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Compensazione credito IVA: formale vs sostanziale

Una società agricola ha utilizzato in compensazione un credito IVA in anticipo e senza il visto di conformità. L’Agenzia delle Entrate ha recuperato l’imposta. La Cassazione ha stabilito che la compensazione credito IVA anticipata è una violazione sostanziale, soggetta a cumulo materiale delle sanzioni. Invece, l’assenza del visto di conformità è una violazione meramente formale, che non giustifica il recupero dell’imposta se il credito è esistente e non è punibile.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Compensazione Credito IVA: La Cassazione Distingue tra Violazioni Formali e Sostanziali

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito chiarimenti cruciali sulla compensazione credito IVA, tracciando una linea netta tra violazioni meramente formali e violazioni sostanziali. La decisione analizza due casistiche specifiche: la compensazione anticipata di un credito e l’omissione del visto di conformità sulla dichiarazione. Questa pronuncia è di fondamentale importanza per imprese e professionisti, poiché definisce le diverse conseguenze in termini di recupero dell’imposta e di sanzioni applicabili.

I Fatti del Caso

Una società agricola si trovava al centro di una controversia con l’Agenzia delle Entrate per aver effettuato una compensazione di crediti IVA in modo non conforme alla normativa. Le violazioni contestate erano due:
1. Aver utilizzato un credito IVA superiore a 5.000 euro in anticipo rispetto alla scadenza prevista dalla legge (ovvero prima del sedicesimo giorno del mese successivo alla presentazione della dichiarazione).
2. Aver utilizzato un credito IVA superiore a 15.000 euro senza apporre sulla dichiarazione il necessario visto di conformità, rilasciato da un professionista abilitato.

L’Agenzia delle Entrate aveva proceduto al recupero dell’imposta compensata e all’applicazione delle relative sanzioni. La società aveva impugnato l’atto, dando inizio a un contenzioso che, dopo i primi due gradi di giudizio, è giunto all’esame della Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione e la compensazione credito IVA

La Suprema Corte ha analizzato separatamente le due condotte, giungendo a conclusioni opposte e delineando principi di diritto di grande rilevanza pratica.

La Compensazione Anticipata: Una Violazione Sostanziale

Per quanto riguarda la compensazione credito IVA effettuata prima dei termini di legge, la Corte ha stabilito che si tratta di una violazione di carattere sostanziale. Utilizzare un credito esistente ma non ancora disponibile equivale, di fatto, a un omesso versamento del tributo dovuto. Questo comportamento crea un danno, seppur temporaneo, alle casse dell’erario, determinando un ritardato incasso.

Di conseguenza, la Corte ha affermato che tale violazione non può beneficiare del più mite regime del cumulo giuridico delle sanzioni (art. 12, D.Lgs. 472/97). Si applica, invece, la più severa disciplina del cumulo materiale, prevista dall’art. 13 del D.Lgs. 471/97, che prevede una sanzione proporzionale (30%) per ogni mancato pagamento. La violazione, incidendo direttamente sul versamento, perde la sua natura formale per acquisire una rilevanza sostanziale.

L’Assenza del Visto di Conformità: Una Violazione Meramente Formale

Di tutt’altro avviso è stata la Corte riguardo alla compensazione effettuata in assenza del visto di conformità. La funzione del visto, spiegano i giudici, è quella di assicurare un controllo preventivo sull’esistenza e la spettanza del credito da parte di un professionista. La sua omissione, tuttavia, non pregiudica l’attività di controllo successiva da parte dell’amministrazione finanziaria né incide sulla determinazione dell’imposta o sul versamento.

Pertanto, se l’esistenza del credito IVA non viene contestata nel merito, la mancanza del visto si configura come una violazione puramente formale. Una tale infrazione, secondo la Cassazione, non è idonea a far venir meno il diritto del contribuente a utilizzare il credito in compensazione. Essendo una violazione priva di offensività, non solo non giustifica il recupero dell’imposta, ma non è nemmeno punibile con sanzioni.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano sulla distinzione tra la natura delle norme violate. L’art. 17 del D.Lgs. 241/97, che stabilisce i termini per la compensazione, è una norma sostanziale che regola la disponibilità del credito. Violarla significa disporre di somme non ancora esigibili, causando un mancato versamento. Al contrario, l’art. 10 del D.L. 78/2009, che impone il visto di conformità, ha una finalità procedurale e di controllo preventivo. La sua inosservanza non altera la sostanza del rapporto tributario, a condizione che il credito sia effettivamente esistente.

La Corte ribadisce un principio consolidato: per distinguere tra violazioni formali e sostanziali, è necessario accertare in concreto se la condotta abbia causato un danno erariale, incidendo sulla base imponibile, sull’imposta o sul suo versamento. Nel caso del visto omesso, non si verifica alcun danno, rendendo la violazione non punibile per assenza di offensività. Per la compensazione anticipata, invece, il danno è insito nel ritardato incasso del tributo.

Conclusioni

Questa ordinanza della Cassazione offre due importanti lezioni ai contribuenti. In primo luogo, il rispetto delle scadenze temporali per la compensazione credito IVA è un obbligo sostanziale, la cui violazione è equiparata a un omesso versamento e sanzionata pesantemente con il cumulo materiale. In secondo luogo, pur essendo un adempimento obbligatorio, l’omissione del visto di conformità non comporta la perdita del diritto al credito né il recupero dell’imposta, a patto che il credito stesso sia legittimo e dimostrabile. Si tratta di una violazione meramente formale e non punibile, che non intacca la sostanza del diritto del contribuente.

Utilizzare un credito IVA in compensazione prima della data consentita è una violazione grave?
Sì, la Corte di Cassazione la qualifica come una violazione di carattere sostanziale. È equiparata a un omesso versamento d’imposta, in quanto il contribuente utilizza un credito esistente ma non ancora disponibile, causando un ritardo nell’incasso per l’erario.

Cosa succede se si compensa un credito IVA superiore a 15.000 euro senza il visto di conformità?
Si tratta di una violazione puramente formale. Secondo la sentenza, se l’esistenza del credito non è contestata, questa omissione non fa venir meno il diritto alla compensazione. La violazione non giustifica il recupero dell’imposta e non è punibile, in quanto non arreca alcun pregiudizio all’attività di controllo né un danno economico all’erario.

In caso di compensazione anticipata di un credito IVA, quale regime sanzionatorio si applica?
Si applica il regime del cumulo materiale delle sanzioni, previsto dall’art. 13 del D.Lgs. n. 471/1997. Questo significa che le sanzioni vengono sommate per ogni violazione, risultando in un trattamento più severo rispetto al più favorevole cumulo giuridico, che invece non è applicabile a questa tipologia di infrazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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