LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Collegamento societario e legami familiari: rinvio

L’Agenzia delle Entrate ha impugnato una sentenza che annullava un accertamento fiscale. La corte di merito aveva considerato non tassabili delle movimentazioni finanziarie, ritenendole interne a un gruppo societario di fatto basato su legami familiari tra soci. La Corte di Cassazione, riconoscendo la rilevanza della questione sulla definizione di **collegamento societario** in tale contesto, ha rinviato la causa a una pubblica udienza per un esame approfondito, senza emettere una decisione finale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Collegamento Societario e Legami Familiari: La Cassazione Chiede un Approfondimento

Con una recente ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione ha affrontato un’interessante questione fiscale riguardante la definizione di collegamento societario. Il caso in esame verte sulla possibilità di considerare le movimentazioni finanziarie tra società, i cui soci sono legati da vincoli di parentela, come operazioni interne a un gruppo di fatto e, di conseguenza, fiscalmente non rilevanti. Data la complessità e l’assenza di precedenti specifici, i giudici hanno deciso di rinviare la causa a una pubblica udienza, aprendo la strada a una futura pronuncia di grande impatto.

Il Contesto: Accertamento Fiscale e Gruppo di Fatto

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento notificato dall’Agenzia delle Entrate a una società immobiliare per l’anno d’imposta 2014. L’amministrazione finanziaria contestava costi indeducibili e ricavi non dichiarati, emersi a seguito di una verifica che aveva evidenziato una stretta commistione operativa tra la società contribuente e altre due aziende. Tutte e tre le società avevano la stessa sede e i soci erano legati da vincoli familiari.

Mentre il giudice di primo grado aveva dato ragione all’ufficio, la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado aveva accolto l’appello della società. Secondo i giudici d’appello, le movimentazioni finanziarie contestate non costituivano reddito d’impresa tassabile, in quanto si trattava di trasferimenti interni a quello che veniva definito un “gruppo societario di fatto”, identificato proprio sulla base dei legami familiari tra i soci.

I Motivi del Ricorso e la questione del collegamento societario

L’Agenzia delle Entrate ha presentato ricorso per cassazione, basandolo su tre motivi. Il punto centrale, tuttavia, è il secondo motivo, con cui si contesta la violazione dell’art. 2359 del codice civile. L’amministrazione ha sostenuto che la corte di merito abbia erroneamente ritenuto esistente un collegamento societario basandosi su precedenti non pertinenti e sulla sola presenza di un legame familiare tra i soci, in assenza di un bilancio consolidato o di altri presupposti richiesti dalla legge.

L’Influenza dei Legami Familiari

Il cuore della controversia risiede proprio qui: un legame di parentela tra i soci di diverse società è sufficiente, da solo, a configurare un’influenza dominante o un collegamento societario ai sensi della normativa civilistica e fiscale? La Corte d’appello aveva risposto affermativamente, ma l’Agenzia delle Entrate ha messo in dubbio questa interpretazione, ritenendola un’estensione non consentita della norma.

le motivazioni

La Corte di Cassazione, nell’ordinanza in esame, non fornisce una risposta definitiva, ma spiega perché non può farlo in questa fase. I giudici supremi hanno rilevato che la questione posta dal secondo motivo di ricorso riveste una “particolare rilevanza”. In particolare, definire le condizioni per la configurazione di un collegamento societario in base all’art. 2359, comma 3, del codice civile, considerando la possibile influenza del rapporto di parentela tra i soci, è un tema per cui mancano precedenti giurisprudenziali specifici della sezione tributaria. Proprio per questa ragione, la Corte ha ritenuto necessario un esame più approfondito e collegiale, profilando la necessità di rimettere la causa in pubblica udienza. La decisione sottolinea la delicatezza di bilanciare la realtà economica dei gruppi di fatto con il rigore formale richiesto dalla legge per il riconoscimento di un collegamento societario.

le conclusioni

L’ordinanza interlocutoria non chiude la vicenda, ma la prepara per un capitolo decisivo. La futura sentenza, che verrà emessa dopo la pubblica udienza, avrà il compito di tracciare una linea chiara su un tema di grande impatto pratico. Le conclusioni a cui perverrà la Cassazione stabiliranno principi fondamentali per distinguere legittime sinergie familiari da strutture societarie che possono essere qualificate come gruppi di fatto, con tutte le conseguenze fiscali che ne derivano. Per le imprese a conduzione familiare e per i professionisti del settore, si tratta di un’attesa cruciale per ottenere certezza giuridica su come interpretare il concetto di collegamento societario.

Quando un legame familiare tra soci di diverse aziende può creare un “collegamento societario” rilevante per il fisco?
L’ordinanza non fornisce una risposta definitiva, ma sottolinea che questa è una questione di particolare importanza. La Corte di Cassazione ha ritenuto necessario un approfondimento in pubblica udienza proprio per definire le condizioni in cui il rapporto di parentela tra soci può configurare un collegamento societario ai sensi dell’art. 2359 c.c.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte ha rinviato la decisione perché ha ritenuto che la questione legale sollevata (la configurazione del collegamento societario basato su legami familiari) fosse particolarmente importante e priva di precedenti giurisprudenziali specifici in materia. Ha quindi preferito rimettere la causa a una pubblica udienza per un esame più approfondito.

Le movimentazioni finanziarie tra società “sorelle” sono sempre esenti da tassazione?
No, non necessariamente. Sebbene la sentenza di secondo grado avesse ritenuto che lo fossero perché avvenute all’interno di un “gruppo di fatto”, l’Agenzia delle Entrate ha contestato tale interpretazione. Rinviando la causa, la Corte di Cassazione ha implicitamente confermato che la non imponibilità non è automatica, ma dipende dalla corretta qualificazione del rapporto tra le società come collegamento societario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati