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Cessione di un edificio: no riqualificazione fiscale

L’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce che la cessione di un edificio, anche se vetusto e destinato alla demolizione, non può essere riqualificata dall’Agenzia delle Entrate come una cessione di terreno edificabile. La Corte ha rigettato il ricorso dell’amministrazione finanziaria, confermando che esiste una netta distinzione fiscale tra la vendita di un immobile costruito e quella di un’area fabbricabile. Nel caso di specie, la controversia si è conclusa per uno dei contribuenti a seguito di definizione agevolata, mentre per l’altro il ricorso del Fisco è stato respinto nel merito.

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Pubblicato il 21 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Cessione di un Edificio: Non è Vendita di Terreno Edificabile per il Fisco

La recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale in materia fiscale: la cessione di un edificio, anche se destinato alla demolizione, non può essere equiparata alla vendita di un terreno edificabile. Questa pronuncia offre importanti chiarimenti per chi opera nel settore immobiliare, tracciando un confine netto tra due operazioni che l’amministrazione finanziaria talvolta tende a sovrapporre. Analizziamo insieme la decisione per comprenderne la portata.

I Fatti del Caso: La Vendita Controversa

Due fratelli vendevano a una società di costruzioni un complesso immobiliare comprendente un edificio definito come ‘diluito e vetusto’. L’acquirente, una società edile, avrebbe successivamente demolito il fabbricato per realizzare nuove unità abitative. L’Agenzia delle Entrate, ritenendo che il vero oggetto della compravendita non fosse l’edificio in sé ma la capacità edificatoria del terreno sottostante, ha emesso avvisi di accertamento per recuperare una maggiore imposta, tassando l’operazione come cessione di area edificabile e non di fabbricato.

La Tesi dell’Amministrazione Finanziaria

Secondo il Fisco, diversi elementi provavano la reale natura dell’operazione. In primo luogo, lo stato dell’immobile, vecchio e obsoleto, suggeriva che il suo valore fosse trascurabile rispetto a quello del terreno. In secondo luogo, il breve lasso di tempo tra l’acquisto da parte della società costruttrice e la successiva edificazione e vendita delle nuove unità abitative dimostrava che l’intento originario era lo sfruttamento del potenziale edificatorio del suolo. Di conseguenza, l’operazione doveva essere riqualificata e la plusvalenza tassata secondo le regole previste per i terreni edificabili.

La Decisione della Cassazione sulla Cessione di un Edificio

La Corte di Cassazione, confermando le sentenze dei gradi precedenti, ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate. La Corte ha precisato che uno dei due fratelli aveva nel frattempo definito la propria posizione tramite una definizione agevolata della controversia, portando all’estinzione del giudizio nei suoi confronti. Per l’altro fratello, invece, la Corte è entrata nel merito della questione, offrendo motivazioni di grande interesse giuridico.

Le Motivazioni della Corte

Il cuore della decisione si basa su un orientamento ormai consolidato della giurisprudenza di legittimità. La Corte ha affermato che, ai fini fiscali, l’alternativa tra ‘edificato’ e ‘non edificato’ non ammette un ‘tertium genus’, ovvero una terza categoria intermedia. Esistono due distinti regimi fiscali, uno per la cessione di edifici e uno per la cessione di terreni edificabili, e l’amministrazione finanziaria non può, in sede di riqualificazione, superare questa distinzione netta prevista dal legislatore.

La cessione di un edificio, anche se le parti hanno pattuito la sua demolizione e ricostruzione con aumento di volumetria, non può essere trasformata in una cessione del terreno sottostante. Resta irrilevante la consistenza, la qualità o il valore dell’edificio compravenduto, così come la circostanza che esso non assorba integralmente la capacità edificatoria residua del lotto su cui insiste. Una volta che il giudice di merito ha accertato il carattere di ‘terreno edificato’, il regime giuridico applicabile è quello della tassazione di un terreno già edificato, non di un’area fabbricabile.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La pronuncia consolida un importante baluardo a tutela del contribuente. Impedisce all’amministrazione finanziaria di riqualificare le operazioni di compravendita immobiliare basandosi su presunzioni legate all’intento futuro dell’acquirente. La vendita di un fabbricato, a prescindere dal suo stato di conservazione e dal suo destino, resta fiscalmente una cessione di un edificio. Questo principio garantisce certezza giuridica agli operatori del settore, che possono strutturare le operazioni immobiliari sapendo che la natura formale e sostanziale dell’atto di vendita sarà rispettata, senza che una successiva attività edificatoria possa retroattivamente modificarne il trattamento fiscale.

La vendita di un vecchio edificio da demolire può essere considerata fiscalmente come una vendita di terreno edificabile?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la cessione di un edificio non può essere riqualificata dall’Amministrazione finanziaria come cessione di terreno edificabile, anche se le parti prevedono la sua demolizione e ricostruzione.

Cosa succede se l’edificio venduto non sfrutta tutta la capacità edificatoria del terreno su cui sorge?
È irrilevante. Anche se l’edificio non assorbe integralmente la capacità edificatoria residua del lotto, la transazione rimane una cessione di edificio, soggetta al proprio regime fiscale, e non può essere assimilata a una cessione di terreno.

Qual è il principio cardine seguito dalla Corte in questi casi?
Il principio è che non esiste una terza categoria (‘tertium genus’) tra ‘edificato’ e ‘non edificato’. La legge prevede regimi fiscali distinti e tassativi per la cessione di edifici e per quella di terreni, e l’Amministrazione non può superarli in sede di riqualificazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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