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Cessione fabbricato fatiscente: no plusvalenza

La Corte di Cassazione ha stabilito che la cessione di un fabbricato fatiscente, anche se destinato alla demolizione e ricostruzione, non può essere riqualificata dall’Amministrazione Finanziaria come cessione di terreno edificabile. Di conseguenza, l’operazione non è soggetta alla tassazione sulla plusvalenza prevista per i terreni. La Corte ha ribadito la netta distinzione fiscale tra la vendita di un edificio e quella di un terreno, escludendo categorie intermedie e limitando il potere di riqualificazione dell’ente fiscale.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Cessione fabbricato fatiscente: la Cassazione esclude la plusvalenza

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un chiarimento fondamentale in materia fiscale, stabilendo che la cessione fabbricato fatiscente non può essere equiparata alla vendita di un terreno edificabile ai fini della tassazione sulla plusvalenza. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale importante, ponendo limiti precisi al potere di riqualificazione dell’Amministrazione Finanziaria.

I fatti del caso: la vendita di un vecchio immobile

Una contribuente aveva venduto a una società immobiliare due tettoie adibite a segheria, prive di impianti e in stato di abbandono. Prima ancora di perfezionare l’acquisto, la società acquirente aveva già presentato al Comune una domanda di permesso di costruire per demolire i fabbricati esistenti e realizzare al loro posto un nuovo complesso residenziale composto da 16 alloggi e 21 garage.

L’Amministrazione Finanziaria, ritenendo che l’operazione fosse finalizzata non tanto alla vendita dell’edificio quanto alla cessione del terreno sottostante con la sua potenzialità edificatoria, aveva notificato alla venditrice un avviso di accertamento. Secondo l’ente fiscale, la vendita andava riqualificata come cessione di terreno edificabile, con conseguente obbligo di pagare l’imposta sulla plusvalenza generata, ai sensi dell’art. 67 del TUIR.

La questione giuridica e la tassabilità della cessione fabbricato fatiscente

La controversia è giunta fino alla Corte di Cassazione, chiamata a decidere se la cessione fabbricato fatiscente, palesemente destinato alla demolizione per far posto a una nuova costruzione, possa essere legalmente considerata come una vendita di terreno edificabile. In sostanza, il quesito era se l’intenzione delle parti e la finalità ultima dell’operazione (la nuova edificazione) potessero prevalere sulla natura oggettiva del bene ceduto (un edificio, seppur obsoleto).

L’Amministrazione Finanziaria sosteneva che la preordinazione dell’acquisto alla successiva demolizione e ricostruzione trasformava, di fatto, la vendita del fabbricato in una vendita dell’area. La contribuente, al contrario, difendeva la natura dell’atto, ovvero la cessione di un bene immobile già esistente, per il quale la legge prevede un regime fiscale diverso e non la tassazione della plusvalenza.

La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, confermando la decisione dei giudici d’appello favorevole alla contribuente. I giudici hanno affermato un principio consolidato e netto: ai fini dell’applicazione dell’IRPEF, la distinzione tra beni ‘edificati’ e ‘non edificati’ è tassativa e non ammette una terza categoria o ‘tertium genus’.

Le motivazioni della Corte

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base di un orientamento ormai consolidato. Il legislatore ha previsto regimi fiscali distinti e tassativi per la cessione di edifici e per quella di terreni. L’Amministrazione Finanziaria, in sede di riqualificazione, non ha il potere di superare questa distinzione. Pertanto, la cessione di un edificio, anche se obsoleto o destinato alla demolizione, non può essere riqualificata come cessione del terreno edificabile sottostante.

Questo principio vale anche nel caso in cui le parti abbiano già pattuito la demolizione e la ricostruzione, magari con un aumento di volumetria. La natura giuridica dell’oggetto del contratto rimane quella di un ‘fabbricato’. Secondo la Cassazione, impedire all’ente fiscale questa riqualificazione è necessario per garantire la certezza del diritto e rispettare le scelte del legislatore, che ha disciplinato diversamente le due fattispecie.

Conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche per il mercato immobiliare e per i contribuenti. La sentenza offre una maggiore sicurezza giuridica a chi vende immobili datati o da ristrutturare. I venditori possono avere la certezza che, se l’oggetto del contratto è un edificio esistente, non rischieranno di vedersi contestare una plusvalenza tassabile tipica della vendita di terreni. Viene così posto un freno alla discrezionalità dell’Amministrazione Finanziaria, che non può basare un accertamento fiscale sull’intenzione futura dell’acquirente, ma deve attenersi alla natura oggettiva del bene trasferito al momento della vendita.

La vendita di un edificio da demolire può essere tassata come vendita di un terreno edificabile?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la vendita di un edificio, anche se fatiscente e destinato alla demolizione, non può essere riqualificata dall’Amministrazione Finanziaria come cessione di terreno edificabile e, di conseguenza, la plusvalenza non è tassabile ai sensi dell’art. 67 del TUIR.

Perché la Cassazione non ammette una categoria intermedia tra ‘edificato’ e ‘non edificato’?
La Corte ritiene che il legislatore abbia previsto regimi fiscali distinti e tassativi per la cessione di edifici e per quella di terreni. Ammettere una categoria intermedia (‘tertium genus’) significherebbe andare oltre la volontà della legge, creando incertezza giuridica. La distinzione è netta e non può essere superata tramite riqualificazione.

Qual è il limite dell’Amministrazione Finanziaria nel riqualificare un contratto di vendita immobiliare?
Il limite risiede nella natura oggettiva del bene ceduto. L’Amministrazione Finanziaria non può riqualificare la vendita di un edificio in vendita di terreno basandosi sull’intenzione delle parti di demolire e ricostruire. Deve attenersi al regime fiscale previsto tassativamente dal legislatore per la specifica tipologia di bene oggetto del contratto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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