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Classificazione catastale agriturismo: D10 è ok

Una società agricola si oppone alla riclassificazione di un suo immobile da D/10 (agriturismo) a D/8. La Corte di Cassazione accoglie il ricorso, stabilendo che per la corretta classificazione catastale agriturismo è sufficiente il criterio della ‘connessione’ tra l’attività turistica e quella agricola, non essendo necessario dimostrare la ‘prevalenza’ di quest’ultima. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Classificazione Catastale Agriturismo: La Cassazione Sceglie la ‘Connessione’ sulla ‘Prevalenza’

La corretta classificazione catastale agriturismo è un tema cruciale per gli operatori del settore, poiché da essa dipendono importanti conseguenze fiscali. Un immobile destinato ad attività agrituristica, se riconosciuto come rurale, ha diritto alla categoria speciale D/10. Ma quali sono i criteri per ottenere tale riconoscimento? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto luce su un punto fondamentale: per la ruralità di un agriturismo conta la ‘connessione’ con l’attività agricola, non la ‘prevalenza’ di quest’ultima. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: L’Agriturismo Declassato

Una società agricola che gestiva una struttura ricettiva si è vista notificare un avviso di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate. L’Ufficio aveva modificato la classificazione catastale dell’immobile, facendolo passare dalla categoria D/10 (fabbricati per funzioni produttive connesse alle attività agricole) alla categoria D/8 (fabbricati costruiti o adattati per le speciali esigenze di un’attività commerciale e non suscettibili di diversa destinazione senza radicali trasformazioni). Secondo l’Agenzia, la struttura aveva le caratteristiche di un complesso turistico-balneare e non di un vero agriturismo, mancando la prova della prevalenza dell’attività agricola su quella ricettiva.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia in primo che in secondo grado, i giudici tributari avevano dato ragione all’Agenzia delle Entrate. La Commissione Tributaria Regionale aveva confermato la legittimità dell’avviso, sostenendo che le abitazioni fossero in realtà dei minialloggi a destinazione turistica e che la società non avesse dimostrato il carattere prevalente della sua attività agricola. La documentazione prodotta dalla società, come fatture di acquisto e consumo, era stata ritenuta insufficiente.

L’Analisi della Cassazione sulla classificazione catastale agriturismo

La società ha quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando, tra le altre cose, l’errata applicazione delle norme che regolano l’agriturismo e la classificazione catastale. La Suprema Corte ha ribaltato il verdetto dei giudici di merito, accogliendo i motivi di ricorso della società e fornendo un’interpretazione chiara della normativa.

Il Principio Corretto: Connessione, non Prevalenza

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nella distinzione tra due concetti: ‘prevalenza’ e ‘connessione’. I giudici di legittimità hanno chiarito che, ai fini della classificazione catastale agriturismo e del riconoscimento della ruralità (categoria D/10), la legge non richiede che l’attività agricola sia ‘prevalente’ rispetto a quella turistica. Ciò che la normativa (in particolare l’art. 9, comma 3-bis, del d.l. n. 557/1993 e l’art. 2135 c.c.) esige è la ‘connessione’.

L’attività di ricezione e ospitalità è considerata un’attività agricola ‘connessa’ quando viene esercitata da un imprenditore agricolo utilizzando la propria azienda. Le costruzioni destinate a tale scopo sono, per definizione normativa, strumentali all’attività agricola e, pertanto, rientrano a pieno titolo nella categoria D/10.

La Competenza dell’Agenzia delle Entrate

La Corte ha anche confermato che rientra nelle competenze dell’Agenzia delle Entrate verificare la sussistenza dei requisiti per il riconoscimento della ruralità ai fini della classificazione catastale. Tuttavia, tale verifica deve essere condotta applicando correttamente i principi di legge.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione evidenziando come i giudici di merito abbiano commesso un errore di diritto, concentrandosi sul concetto di ‘prevalenza’ e trascurando quello, dirimente, di ‘connessione’. Hanno omesso di valutare se la struttura ricettiva fosse gestita nell’ambito di un’azienda agricola attiva, nel rispetto dei parametri di legge. L’ordinanza sottolinea che la classificazione come immobile rurale (D/10) è legittima quando l’offerta di ospitalità avviene in unità abitative utilizzate nell’ambito dell’attività di agriturismo esercitata da un’azienda agricola. I giudici di secondo grado avrebbero dovuto esaminare la documentazione prodotta dalla società sotto questa luce, invece di scartarla a priori perché non dimostrava una fantomatica ‘prevalenza’.

Conclusioni: Cosa Cambia per gli Operatori del Settore Agrituristico

Questa ordinanza rappresenta un punto fermo fondamentale per tutti gli operatori agrituristici. La Cassazione ha stabilito che per ottenere la corretta classificazione catastale agriturismo (D/10), non è necessario imbarcarsi in complesse dimostrazioni sulla prevalenza economica o temporale dell’attività agricola. È sufficiente dimostrare che l’attività ricettiva è genuinamente ‘connessa’ all’impresa agricola, ovvero che ne costituisce un’emanazione funzionale. La sentenza è stata cassata e il caso è stato rinviato alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Sicilia, che dovrà riesaminare la vicenda attenendosi a questo principio.

Quale categoria catastale spetta a un immobile destinato ad agriturismo?
Un immobile destinato ad attività di agriturismo, in quanto costruzione strumentale all’esercizio dell’attività agricola, ha diritto alla classificazione nella categoria catastale speciale D/10.

Per la classificazione catastale di un agriturismo, conta di più la connessione o la prevalenza con l’attività agricola?
Secondo la Corte di Cassazione, il criterio determinante è la ‘connessione’. L’attività turistica deve essere funzionalmente collegata all’attività agricola esercitata dall’imprenditore. Il requisito della ‘prevalenza’ dell’attività agricola su quella turistica è stato ritenuto non necessario ai fini della classificazione catastale.

L’Agenzia delle Entrate può verificare i requisiti di ruralità di un immobile?
Sì, rientra nella competenza dell’Agenzia delle Entrate verificare se sussistono i requisiti per il riconoscimento della ruralità ai fini della classificazione catastale, ma tale verifica deve basarsi sulla corretta applicazione delle norme di legge, come il principio di connessione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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