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Compenso amministratore: quando è deducibile per la Srl

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1051/2025, ha stabilito che l’Amministrazione Finanziaria non può limitarsi a contestare l’entità del compenso amministratore ritenendolo eccessivo. Se si ipotizza un’elusione fiscale, spetta al Fisco l’onere di provare il disegno elusivo. Nel caso di specie, una società di trasporti aveva dedotto un compenso elevato per il proprio amministratore. La Corte ha confermato la decisione di merito che annullava l’accertamento, poiché l’Agenzia non aveva fornito prove sufficienti a dimostrare l’intento elusivo, mentre la società aveva giustificato l’importo con i buoni risultati economici ottenuti.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Compenso Amministratore: Quando è Deducibile e Chi Deve Provare l’Elusione?

La determinazione del compenso amministratore è una delle decisioni più delicate per una società, con importanti riflessi fiscali. Un compenso elevato può essere pienamente legittimo se giustificato dall’andamento aziendale, ma può anche attirare l’attenzione del Fisco, che potrebbe ipotizzare una distribuzione mascherata di utili. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali su questo tema, focalizzandosi in particolare sull’onere della prova in caso di contestazione.

I Fatti di Causa

Una società di trasporti a responsabilità limitata aveva ricevuto un avviso di accertamento dall’Amministrazione Finanziaria. L’oggetto della contestazione era la deducibilità di una parte significativa del compenso erogato al proprio amministratore unico, che era anche il socio di maggioranza. Nello specifico, a fronte di un compenso totale di 600.000 euro, il Fisco ne aveva ritenuto indeducibile una quota di 300.000 euro, sostenendo che tale eccedenza non fosse inerente all’attività d’impresa ma rappresentasse una forma di elusione fiscale volta a distribuire utili con un regime fiscale più vantaggioso.

La Commissione Tributaria Provinciale aveva inizialmente dato ragione all’Amministrazione Finanziaria. Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale aveva ribaltato la decisione, annullando l’accertamento. Secondo i giudici d’appello, l’Amministrazione non aveva adeguatamente provato il presunto disegno elusivo. L’Agenzia delle Entrate ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Cassazione sul Compenso Amministratore

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, confermando la sentenza della Commissione Tributaria Regionale. Gli Ermellini hanno stabilito che, in casi come questo, l’onere di dimostrare l’esistenza di un’operazione elusiva grava interamente sul Fisco. Non è sufficiente affermare che un compenso sia ‘eccessivo’ o ‘sproporzionato’; è necessario fornire prove concrete del disegno elusivo e della manipolazione degli schemi negoziali.

Le Motivazioni della Sentenza

La decisione della Suprema Corte si fonda su principi giuridici consolidati, in particolare per quanto riguarda la ripartizione dell’onere probatorio e la valutazione della congruità dei costi aziendali.

L’Onere della Prova a Carico del Fisco: Il Punto Cruciale

Il nucleo della motivazione risiede nel principio dell’onere della prova. La Corte ha ribadito che, quando l’accusa è di abuso del diritto o elusione fiscale, spetta all’Amministrazione Finanziaria dimostrare non solo l’assenza di valide ragioni economiche per l’operazione contestata, ma anche il disegno elusivo e le modalità con cui questo è stato attuato. Nel caso di specie, il Fisco si era limitato a parametrare la congruità del compenso a un anno precedente, senza considerare le dinamiche economiche e le decisioni gestionali della società. Questo approccio è stato ritenuto insufficiente e arbitrario.

La Congruità del Compenso e l’Andamento Economico

La Corte ha valorizzato l’analisi fatta dai giudici di merito, i quali avevano collegato l’aumento del compenso amministratore ai brillanti risultati economici ottenuti dalla società nell’anno in cui l’aumento fu deliberato. Inoltre, avevano notato come lo stesso compenso fosse stato significativamente ridotto negli anni successivi, in coincidenza con l’inizio di una fase di recessione economica. Questo dimostrava una coerenza tra la politica retributiva e l’andamento economico-finanziario dell’impresa, fornendo una valida giustificazione economica che l’Amministrazione Finanziaria non era riuscita a scalfire.

Abuso del Diritto: Chi Deve Provarlo?

La sentenza chiarisce che la semplice antieconomicità di una scelta non è sufficiente a configurare un’elusione fiscale. Il Fisco deve provare che l’operazione è stata posta in essere con lo scopo predominante di ottenere un vantaggio fiscale indebito. La società contribuente, dal canto suo, ha l’onere di allegare le ragioni economiche alternative che giustificano le sue scelte. In questo caso, la società ha adempiuto a tale onere, mentre l’Agenzia delle Entrate non ha fornito la prova contraria richiesta.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per le Imprese

Questa ordinanza offre importanti indicazioni per le imprese. La determinazione del compenso amministratore deve sempre essere supportata da valide ragioni economiche e documentata in modo trasparente, preferibilmente attraverso delibere assembleari ben motivate che colleghino la retribuzione ai risultati aziendali, alle responsabilità assunte e al contesto di mercato. In caso di accertamento, l’Amministrazione Finanziaria non può basare le proprie pretese su presunzioni generiche di ‘eccessività’, ma deve sobbarcarsi l’onere di provare in modo rigoroso l’eventuale intento elusivo. Per le società, diventa quindi fondamentale poter dimostrare la coerenza e la razionalità delle proprie decisioni gestionali.

L’Amministrazione Finanziaria può contestare l’importo di un compenso amministratore solo perché lo ritiene troppo alto?
No, non può. Secondo la Corte, non è sufficiente ritenere un compenso ‘eccessivo’ o ‘sproporzionato’. Se si ipotizza un’elusione fiscale, l’Amministrazione Finanziaria deve provare l’esistenza di un disegno elusivo volto a ottenere un indebito vantaggio fiscale.

In caso di accertamento per compenso amministratore ritenuto elusivo, su chi ricade l’onere della prova?
L’onere della prova grava sull’Amministrazione Finanziaria. È il Fisco che deve dimostrare sia il disegno elusivo sia le modalità di manipolazione degli schemi negoziali. Il contribuente ha l’onere di allegare l’esistenza di ragioni economiche che giustifichino l’operazione.

L’andamento economico della società è un fattore rilevante per giustificare un elevato compenso amministratore?
Sì, è un fattore cruciale. La Corte ha dato peso al fatto che l’aumento del compenso fosse stato deliberato in un anno di ottimi risultati economici e che fosse stato ridotto con l’arrivo della recessione. Questo dimostra una coerenza tra la retribuzione e la performance aziendale, fornendo una valida giustificazione economica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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