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Cessione fabbricato da demolire: no plusvalenza

Un contribuente ha trasferito un immobile a una società, ma l’Agenzia delle Entrate ha riqualificato l’operazione come cessione di area edificabile, tassando una presunta plusvalenza. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1834/2024, ha annullato l’accertamento. Ha stabilito che la cessione di un fabbricato da demolire non può essere assimilata a quella di un terreno edificabile. Ciò che conta è la natura oggettiva del bene al momento del trasferimento, non le intenzioni future delle parti, come la demolizione e ricostruzione.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Cessione Fabbricato da Demolire: la Cassazione Esclude la Plusvalenza Tassabile

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale in materia fiscale immobiliare: la cessione di un fabbricato da demolire non può essere tassata come se fosse la vendita di un’area edificabile. Questa decisione chiarisce che, ai fini della plusvalenza imponibile, conta lo stato di fatto del bene al momento della vendita, non le intenzioni future delle parti. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

Un contribuente conferiva un immobile nel patrimonio di una società. L’Agenzia delle Entrate, ritenendo che l’operazione celasse in realtà il trasferimento di un’area edificabile, notificava un avviso di accertamento. L’amministrazione finanziaria contestava una plusvalenza imponibile di un milione di euro, calcolata sulla differenza tra il valore di cessione e il valore rivalutato del bene. La tesi del Fisco si basava sul presupposto che l’immobile fosse destinato alla demolizione per far posto a una nuova costruzione, evento poi effettivamente verificatosi due anni dopo il conferimento.

Il caso è approdato prima alla Commissione Tributaria di primo grado, che ha dato ragione al Fisco sul merito ma ha annullato le sanzioni, e poi a quella di secondo grado, che ha confermato la decisione precedente, rigettando gli appelli di entrambe le parti. Il contribuente ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Questione Giuridica: Cessione Fabbricato da Demolire o Terreno Edificabile?

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’articolo 67, comma 1, lettera b) del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR). Questa norma assoggetta a tassazione le plusvalenze derivanti dalla cessione di terreni suscettibili di utilizzazione edificatoria.

L’Agenzia delle Entrate sosteneva che, poiché l’intento delle parti era quello di demolire l’edificio esistente per sfruttare il potenziale edificatorio del terreno, l’operazione dovesse essere riqualificata come cessione di area edificabile. Al contrario, il contribuente insisteva sul fatto che oggetto del trasferimento era un fabbricato esistente e in buono stato, non un’area nuda. La cessione di un fabbricato da demolire diventava così il fulcro del dibattito, con implicazioni fiscali radicalmente diverse.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del contribuente, cassando la sentenza d’appello e annullando l’accertamento fiscale. Le motivazioni si fondano su un consolidato orientamento giurisprudenziale.

I giudici hanno chiarito che il dettato normativo dell’art. 67 TUIR è inequivocabile: la tassazione riguarda esclusivamente la cessione di ‘terreni edificabili’, non di ‘fabbricati’. La norma non prevede una categoria intermedia (tertium genus) tra un bene edificato e uno non edificato. Pertanto, se al momento della cessione sul terreno sorge un fabbricato, l’operazione non rientra nell’ambito di applicazione della norma sulla plusvalenza dei terreni.

La Corte ha sottolineato che la ratio della legge è quella di tassare l’arricchimento che deriva dall’incremento di valore di un terreno per effetto della pianificazione urbanistica, non l’attività produttiva di chi costruisce o ristruttura. Le intenzioni soggettive delle parti, come quella di demolire e ricostruire, sono irrilevanti. Ciò che conta è la situazione oggettiva e giuridica del bene al momento dell’atto di trasferimento. Poiché la demolizione era un evento futuro, incerto e rimesso alla volontà di un soggetto terzo (la società acquirente), non poteva trasformare la natura del bene ceduto da ‘fabbricato’ a ‘terreno’.

Infine, la Cassazione ha valorizzato anche una precedente sentenza passata in giudicato tra le stesse parti, la quale aveva accertato che la successiva ricostruzione era avvenuta mantenendo le stesse dimensioni, senza quindi un’espansione dello ius aedificandi preesistente.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte ha stabilito che la riqualificazione operata dall’Ufficio era illegittima. La decisione rafforza la certezza del diritto nelle operazioni immobiliari: per determinare il regime fiscale applicabile, si deve guardare alla natura oggettiva del bene al momento della stipula del contratto. La cessione di un fabbricato da demolire è fiscalmente una cessione di un fabbricato, non di un’area edificabile. Questa pronuncia offre un’importante tutela ai contribuenti contro accertamenti basati su interpretazioni che valorizzano elementi futuri e soggettivi anziché la realtà giuridica e materiale del bene trasferito.

La vendita di un edificio destinato alla demolizione è tassata come la vendita di un terreno edificabile?
No. Secondo la Corte di Cassazione, se al momento del trasferimento esiste un fabbricato, l’operazione non può essere riqualificata come cessione di terreno edificabile ai fini della plusvalenza tassabile, anche se le parti intendono demolirlo in futuro.

L’intenzione delle parti di demolire e ricostruire un immobile ha rilevanza fiscale?
No, l’intenzione soggettiva delle parti è irrilevante. Ciò che determina il regime fiscale è la natura oggettiva del bene al momento dell’atto di trasferimento. Un evento futuro e potenziale come la demolizione non può modificare la qualificazione giuridica del bene ceduto.

Cosa distingue fiscalmente la cessione di un fabbricato da quella di un’area edificabile?
La legge distingue nettamente tra le due categorie, senza prevedere una figura intermedia. L’art. 67 del TUIR tassa la plusvalenza derivante dalla cessione di terreni resi edificabili dalla pianificazione urbanistica, ma non si applica alla cessione di terreni su cui già insorge un fabbricato, considerati già ‘edificati’.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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