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Collegamento societario: i legami familiari bastano?

Un’ordinanza interlocutoria della Cassazione esamina un caso di accertamento fiscale su una società immobiliare. Il Fisco contestava operazioni con altre due società i cui soci avevano legami di parentela. La Commissione Tributaria Regionale aveva annullato l’accertamento, riconoscendo un gruppo di fatto. L’Agenzia Fiscale ha fatto ricorso, sostenendo l’assenza di un formale collegamento societario. Data la rilevanza e la mancanza di precedenti specifici, la Suprema Corte ha rinviato la causa a pubblica udienza per approfondire la questione del collegamento societario basato su vincoli familiari.

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Pubblicato il 19 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Collegamento societario: i legami familiari bastano?

La Corte di Cassazione, con un’importante ordinanza interlocutoria, ha posto i riflettori su una questione cruciale per molte imprese a conduzione familiare: fino a che punto i vincoli di parentela tra soci di società distinte possono configurare un collegamento societario rilevante ai fini fiscali? La decisione di non decidere subito, ma di rimettere la causa a una pubblica udienza, sottolinea la delicatezza e la novità del tema.

La Vicenda: Dai Verifiche Fiscali alla Cassazione

Tutto ha origine da un avviso di accertamento notificato a una società immobiliare per IRES, IRAP e IVA relative all’anno d’imposta 2013. L’Agenzia Fiscale, a seguito di verifiche, aveva contestato l’esistenza di rapporti di commistione tra la società contribuente e altre due aziende, operanti nello stesso stabile e i cui soci erano legati da vincoli familiari. Secondo l’Amministrazione Finanziaria, determinate movimentazioni contabili costituivano proventi straordinari non dichiarati.

La Commissione Tributaria Provinciale aveva dato ragione al Fisco. In appello, però, la Commissione Tributaria Regionale ha ribaltato il verdetto, accogliendo le ragioni della società. I giudici di secondo grado hanno ritenuto che le operazioni contestate fossero avvenute all’interno di un gruppo societario di fatto, il cosiddetto “Gruppo familiare”, e che quindi non generassero reddito imponibile.

La Questione del Collegamento Societario tra Familiari

L’Agenzia Fiscale non si è arresa e ha presentato ricorso in Cassazione, basandolo su due motivi principali.

La Posizione dell’Agenzia Fiscale

Il Fisco ha sostenuto che la sentenza d’appello avesse erroneamente applicato le norme sul collegamento societario (art. 2359 c.c.). Secondo il ricorrente, i giudici regionali avevano presunto l’esistenza di un gruppo basandosi unicamente su legami familiari tra i soci, in assenza dei presupposti legali specifici, come l’esistenza di un bilancio consolidato o di un’influenza dominante di una società sull’altra. Un semplice legame di parentela, secondo l’Agenzia, non è sufficiente a creare un gruppo societario fiscalmente rilevante.

La Difesa della Società Contribuente

La società contribuente, al contrario, ha difeso la decisione della CTR, sostenendo che le operazioni fossero puramente interne a un gruppo di imprese gestite unitariamente dalla stessa famiglia, e quindi prive di rilevanza reddituale verso l’esterno.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Rinvio

La Suprema Corte, con la presente ordinanza interlocutoria, non ha dato una risposta definitiva. Ha invece riconosciuto che la questione è di “particolare rilevanza” e che mancano precedenti specifici in materia. In altre parole, la Corte ritiene che stabilire se e come i rapporti di parentela possano influenzare la configurazione di un collegamento societario meriti un approfondimento in una pubblica udienza, dove il dibattito può essere più ampio e articolato.

Le Motivazioni dietro il Rinvio a Pubblica Udienza

La scelta di rimettere la causa in pubblica udienza è motivata dalla necessità di affrontare in modo approfondito un tema giuridico complesso e con vaste implicazioni pratiche. La Corte rileva che le questioni sollevate nel primo motivo di ricorso, in particolare l’individuazione delle condizioni per la configurazione di un collegamento societario ai sensi dell’art. 2359, comma 3, c.c., e l’influenza che può avere il rapporto di parentela tra i soci, sono particolarmente significative. La mancanza di precedenti giurisprudenziali specifici su questo punto ha spinto il collegio a ritenere opportuno un esame più solenne, garantendo così una riflessione più ponderata prima di stabilire un principio di diritto che potrebbe avere un impatto notevole su molte realtà imprenditoriali italiane.

Le Conclusioni: Quali Implicazioni per le Imprese Familiari?

Questa ordinanza, pur non decidendo il caso, apre uno scenario di grande interesse. La futura sentenza che verrà emessa a seguito della pubblica udienza potrebbe tracciare una linea di demarcazione più chiara tra le legittime sinergie operative all’interno di imprese familiari e le configurazioni che assumono rilevanza ai fini della disciplina del gruppo societario e delle relative conseguenze fiscali. Le aziende a conduzione familiare dovranno seguire con attenzione gli sviluppi di questa vicenda, poiché i principi che verranno affermati dalla Cassazione potrebbero richiedere una revisione delle strutture organizzative e delle modalità di gestione dei rapporti infragruppo per evitare future contestazioni fiscali.

I legami di parentela tra soci di diverse società sono sufficienti a creare un ‘collegamento societario’ ai fini fiscali?
L’ordinanza non fornisce una risposta definitiva, ma evidenzia che questa è la questione centrale e controversa del caso. La Corte di Cassazione ha ritenuto il tema così rilevante e privo di precedenti specifici da necessitare un approfondimento in una pubblica udienza prima di poter stabilire un principio di diritto.

Perché la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza interlocutoria invece di una sentenza definitiva?
La Corte ha optato per un’ordinanza interlocutoria perché ha ritenuto che le questioni legali sollevate, in particolare la definizione di collegamento societario in presenza di legami familiari tra soci, fossero di ‘particolare rilevanza’ e non coperte da precedenti giurisprudenziali specifici. Pertanto, ha rinviato la causa a una pubblica udienza per un esame più approfondito.

Qual era l’argomento principale della Commissione Tributaria Regionale per annullare l’accertamento fiscale?
La Commissione Tributaria Regionale ha annullato l’accertamento sul presupposto che le operazioni contestate non concorressero a formare reddito d’impresa. Secondo i giudici d’appello, tali operazioni erano avvenute all’interno di un unico gruppo societario di fatto (definito ‘Gruppo Morelli’), e quindi rappresentavano movimentazioni contabili interne non imponibili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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