LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Compensazione crediti fiscali prima del concordato

Una società in liquidazione, dopo aver richiesto un rimborso IVA, entra in concordato preventivo. L’Amministrazione Finanziaria blocca il rimborso per effettuare una compensazione con debiti fiscali della società, sorti in anni precedenti. La Corte di Cassazione, con l’Ordinanza n. 13881/2025, stabilisce che la compensazione crediti fiscali è legittima. Il principio chiave è che sia il credito del contribuente sia il debito verso il Fisco devono essere sorti prima dell’apertura della procedura di concordato preventivo, indipendentemente dal momento in cui diventano esigibili.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Compensazione crediti fiscali: la Cassazione fissa la regola del “Cut-Off” nel concordato

L’ordinanza n. 13881/2025 della Corte di Cassazione offre un chiarimento fondamentale sulla compensazione crediti fiscali nel contesto di un concordato preventivo. La decisione stabilisce che la possibilità di compensare un debito tributario con un credito (ad esempio, un rimborso IVA) dipende esclusivamente dal momento in cui entrambi sono sorti rispetto all’apertura della procedura concorsuale, nota come data di “cut-off”.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla richiesta di un cospicuo rimborso IVA, maturato nel 2009, da parte di una società. L’Amministrazione Finanziaria, tuttavia, emetteva un provvedimento di fermo amministrativo, bloccando il rimborso per compensarlo con debiti fiscali della stessa società, relativi a periodi d’imposta precedenti (in particolare il 2007).

La situazione si complica quando la società presenta istanza di ammissione al concordato preventivo nel giugno 2010, procedura poi omologata nel maggio 2011. I giudici di merito avevano inizialmente negato la possibilità di compensazione, ritenendo che le regole della procedura concorsuale impedissero di opporre un debito sorto prima del concordato (anno 2007) a un credito maturato successivamente (anno 2009). L’Agenzia delle Entrate ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La decisione della Corte e la compensazione crediti fiscali

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, ribaltando la decisione precedente. I giudici supremi hanno chiarito che il principio fondamentale per la compensazione crediti fiscali in ambito concorsuale è sancito dagli articoli 56 e 169 della Legge Fallimentare.

Il criterio dirimente non è quale credito sia sorto prima dell’altro, ma se entrambi i crediti (quello del Fisco e quello del contribuente) siano sorti prima della data di apertura della procedura di concordato preventivo. Questa data funge da “cut-off”: tutto ciò che è sorto prima segue una regola, tutto ciò che sorge dopo ne segue un’altra.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha spiegato che la logica dietro questa regola risiede nell’identità del soggetto giuridico. I crediti e i debiti sorti prima dell’apertura del concordato sono entrambi riferibili all’imprenditore insolvente. Pertanto, possono essere legittimamente compensati tra loro, poiché sussiste il requisito della reciprocità.

Al contrario, i crediti che sorgono dopo l’apertura della procedura sono considerati crediti “della massa” dei creditori e non possono essere compensati con debiti preesistenti dell’imprenditore. Nel caso di specie:

1. Il debito fiscale verso l’Erario era relativo all’anno d’imposta 2007.
2. Il credito IVA del contribuente era relativo all’anno d’imposta 2009.
3. La procedura di concordato è iniziata nel 2010.

Poiché entrambi i rapporti obbligatori sono sorti prima della data di “cut-off” del 2010, la Corte ha concluso che la compensazione era ammissibile. La sentenza di merito è stata quindi cassata con rinvio, affinché il giudice applichi correttamente questo principio.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio giurisprudenziale di grande importanza pratica. Per imprese e professionisti, la decisione sottolinea che, in caso di crisi aziendale e accesso a procedure concorsuali, la possibilità di compensare posizioni debitorie e creditorie con il Fisco è determinata unicamente dalla loro collocazione temporale rispetto all’avvio della procedura. È il momento genetico dell’obbligazione a contare, non la sua successiva liquidità o esigibilità. Una corretta mappatura dei crediti e debiti in base a questa regola è essenziale per gestire efficacemente i rapporti con l’Amministrazione Finanziaria durante una crisi d’impresa.

È possibile per l’Amministrazione Finanziaria opporre in compensazione un proprio credito tributario a un rimborso IVA richiesto da una società poi entrata in concordato preventivo?
Sì, è possibile, a condizione che sia il credito dell’Amministrazione Finanziaria sia il credito del contribuente siano sorti in un momento anteriore alla data di apertura della procedura di concordato preventivo.

Qual è il momento determinante per stabilire se due crediti tributari possono essere compensati nel contesto di un concordato preventivo?
Il momento determinante è la cosiddetta data di “cut-off”, che corrisponde alla data di apertura della procedura concorsuale. Entrambe le obbligazioni, quella a debito e quella a credito, devono avere il loro “fatto genetico” prima di tale data.

La data in cui i crediti diventano liquidi ed esigibili influisce sulla possibilità di compensazione in un concordato preventivo?
No. Secondo la Corte, la possibilità di compensazione dipende unicamente dal fatto che le obbligazioni reciproche siano sorte prima dell’apertura della procedura, anche se una di esse dovesse diventare liquida ed esigibile solo in un momento successivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati