno chiarito che le riforme del sistema di riscossione non hanno cancellato i principi di ripartizione territoriale. Il riferimento normativo agli “ambiti territoriali” e alle “circoscrizioni” rimane pienamente valido.

Il ragionamento della Corte si fonda su tre pilastri principali:

1. Tutela del Diritto di Difesa: Imporre a un contribuente di difendersi da un atto emesso da un ufficio situato in una circoscrizione diversa da quella del proprio domicilio fiscale costituirebbe un onere che potrebbe rendere “estremamente difficile” l’esercizio del diritto di difesa, in violazione degli articoli 24 e 111 della Costituzione.
2. Coerenza Sistematica: La regola per la riscossione deve essere coerente con quella prevista per l’accertamento. L’art. 31 del d.P.R. 600/1973 stabilisce che la competenza per gli accertamenti è radicata presso l’ufficio distrettuale nella cui circoscrizione si trova il domicilio fiscale del contribuente. Non vi è ragione per cui la fase successiva della riscossione debba seguire un criterio diverso e più penalizzante.
3. Corretta Applicazione della Delega: L’art. 46 del d.P.R. 602/1973 prevede la possibilità per l’ufficio competente di delegare l’attività di riscossione a un altro ufficio. Questa norma, però, conferma l’esistenza di una competenza territoriale predefinita e regola proprio i casi in cui è necessario agire al di fuori di essa, ma sempre partendo dall’ufficio territorialmente competente.

La Corte ha quindi ribadito che l’atto di riscossione è illegittimo se emesso da un ufficio che opera in un ambito territoriale diverso da quello del domicilio fiscale del contribuente.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Contribuenti

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. Stabilisce in modo inequivocabile che i contribuenti devono sempre verificare quale ufficio dell’Agente della Riscossione ha emesso l’atto. Se l’ufficio notificante non è quello della circoscrizione del proprio domicilio fiscale, l’atto è viziato da incompetenza territoriale e può essere annullato. Questa pronuncia rafforza le garanzie difensive del cittadino, impedendo all’Amministrazione Finanziaria di agire senza rispettare i limiti geografici imposti dalla legge, a prescindere dalla sua struttura organizzativa nazionale.

L’Agente della Riscossione può notificare un avviso di intimazione da un ufficio qualsiasi, dato che è un ente unico nazionale?
No. Nonostante l’unicità dell’ente, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’atto di riscossione deve essere emesso dall’ufficio territorialmente competente, ovvero quello nella cui circoscrizione si trova il domicilio fiscale del contribuente.

Le norme sulla competenza territoriale per la riscossione (artt. 24 e 46 d.P.R. 602/1973) sono state superate dalle riforme che hanno creato l’Agenzia delle Entrate-Riscossione?
No. Secondo la Suprema Corte, tali norme non sono state implicitamente abrogate e continuano a trovare applicazione per determinare la competenza dell’ufficio che emette l’atto. La struttura unitaria dell’ente non elimina i vincoli territoriali.

Qual è la conseguenza di un avviso di intimazione emesso da un ufficio dell’Agente della Riscossione territorialmente incompetente?
L’atto è illegittimo per carenza di competenza territoriale e, come tale, deve essere annullato dal giudice. Il contribuente ha il diritto di impugnarlo per farne dichiarare la nullità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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