LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Compenso Presidente Commissione Tributaria: No extra

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8876/2024, ha stabilito che al presidente di sezione di una Commissione tributaria, che sostituisce temporaneamente il Presidente di Commissione, non spetta alcun compenso aggiuntivo. La Corte ha chiarito che la normativa vigente prevede un meccanismo di sostituzione automatica e che le funzioni svolte dal supplente sono omogenee a quelle già ricoperte. La legge esclude esplicitamente il diritto a compensi ulteriori per il supplente, ribaltando la precedente decisione della Corte d’Appello che aveva riconosciuto tale diritto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Compenso Presidente Commissione Tributaria: La Supplenza Paga?

Un presidente di sezione di una Commissione Tributaria che assume temporaneamente le funzioni di Presidente dell’intera commissione ha diritto a una retribuzione maggiore? A questa domanda ha risposto la Corte di Cassazione con la sentenza n. 8876 del 4 aprile 2024, stabilendo un principio chiaro sul compenso del presidente di commissione tributaria in caso di supplenza. La decisione ribalta un precedente orientamento della Corte d’Appello e chiarisce i limiti normativi in materia di emolumenti per i giudici tributari.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dalla richiesta di un presidente di sezione di una Commissione Tributaria provinciale che, in qualità di presidente anziano, aveva assunto il ruolo di reggente della presidenza per un periodo di circa un anno e mezzo. Sulla base di questo incarico, il giudice aveva chiesto al Ministero dell’Economia e delle Finanze il pagamento dei compensi, sia fissi che variabili, previsti per la carica superiore di Presidente di Commissione.

Inizialmente, il Tribunale di Roma aveva respinto la domanda. Successivamente, la Corte d’Appello aveva riformato la decisione, accogliendo le richieste del giudice. Secondo la corte territoriale, le funzioni giurisdizionali svolte durante la reggenza giustificavano il riconoscimento del trattamento economico superiore, anche in virtù di alcune risoluzioni del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria che si erano espresse in tal senso. Il Ministero ha quindi proposto ricorso in Cassazione per contestare questa interpretazione.

La Questione del Compenso del Presidente di Commissione Tributaria Supplente

Il nodo centrale della questione riguarda l’interpretazione di due norme chiave: l’art. 2, comma 2, del D.Lgs. n. 545/1992 e l’art. 39, comma 6, del D.L. n. 98/2011.

La prima norma stabilisce che, in caso di assenza o impedimento del Presidente di Commissione, questi è sostituito dal presidente di sezione con maggiore anzianità. La Cassazione sottolinea che questa disposizione delinea un meccanismo di sostituzione automatico, che non richiede provvedimenti specifici da parte di organi di autogoverno e che si applica a qualsiasi ipotesi di vacanza, anche prolungata.

La seconda norma, l’art. 39, prevede che i giudici tributari, quando svolgono funzioni di Presidente o Vicepresidente di sezione, hanno diritto a un compenso fisso e variabile. Tuttavia, la stessa norma esclude esplicitamente da questo beneficio i giudici indicati proprio nell’art. 2, comma 2, del D.Lgs. n. 545/1992, ovvero i presidenti di sezione che sostituiscono il Presidente di Commissione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Ministero, fornendo una lettura rigorosa e sistematica della normativa. Secondo gli Ermellini, il legislatore ha volutamente escluso la possibilità di un compenso aggiuntivo per il presidente di sezione supplente. Le ragioni di questa scelta sono molteplici.

In primo luogo, le funzioni giurisdizionali svolte dal supplente, sebbene estese all’intera commissione, sono considerate omogenee e non qualitativamente diverse da quelle già attribuite al suo ruolo di presidente di sezione. Non si tratta di assumere una carica nuova, ma di esercitare funzioni proprie su una scala più ampia.

In secondo luogo, la Corte ha ribadito che il rapporto dei giudici tributari non costituisce un rapporto di pubblico impiego, ma ha natura onoraria. Ciò conferisce al legislatore un’ampia discrezionalità nel modulare i compensi, senza essere vincolato ai principi di automatica progressione retributiva tipici del lavoro pubblico.

Infine, la Cassazione ha ritenuto irrilevanti le delibere del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria. Tali atti amministrativi, infatti, non possono creare un diritto al compenso che sia in contrasto con una chiara previsione di legge. Attribuire un compenso aggiuntivo sulla base di una delibera significherebbe concedere a un organo di autogoverno un potere normativo che non gli compete.

Le Conclusioni

La sentenza stabilisce il seguente principio di diritto: al presidente di sezione della Commissione tributaria che sostituisce il Presidente di Commissione non può essere riconosciuto alcun compenso, fisso o variabile, aggiuntivo rispetto a quello già percepito per le funzioni di presidente di sezione. Questo vale anche se è stato formalmente designato come ‘reggente’ con una delibera del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria. La decisione, quindi, cassa la sentenza della Corte d’Appello e rinvia la causa a quest’ultima, che dovrà decidere nuovamente applicando il principio enunciato dalla Suprema Corte.

Un presidente di sezione di una Commissione Tributaria che sostituisce temporaneamente il Presidente ha diritto al compenso superiore?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la normativa esclude esplicitamente che al presidente di sezione supplente spetti un compenso aggiuntivo, sia fisso che variabile, rispetto a quello già percepito per il suo ruolo ordinario.

Perché il supplente non ha diritto a un compenso aggiuntivo?
La legge prevede un meccanismo di sostituzione automatico e considera le funzioni svolte dal supplente come un’estensione delle sue normali prerogative, non come l’assunzione di una nuova carica. L’art. 39, c. 6, del D.L. 98/2011 esclude espressamente i sostituti dal beneficio di compensi ulteriori.

Una delibera di nomina a ‘reggente’ da parte del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria può fondare il diritto al compenso?
No. La Corte ha stabilito che gli atti amministrativi, come le delibere di un organo di autogoverno, non possono prevalere su una chiara disposizione di legge. Pertanto, la nomina a ‘reggente’ non può creare un diritto a un compenso che la legge esclude.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati