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Coacervo donativo: Cassazione conferma il cumulo

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14823/2025, ha rigettato il ricorso di alcuni eredi che contestavano l’applicazione del ‘coacervo donativo’. La Corte ha confermato che, ai fini del calcolo delle franchigie per l’imposta di donazione, è necessario sommare le donazioni precedenti a quella attuale. Questo principio resta valido nonostante l’abrogazione del ‘coacervo successorio’ (cumulo tra donazioni e patrimonio ereditario), poiché le due imposte hanno presupposti e finalità differenti.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Coacervo Donativo: La Cassazione Conferma la Piena Validità del Cumulo nelle Donazioni

Con la recente sentenza n. 14823 del 2025, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema di grande rilevanza fiscale: l’applicazione del coacervo donativo. Questa decisione chiarisce in modo definitivo che, ai fini dell’imposta di donazione, il valore delle liberalità precedenti deve essere sommato a quello dell’ultima donazione per calcolare correttamente la franchigia spettante. Una pronuncia che consolida un orientamento giurisprudenziale e offre certezze agli operatori e ai contribuenti.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dalla richiesta di rimborso presentata da alcuni contribuenti, eredi dei donanti originari, per l’imposta di donazione versata. Secondo i ricorrenti, l’imposta era stata calcolata in modo errato a causa dell’applicazione del cosiddetto “coacervo”, ovvero la somma delle donazioni pregresse per determinare il superamento delle franchigie fiscali. A seguito del silenzio-rifiuto dell’Agenzia delle Entrate, i contribuenti hanno impugnato tale decisione. Sia la Commissione Tributaria di primo grado che quella regionale del Lazio hanno respinto le loro istanze, confermando la legittimità dell’operato dell’amministrazione finanziaria. Gli eredi hanno quindi proposto ricorso in Cassazione, sostenendo la violazione di legge e l’illogicità della motivazione della sentenza d’appello.

La Questione Giuridica sul Coacervo Donativo

Il nucleo della controversia riguardava la persistente validità dell’istituto del coacervo donativo. I ricorrenti sostenevano che, a seguito delle riforme che hanno abolito il sistema delle aliquote progressive per l’imposta di successione, anche il principio del cumulo tra donazioni dovesse considerarsi implicitamente abrogato, in quanto creerebbe una disparità di trattamento incostituzionale rispetto alla disciplina successoria. La Corte era quindi chiamata a stabilire se il meccanismo del cumulo delle donazioni ai fini del calcolo della franchigia fosse ancora applicabile o se, al contrario, fosse stato superato dall’evoluzione normativa.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato sotto entrambi i profili denunciati. Le motivazioni della decisione si basano su una chiara distinzione tra i diversi tipi di coacervo e sulla specificità dell’imposta di donazione.

Distinzione tra Coacervo Successorio e Coacervo Donativo

Il punto centrale della sentenza è la distinzione tra:
1. Coacervo Successorio: Previsto dall’art. 8, comma 4, del D.Lgs. 346/1990, consisteva nel sommare il valore dei beni donati in vita dal defunto (donatum) con il patrimonio lasciato in eredità (relictum) al solo fine di determinare l’aliquota progressiva applicabile. La Corte ha ribadito che questo istituto è stato implicitamente abrogato dalla Legge n. 342/2000, che ha sostituito le aliquote progressive con aliquote fisse basate sul grado di parentela. Venuta meno la progressività, è venuta meno anche la ratio antielusiva di tale cumulo.
2. Coacervo Donativo: Previsto dall’art. 57 dello stesso decreto, impone di cumulare il valore delle donazioni precedenti con quello della donazione attuale. La sua finalità non è determinare un’aliquota, ma verificare il corretto utilizzo della franchigia, evitando che questa possa essere erosa o superata attraverso una pluralità di donazioni di importo inferiore alla soglia.

La Corte ha sottolineato che l’imposta sulle successioni e quella sulle donazioni, pur avendo elementi in comune, mantengono presupposti genetici distinti e autonomi. Pertanto, una disarmonia tra le due discipline non è di per sé incostituzionale, rientrando nell’ampia discrezionalità del legislatore in materia tributaria.

La Piena Vigenza del Coacervo Donativo

La sentenza afferma con chiarezza che il coacervo donativo non è mai stato abrogato e trova pieno fondamento normativo nell’art. 57 del D.Lgs. 346/1990, norma ripristinata con la reintroduzione dell’imposta di donazione nel 2006. Questo meccanismo è essenziale per garantire la corretta applicazione delle franchigie, che rappresentano un beneficio fiscale da utilizzare una sola volta fino al raggiungimento del suo limite massimo. La Corte ha anche respinto l’argomento secondo cui la motivazione della sentenza d’appello fosse illogica o apparente, ritenendola invece chiara nel distinguere correttamente le due fattispecie di coacervo.

Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha stabilito che il principio del coacervo donativo è pienamente vigente. Quando si effettua una donazione, è obbligatorio sommare il valore di tutte le donazioni precedenti fatte dallo stesso donante allo stesso donatario al fine di calcolare l’imposta dovuta e verificare se la franchigia sia stata superata. Questa pronuncia consolida un indirizzo ormai pacifico, offrendo un’indicazione chiara ai contribuenti che intendono pianificare trasferimenti di patrimonio a titolo gratuito e confermando che il cumulo tra donazioni rimane uno strumento fondamentale per il sistema fiscale.

L’istituto del ‘coacervo’ si applica ancora oggi in materia di donazioni?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il ‘coacervo donativo’ è pienamente in vigore. Ciò significa che, per calcolare l’imposta su una nuova donazione, è necessario sommare il valore di tutte le donazioni precedenti tra le stesse parti al fine di determinare la franchigia residua.

Perché il ‘coacervo’ è stato abrogato per le successioni ma non per le donazioni?
Il ‘coacervo successorio’ (somma di donazioni e patrimonio ereditario) serviva a determinare l’aliquota in un sistema di tassazione progressiva. Con l’introduzione di aliquote fisse (Legge 342/2000), questo meccanismo ha perso la sua funzione ed è stato implicitamente abrogato. Il ‘coacervo donativo’, invece, ha lo scopo diverso di calcolare la franchigia applicabile e non è mai stato abrogato.

La diversa disciplina tra imposta di successione e di donazione è considerata incostituzionale?
No. Secondo la Corte, una disarmonia tra la disciplina delle due imposte non costituisce un valore assoluto e non è di per sé ‘costituzionalmente intollerabile’. Rientra nella discrezionalità del legislatore trattare in modo diverso i due tributi, che hanno presupposti genetici autonomi e differenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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